Capitolo 4

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Gli presi una mano e iniziai a correre, lui si faceva trascinare da me.
Era ancora un pò scioccato, non se lo immaginava. In realtà neanche io, non so perchè...ma è stato come se le mie braccia e le mie gambe avessero agito autonomamente.
Corremmo ancora per un pò, finché non arrivammo all' Hotel Place, un hotel a cinque stelle, aveva si o no 25 piani. Io ci andavo con mio padre quando ero piccola.
J: Sei pronto?
A: Che cosa hai in mente? - mi guardò in modo preoccupato -
J: Se proprio é destino che ci dovessimo incontrare... Adesso entriamo nell'hotel, prendiamo due ascensori differenti e vediamo se scegliamo lo stesso piano. Se è cosi possiamo continuare a essere amici e fare tutto quello che vogliamo, invece, se non è cosi...dobbiamo tornare alle vite di prima.
A: Ma come diamine ti vengono in mente certe idee?
J: Io sono speciale.- gli accennai un sorriso e lui mi rispose facendone uno a trentadue denti-
A: Che dici,entriamo?
J: Entriamo.
Ci prendemmo le mani e entrammo attraverso la porta scorrevole. C'erano quattro ascensori uno difronte all'altro, proprio all'ingresso.
Io presi il numero 1 e Alberico il numero 3.
Schiacciamo nello stesso momento il pulsante e in meno di un minuto arrivarono gli ascensori.
Appena si aprirono, noi due entrammo e ci guardammo negli occhi. Lui era un pò sconvolto e io scoppiai a ridere.
Io schiacciai il pulsante per andare al piano 23...lui,non so.
Io arrivai in meno di cinque minuti e rimasi lì ad aspettare.
Per un certo momento ho pensato che non arrivasse più, poi ho visto un ascensore aprirsi. C'erano un sacco di persone e poi ad un certo punto viddi lui. Mi si fermò il battito cardiaco per un paio di minuti.
J: Ce l'hai fatta finalmente! Ti ho aspettato per un casino di tempo.
A: Scusami, é che a ogni piano si aggiungevano altre persone. - mi disse sorridente, con l'affanno -
J: Non ti preoccupare, in fondo la sorte ha voluto che noi rimanessimo amici.
A: Oh oh -allargò le braccia, per darmi un abbraccio -
Io scappai, non avevo mai dato un abbraccio a nessuno. Lui mi rincorreva per tutto l'hotel e a un certo punto mi sono bloccata. Non so perché, ma proprio in quel momento mi doveva passare tutta la mia vita per la mente.
Albe mi guardó un pò sconvolto, evidentemente se ne era accorto.
A: Ehi, se mi puzzano le ascelle potevi dirmelo. Invece di farmi correre per tutto l'hotel. - scoppiò a ridere -.
Io feci un sorrisetto a fior di labbra, niente di più.
Era preoccupato, glie lo si leggeva in faccia.
Mi prese una mano e mi trascinò, ma lo fece con talmente tanta delicatezza che sembra che ci conoscessimo da una vita.
J: Ma perché proprio tu?
A: In che senso?
J: Sei un ragazzo perfetto. Hai un ciuffo da Dio, degli occhi...e che te lo dico a fare...un sorrisetto che illumina tutta la stanza. Che ci fai con me? Che ti ha fatto di male la sorte?
A: Che cos'hai che non va?
J: Ci sarà un motivo se sono vittima di bullismo...
A: E chi ti ha detto che non lo ero anche io?

*spazio autrice*
Spero vi piaccia.
Se vi va andate a leggere l'altra mia storia :
Maxsus...ed è qui che la storia ha inizio.

Alberico mi ha salvata. || Alberico DeGiglio ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora