Uno dei quattro regni che fu creato nella terra di Kynom, fu il regno di Jorden.
Ischys, la dea del potere, creò questa regione.
Le leggende narrano che ella decise di stabilire questo regno nella distesa di Armyn, poiché il terreno, ampio e fertile e bagnato dalle acque purificatrici del grande lago Bai, fosse prosperoso e quindi propenso ad ospitare una grande civiltà.
E fu cosi che la dea fondò questo regno, scegliendolo come sede del primo sovrano e delle dinastie che si sarebbero susseguite poi nel corso dei millenni.Oggi il regno è il più popolato e fiorente tra tutti. La sua capitale, Spire, è il polo turistico e commerciale per eccellenza...
-Levatevi!- una mano si levó dalla folla. Un giovane uomo si fece largo tra i passanti e cercò di avvicinarsi alla bancarella di ceramiche -Ehi, bella gocca.- disse a voce più alta, rivolto alla ragazza che gestiva la bancarella.
Quest'ultima lo ignoró, sospirando, e si allontanó con fare esasperato.
L'uomo si avvicinò a lei urtando un anziano che stava valutando un vaso, senza neanche scusarsi.
-Che fai, non rispondi?-
-Brann, va' via.- la donna lo liquidó freddamente.
L'uomo contrasse la mascella per il fastidio e si avvicinò a lei, toccandole il gomito.
-Senti, non mi piace che mi rispondi in questo modo!- disse con tono più rude.
La donna lo fissò, gelida.
Prese un gran respiro:
-Sono stanca di essere la tua schiava! Mi tratti sempre di merda, non hai un minimo di rispetto per me!--Come ti permetti, brutta...-
-Mi scusi, signora.- un bambino dall'aria molto timida si era avvicinato alla bancarella.
Kia interruppe la sua sfuriata, imbarazzata.-Uh?! E tu chi diavolo sei?- disse Brann, con un tono irritato.
-Non fare lo stronzo pure con il bambino...- interruppe Kia, avvicinandosi al fanciullo.
-Dimmi piccolo!- disse con tono addolcito.
-Mi servirebbe un vaso per questo fiore.- il bambino aveva un tono tremolante, insicuro.
Mostrò il fiore alla ragazza, tenendo lo sguardo basso.-Oh, ma certo piccolo!- Kia fece un sorriso e andò a prendere un vaso.
Brann, facendo una smorfia, si girò e se ne andò via, urtando i vari passanti con delle spallate.
-Ecco a te!- Kia diede un piccolo vaso al bambino.
-Grazie, Signora.- Il piccolo prese dalla tasca delle monete per pagare il vaso, dopodiché se ne andò nella stessa direzione di Brann.
-Signore! Signore!- gridò il bambino.
Brann girò la testa mentre camminava, notando il piccolo con la coda dell'occhio.Si fermò, passandosi una mano sugli occhi.
-Che diavolo vuoi?-
-Avevo notato quel simbolo, signore.-
Indicò la mano di Brann, notando un tatuaggio sul dorso.
Era una spada sovrapposta ad una croce.
-Tsk, questo... Come lo conosci?- chiese, portandosi la mano all'altezza del petto.-Anche mio padre lo aveva... Cosa significa?- chiese insistentemente il.bimbo.
Brann fece una smorfia, quasi irritato dalla domanda.
-Che rottura... Era il simbolo delle forze armate di Kynom.- rispose sbuffando.-E cosa facevate?- chiese nuovamente il bambino, il tono sempre più acuto.
-Per Ischys!- esclamò Brann -ma tu non hai niente da fare?-
-Al momento no!- rispose il bambino con un innocente sorriso sulla faccia.
-Uff... E va bene...- disse Brann facendo roteare gli occhi -Seguimi... Non parlo in mezzo alla strada.- continuó, dirigendosi verso una locanda che dava su quella strada.
Il bambino lo seguì felice fin dentro la locanda.
I due si sedettero, ma prima di iniziare a parlare, Brann si fece portare un boccale di birra, scolandoselo completamene di fronte agli occhi attoniti del bambino. Dentro la locanda qualcuno gli mise gli occhi addosso.-Allora...- disse Brann, posando bruscamente il boccale sul tavolo, -Le forze armate di Kynom furono create parecchi anni fa, ma io non ne ho mai fatto parte... Ho questo simbolo perché ne fece parte mio padre, a me non interessano queste cose...-
-Allora perché hai quel simbolo?- il bambino poggió i gomiti sul tavolo, reggendosi il viso con le manine.
-Perché devo... Ma così é una storia più lunga... Comunque, molti anni fa le forze armate di Kynom dovettero affrontare un esercito di demoni, che rischiò di distruggere l'impero. Un potente Dio, che mi è vietato nominare, donò un grande potere agli uomini, cosicché potessero estirpare la minaccia.
I sovrani dei quattro regni però erano avidi, e da allora fino ai giorni nostri si combatte questa guerra per il potere...
Ecco tutto.--Quindi... Mio papà ha combattuto quella guerra...-
Disse il ragazzino, pensieroso, forse anche un po' triste.-Non credo.- borbottó Brann, imbarazzato -se l'avesse combattuta, non sarebbe sopravvissuto...-
-Ma... Hai detto che la guerra l'abbiamo vinta!- il bambino si agitó.
Brann si alzò in piedi e mise le mani sul tavolo, avvicinandosi con il viso al bambino, che si fece un pó più piccolo sulla sua sedia..
-In quella guerra... Nessuno del regno di Jorden è sopravvissuto... E a meno che tuo padre non sia uno di quei cinque sopravvissuti... Non credo abbia combattuto...-
Nel frattempo, Kia stava mettendo a posto la bancarella per chiudere, quando un uomo coperto al volto da una sciarpa nera non rubò un vaso e inizió a correre.
-Ehi!
Fermatelo!- gridò la donna, con uno sguardo infuriato.Tra la folla si fece largo un uomo.
Aveva dei capelli neri, i cui ciuffi cadevano leggeri davanti agli occhi, e indosso una veste nera simile ad un'armatura.
Costui si parò davanti al criminale, con una lenta camminata.-Non é bello rubare... Sai?- disse l'uomo lentamente, guardando il furfante con uno sguardo che sembrava far intendere la sua superiorità.
-Togliti!
Non ti intromettere!- disse il ladro con una voce rauca, e con aria goffa, volgare.-Lo hai voluto tu...-
L'uomo scattò verso il ladro colpendolo al volto con un pugno; il ladro cadde a terra, mentre l'uomo misterioso riuscì a prendere al volo il vaso, evitandogli la stessa sorte del malvivente.-Questo lo prendo io!- esclamò soddisfatto.
-Oh! Grazie al cielo!-
Esclamò Kia rincuorata, correndo verso l'uomo e riprendendo il vaso.-Ti ringrazio tanto, Skygge!- sospirò.
-Be'!- esclamò Skygge, -Mi aspetto che tu mi paghi per queste cose!-
-Ma... Sei sempre lo stesso...- sbuffó lei.
Intanto, Brann e il bambino arrivarono sul posto.
Brann, vedendo Skygge, andò da lui tirandogli un ceffone sulla schiena.-Brutto bastardo!- esclamò, -Fai l'esibizionista ora?-
-Non rompere il cazzo!-
Rispose Skygge, irritato -Se questa mi paga, si chiama lavoro!- disse indicando malamente Kia-Te lo do io il lavoro...-
I due iniziarono a fare a pugni davanti a tutti e sotto le risate del bambino.
Kia si irritò per quello spettacolo pietoso.
-Maledizione! Smettetela! Sempre i soliti pagliacci! -Continua...
-by Zettoshin
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Den Kynom Krigen
Fantasy"E fu così che scrissero un libro." Generata dalla brillante mente di Zettoshin e trascritta tramite la mia abile mano, vi presento (anzi presentiamo) la nostra prima "collaborazione": una storia fantasy intrigante e coinvolgente quanto i sottoscrit...