Capitolo 2

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Sistemò l'ultima ampolla sulla mensola.
Scese dalla scala riguardó lo scaffale perfettamente ordinato, provando un grande senso di soddisfazione. Prese uno scatolone da terra e si diresse nel retro del negozio
-Thal!-
Una ragazza dai capelli biondissimi uscì fuori dalla sua stanza, la treccia lunghissima che quasi toccava il pavimento.

-Ho appena finito di sistemare di là! Devo solo tirare...-il ragazzo smise di parlare quando si accorse dello strano silenzio della ragazza, solitamente allegra e rumorosa.

-Che succede?- chiese lui preoccupato, lasciando la scatola su un tavolo.
La ragazza sembrò esitare, poi con grande sforzo parlò: -Un giorno non ti rivedrò più...-
Il ragazzo si lasciò scappare un sospiro di esasperazione.

-Lo so che sarà cosi!- la ragazza si girò di scatto, infuriata. Gli occhi colmi di lacrime e la voce tremante. -Sta succedendo! Se ne stanno andando tutti! Non voglio che anche tu te ne vada! Non voglio che vada ad arruolarti in quell'esercito di canaglie!- urlò lei.

Il ragazzo la guardò senza dire una parola.
Aspettò che lei si calmasse e poi la abbracciò.
-Ascoltami sorellina...-le prese il viso tra le mani. -Tu sei la cosa più importante che ho, oltre questa bottega. Ma purtroppo questo paese è in guerra, da troppi anni ormai. E il nostro Re cerca disperatamente di proteggerci, con tutte le forze; questa città, così come questo regno, vanno protetti. E sai bene che, se mai un giorno dovessi essere chiamato per arruolarmi, io non potrò rifiutare. Non posso sottrarmi al mio dovere, lo sai. Se accadrà vorrà dire che quello sarà il mio destino...-

La ragazza scosse violentemente la testa, cercando di liberarsi dalla presa di suo fratello.
-Non lasciarmi Lett! Ti prego!- strillò lei disperata gettandosi addosso al ragazzo. Lui la strinse a sé, desolato.
Lett provò un nodo stretto alla gola.
Non voleva fare la stessa fine di suo padre; morire in guerra e abbandonare la sua famiglia...

-Basta piangere. Non pensarci ora.- la rassicurò asciugandole le guance.
-Fino a quando ci sarò io qui con te non dovrai preoccuparti di niente! Va bene?-
-Vabene...-

Il campanello sopra la porta, all'entrata, tintinnò: dei clienti. Lett rivolse un sorriso a sua sorella e poi si precipitò dietro al bancone, sistemandosi i vestiti.

-Buon pomeriggio! Come posso aiutarvi?-
-Mmm...si salve-
Due giovani uomini fecero ingresso nella bottega. Uno dei due, quello più alto e con una veste nera indosso, aveva un livido nero sullo zigomo destro; l'altro esibiva un graffio sulla guancia.
I due sembravano tenersi a distanza di sicurezza.

-Vedo che siete feriti...-
Quello con il graffio grugnì.
Si grattò un orecchiò e Lett vide il simbolo che portava stampato sul dorso della mano.
Rimase paralizzato quando si accorse che era il suo stesso simbolo...una spada sovrapposta ad una croce. Era il tatuaggio che ogni discendente di un soldato, morto valorosamente in battaglia, portava addosso.

-Questo dannato graffio mi sta facendo vedere le stelle! Mi dia qualcosa si sbrighi!-ordinò sgarbatamente lui.
Lett deglutì, confuso, e balbettando chiamò sua sorella, ordinandole di prendere una pezza pulita e dell'alcool. La ragazza, corse dal fratello e si apprestò a curare l'uomo.
Lett continuò a scrutarlo, perplesso.

-Ah, cazzo brucia! Ma cosa diamine mi stai mettendo in faccia?- urlò infuriato alla ragazzina, che subito si fece piccola sotto al suo tono di voce accusatorio.
Lett intervenne subito -Signore mia sorella sta solo cercando di disinfettarvi la lesione..-

-Disinfettala senza farmi male allora!- imprecò lui rivolto a Thal. L'altro guardò il compagno con disapprovazione. Poi si rivolse a Lett.
Mise una mano nella tasca della veste e vi tirò fuori un piccolo sacchetto pieno di monete, che lanciò sul bancone davanti al ragazzo.

-Dammi qualcosa per far sparire questo coso- disse lui indicandosi la contusione sul viso.
Lett annuì e si avviò verso lo scaffale con le erbe e i medicinali, diffidente.
Quei tizi non gli piacevano neanche un po'.
Avevano l'aria strafottente...

Si chinò e prese un recipiente con degli olii quando senti uno dei clienti imprecare
-Ma porco...-
-Contieniti Brann!-

Il recipiente cadde a terra, fracassandosi in mille pezzi.
Lett neanche si accorse della ferita alla mano, né degli olii sparsi sul pavimento; rimase immobilizzato.
Provò una strana sensazione...come un brivido freddo...lungo la schiena.
"Brann"

Si alzò di scatto e corse dietro al bancone, con un'espressione esterrefatta e la bocca spalancata.
Brann lo guardò, scettico.
-Ma che cazzo...-
Lett cercò di ricomporsi e balbettando disse:
-I-io s-sono il figlio di Marcus.S-sono Lett!-

Nella bottega si creò un silenzio pesante.
Brann non riusciva a dire neanche una parola. Skygge, il suo compagno, cercava invano di capire cosa stesse succedendo.
Brann alzò il braccio e mostrò a Lett il tatuaggio sulla sua mano; quest'ultimo si tirò su la manica della casacca e mostrò anche lui lo stesso simbolo sull'avambraccio.
Thal sussultò -Fratellone cosa fai!?-

Brann spalancò gli occhi
-Marcus...non posso crederci...-
Gli occhi di Lett si fecero lucidi.

Ad un tratto la porta della bottega si spalancò. Due guardie reali fecero irruzione, una delle due stringeva un foglio in mano, chiuso da un nastro blu.
-Abbiamo un mandato per voi, Lett Chrono.-
Il ragazzo si abbassò la manica e fece cenno alla sorella di raggiungerlo; la situazione si faceva rischiosa.
-Sappiamo che lei è figlio di un soldato morto in guerra, uno tra i più valorosi. Marcus Chrono. Per questo motivo voi, sotto l'ordine del Re, siete obbligato ad arruolarvi all'esercito reale e...-
-NO!- Thal urlò, terrorizzata.
Brann si paró davanti a lei.
-Se vi rifiuterete saremo costretti ad uccidervi.-

-Non farete niente di ciò! Io mi oppongo!- esclamò Lett scavalcando il bancone e parandosi di fronte alla guardia.
-Questa è solo una guerra sanguinosa. Ho cambiato idea.Non voglio morire anche io e lasciare tutto!- ringhió lui.

Entrambe le guardie sguainarono le spade, Skygge tirò fuori il suo pugnale e Brann strinse i pugni.
-Avanti.- Lett aveva il cuore in gola,che palpitava agitato.
Lo scherno del ragazzo fece innervosire la prima guardia.

Questa fece per menargli un fendente, Lett urlò dalla paura, ma prima che la spada potesse colpirlo, una luce fortissima e improvvisa riempì la stanza.
La luce era talmente forte che entrambe le guardie urlarono di dolore, accecate; la prima guardia sbatté la testa contro una mensola e cadde a terra, privo di sensi. L'altra inciampo in una trave e cadde rovinosamente a terra.
La luce cessò così come era comparsa.
Brann, Skygge e Thal erano sconvolti.

-Cosa cazzo era?!- urlò Brann esterrefatto. Lett aveva ancora il terrore dipinto sul volto, e il respiro mozzato dalla paura.
Si guardó le mani, luminescenti.
-Quella cosa veniva dalle tue mani!- urlò Skygge.
-Cosa??- Lett era incredulo.
Non riusciva a credere a ciò che era appena accaduto.
Guardò le guardie svenute a terra, poi si girò verso Thal.
Un unico pensiero si fece largo nella sua mente:

-Sorellina, prendi tutto. Ce ne andiamo.-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 20, 2016 ⏰

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