CAPITOLO 3

30 0 0
                                    

Frank, ancora triste per la scomparsa della madre, ritornò a casa sua. Davanti al cancello si era riformato un gruppo di curiosi, accorsi dopo l'accaduto; Frank si arrabbiò molto vedendo che le sue parole non erano state ascoltate:

"Cosa ci fate ancora qui? Non potete sostare! E' zona di indagine. Se vi vedo ancora davanti alla mia proprietà vi faccio arrestare!". Finalmente la gente, intimorita dalla minaccia, si dileguò. Il poliziotto entrò in casa e salì le scale per giungere nella stanza da letto trovando ancora Gomez per terra. La scientifica e Mike non erano ancora arrivati per prelevare il cadavere, avevano da sbrigare il lavoro all'orfanotrofio.

Si avvicinò al corpo dell'uomo e vide che sul petto aveva marchiato a fuoco un simbolo con tre allori rossi disposti a cerchio; iniziò dunque a frugare bene nelle tasche e trovò una grossa chiave di ottone.

"Questa dev'essere la chiave della sua stanza personale, vado a controllare subito", disse l'uomo fortemente curioso.

Così si incamminò verso la stanza del badante nel garage sotto casa.

Aprì la massiccia porta in legno e trovò davanti a sé la camera di Gomez che in apparenza non destava alcun sospetto: l'arredamento era in stile antico e alle parenti di colore beige erano appesi quadri raffiguranti battaglie medievali e dragoni.

Il vice sceriffo controllò i cassetti del comodino, trovando solo numerose riviste di giardinaggio, una lente di ingrandimento, delle penne stilografiche e delle matite.

Vedendo che non vi era nulla di importante, esaminò il letto e la scrivania, e anche lì non trovò niente di rilevante; poi la sua attenzione fu colpita dall'armadio.

L'uomo lo aprì di scatto e vide solo vari vestiti; stava per chiudere le ante quando i suoi occhi caddero su una piccola scatola metallica sul fondo dell'armadio con quattro lucchetti a combinazione numerica.

"Curioso, mi domando cosa nasconderà questa scatola per avere tutti questi lucchetti deve essere un tesoro inestimabile, chissà magari è pieno di monete d'oro! Diventerò ricco!", Frank per un attimo evase con la mente fantasticando un po'.

Le indagini erano iniziate da poco, ma la tensione già lo pervadeva in tutto il suo corpo: sapeva che doveva essere calmo e avere sangue freddo, per raggiungere il suo obiettivo; era la prima volta che eseguiva un'indagine completamente da solo e non voleva sbagliare nulla. Frank tentò invano numerose combinazioni, senza riuscire mai ad aprire la scatola, quando preso dall'ira la gettò per terra.

"Cazzo! Non ce la farò mai!", disse l'uomo; tutto sembrava perduto quando ad un tratto ebbe un lampo di genio. Frank era appassionato di videogiochi e si ricordò che per aprire una serratura a combinazione, simile a quella che aveva lui tra le mani, il protagonista del videogame aveva usato uno stetoscopio. Il meccanismo era lo stesso e così preso dall'entusiasmo corse verso il bagno dentro casa rovistando nell'armadietto dei medicinali e lo trovò.

Rientrando nella stanza di Gomez, si avvicinò alla scatola metallica e appoggiò lo stetoscopio vicino alle varie serrature, concentrandosi sui vari suoni metallici degli ingranaggi. La prima serratura fu sbloccata, successivamente la seconda, poi la terza e infine la quarta. Frank aprì lentamente la scatola e quando il coperchio giunse a fine corsa, una risata diabolica accompagnata da un tuono rimbombò dentro la stanza, l'uomo si spaventò a morte ma poi con calma e sangue freddo continuò l'esplorazione e vi trovò un libro privo di copertina:

"Bene vediamo di cosa tratta", mormorò l'uomo con tono basso.

Una volta infilati i guanti aprì il libro e rimase sbigottito, tutte le pagine erano scritte in una lingua incomprensibile:

CaosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora