CAPITOLO 4

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Frank si voltò per un momento per ammirare ancora una volta il maniero di Mick e poi riprese il cammino in quella via stretta e buia; si spaventò quando vide una megera seduta a lato della via che lo fissava con uno sguardo vitreo.

A Frank, guardandola negli occhi, gli si gelò il sangue. Quella signora incuteva timore e per un attimo rimase paralizzato, urtando contro un passante:

"Hey, sta' attento, guarda dove metti i piedi", esclamò l'uomo che stava camminando nella stessa direzione.

Frank scosse il capo, si riprese e si avviò verso il fuoristrada che era sul ciglio della strada, montando dentro.

"Bene, torniamo in centrale, vediamo se sono tornati i ragazzi!", disse Frank dirigendosi verso la strada che portava a Talon City.

Arrivato in centrale Frank trovò tutti i suoi colleghi alle loro scrivanie, compreso Mike che si stava avvicinando:

"Ciao Frank, scoperto qualcosa?".

Frank sospirò per un attimo:

"Forse potrebbe essere Gomez Freis l'assassino; sai, l'aver tentato di uccidere me e mia madre... tutti gli indizi mi fanno pensare che sia stato lui l'esecutore di questi spietati omicidi e poi quel simbolo che gli ho trovato sul petto, è molto simile a quello trovato sugli altri cadaveri.".

"Sì Frank come deduzione non mi sembra errata, ma non abbiamo prove che sia stato lui, perché non è stata trovata ancora l'arma del delitto e inoltre non ci sono persone che possono testimoniare, né in casa Lock, né all'Orfanotrofio Kambridge" ribatté Mike.

"Comunque sia, spero di aver seguito la pista giusta Mike!", disse Frank.

"Cioè, spiegati meglio!", disse Mike.

"Ho trovato nella stanza personale di Gomez un ciondolo e un libro antico: chissà magari possono darmi una mano nelle indagini. Per tenerle così sotto chiave certe cose significa che sono tesori inestimabili oppure nascondono qualche segreto. Appena avrò notizie dallo storico saprò di sicuro qualcosa al riguardo!". Mike fissò per un attimo il vice sceriffo guardandolo con aria compiaciuta senza dire una parola.

"Ora se vuoi scusarmi voglio stare un po' solo!", disse Frank dirigendosi nel suo ufficio. Entrato dentro, il vice sceriffo si sedette, guardò il quadretto con la foto di sua madre e si mise a piangere, poi prese in mano il telefono e ordinò una pizza. Era già l'ora di pranzo: la fame cominciava a farsi sentire, nonostante la tensione che aveva in corpo.

Dieci minuti dopo Vic bussò alla porta portandogli la pizza tanto desiderata.

"Grazie Vic!", disse Frank con un tono di voce schietto e sincero.

"Oh si figuri signore, per lei questo e altro!", rispose la recluta che si voltò e uscì dalla stanza.

Frank mangiò la pizza con molta tranquillità senza pensare alle indagini ma la quiete non durò molto: il suo cellulare iniziò a squillare.

Alzata la cornetta, sentì una voce flebile e sommessa: era il maggiordomo dello storico Mick Wall.

"Signor Murphy aiuto, vogliono uccidermi, aiuto, aiuto!".

"Chi vuole ucciderti? Pronto! Pronto!... che cavolo!", e la linea cadde.

Frank non perse un attimo di tempo, afferrò immediatamente le chiavi del fuoristrada e aprì l'armadio dei fucili, prendendo un fucile calibro 12 a pompa e spalancando la porta dell'ufficio.

Quando uscì dalla stanza gli si avvicinò Mike: "Hey Frank che succede? Dove vai così di fretta?", poi vide che in mano aveva un grosso fucile e deglutì impaurito:

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