Capitolo 2

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"È libero?" Una voce maschile richiamò la sua attenzione. Lei si girò notando il ragazzo che stava indicando il posto in tribuna affianco al suo.

"Oh sì certo" si spostò leggermente per dargli un po' più di spazio.

Si rigirò, riprestando l'attenzione sulla partita. Era un po' a disagio ma non ne avrebbe fatto caso.

"Non mi sono ancora presentato, mi chiamo Alan"

Si girò ancora una volta per guardare Alan che intanto lui, continuava a guardare  davanti a sé, dove si svolgeva 'la gara'.

"Piacere di conoscerla Alan, io sono Cassie, Cassie Robert" sorrise, nonostante lui non la stesse prestando di uno sguardo.

"Mi stai seriamente dando del lei?,guardaci abbiamo sicuramente la stessa età!" Si voltò lui con un fare giocoso e indicando con le mani prima lui e lei, e ripentendo l'azione diverse volte.

Sorrise non sapendo cosa rispondere trovando la cosa divertente. Era un tipo simpatico nonché parecchio carino.
Aveva i capelli castani con gli occhi della stessa tonalità, aveva il solito taglio con la cresta usata spesso dai maschi ma a lui stava particolarmente bene. Anzi gli stava magnificamente.

"Parlami un po' di te, sembri molto simpatica" continuò lui. Non sapeva perché si fosse interessato così tanto a lei, probabilmente il suo gruppo di amici aveva qualcos'altro da fare, sicuramente si stava annoiando da solo e si sarebbe accontentato di lei. Questa è stata la sua prima impressione: un ragazzo a posto, simpatico e pieno di amici. Ciò che lei non era. Benissimo.

"Non sono così interessante come tu credi" la avvisò lei.

"Ho capito, sei una ragazza difficile" alzò gli occhi al cielo.

"Non è vero, ti ho solo detto che non sono così come credi" cercò di spiegare lei. Si chiedeva continuamente cosa doveva fare. Lui non la conosceva neanche! Era un perfetto sconosciuto e come tale, doveva solamente stare zitto e guardare la partita.

"Come vuoi tu" finì lui interrompendo il discorso. Aveva usato un tono abbastanza cupo, quasi triste dal fine che fu la loro 'conversazione'.

Un gruppo di persone urlava insulti e quant'altro verso l'arbitro e ciò la scosse leggermente per poi girarsi e notare un ragazzo della squadra avversaria a terra.
L'arbitro teneva in mano un cartoncino color rosso, stando a indicare un fallo compiuto da un compagno di squadra di suo fratello.
Molte delle persone che urlavano stavano protestando. Probabilmente erano quel tipo di genitori che tenevano alla vittoria più dei figli. Insensata la cosa! 

"Tu invece?" Chiese lei dopo un po'. Si sentiva leggermente in colpa. Anche se  lei  non aveva fatto niente, il suo carattere troppo gentile che si ritrovava la faceva sentire così e beh, poi si stava annoiando: tutte quelle proteste la stavano innervosendo e non riusciva a concentrarsi sul gioco. 

"Io cosa?" Ribatté  Alan, prestando attenzione alla ragazza.

"Parlami di te, sembri molto simpatico" imitò lei, le parole che le erano state dette da lui poco tempo fa'.

"Beh mi chiamo Alan, come ti ho già detto, Alan Price, sono di Londra e faccio la terza liceo, proprio qui al fin della strada c'è il famoso carcere solitamente chiamato 'scuola' dove io sono obbligato ad andare" ridacchiò e lei con lui.

"Non ci siamo mai visti"

"Che?" Aggrottò lui la fronte

"Non ci siamo mai visti, nonostante frequentiamo la stessa scuola" spiegò la ragazza con un sorriso.

"Fico, allora ci vediamo là, ora devo andare mi stanno chiamando!" Disse anche lui con un sorriso mentre indicava il telefono che stava squillando.

"Ci vediamo allora!" Fece un saluto con la mano e il ragazzo le rispose con lo stesso movimento alzandosi e andando via.

Lei rimase da sola, con la folla sempre presente e la palla in campo che volava da una parte all'altra.
Era passato un bel po', controllò quindi l'ora.: si erano fatte le 5.30 p.m. e la partita stava per terminare, nonostante nessun punto da parte di entrambe le squadre.
Cercò con lo sguardo suo fratello,
Per fortuna ho messo le lenti a contatto pensò.
Ed eccolo lì, mentre correva per recuperare il pallone lanciato probabilmente da un suo compagno, era una buona possibilità di vincere segnando un goal.
Correva verso la porta avversaria mentre con i piedi guidava la palla appena presa verso la sua direzione e cercando di sviare i ragazzi dell'altra squadra, con lo sguardo cercava i suoi compagni.
Ne trovò uno e, essendo stato intrappolato dagli avversari tirò il pallone verso di lui quale tirò e fece goal.
Si sentirono subito tante urla di esaltazione e tante altre di delusione.
La ragazza felice si alzò e anche leggermente stanca si avviò verso l'uscita per tornare a casa.

-

"Ehi Cassie mi passi il sale?" La voce di suo padre la svegliò dai suoi pensieri.
Quel pomeriggio, dopo essere tornata a casa da suo fratello, era rimasta a casa.
Evviva la vita sociale il suo subconscio la derideva. Ma non importava. Lei stava bene così.
Era stata in camera sua e per fare qualcosa si è dedicata ai lavoretti. Ne sono usciti dei vasetti per le sue piante che tiene su suo balcone. Le piaceva la natura e tutto ciò che riguardava l'argomento.
In quel momento stava mangiando. Infatti, dopo aver finito di fare tutto ciò che si era stabilita, era arrivata l'ora di cena.

"Oh, sì certo" rispose facendo ciò che le era stato detto.

"Sei un po' tra le nuvole, a che cosa stavo pensando?" Sua mamma e il suo lato investigativo erano pronti a far scena.

Non fece in tempo ad aprir bocca che suo fratello la interruppe.

"Al suo nuovo ragazzo!"

"Che?" Disse il resto della famiglia all'unisono.

"Non fare la finta tonta! Ti ho visto oggi con quel ragazzo!" Puntò il dito il ragazzo contro sua sorella.

"Ma se l'ho conosciuto oggi! Non fare la spia se non sai le cose!" Se suo fratello avesse continuato così, non sapeva neanche lei cosa gli avrebbe fatto.

Per fortuna il battibecco finì con l'intervento della loro madre e nessuno ha più proposto l'argomento.
Lei era tornata in camera sua, sdraiata sul suo letto, quando sentì la vibrazione del cellulare. Controllò subito e si accorse di aver ricevuto un messaggio.
Era un semplice 'ciao' ma da un perfetto  sconosciuto. Strano.
Il telefono vibrò di nuovo. Era ancora lo sconosciuto.
Se te lo stai chiedendo, sono Alan.
Quando eri distratta ti ho preso il numero :)
Spero mi perdoni,ma sei una tipa simpatica e vorrei tanto conoscerti..quindi a domani! Baci xx
Le rispose ricambiando il saluto per poi rannicchiarsi nelle coperte. Quel ragazzo era strano. Potevano essere amici.

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Spazio autrice!
Allora vi piace la storia?😏
Spero di sì!
Comunque.. Non mi sono neanche presentata (😂) mi chiamo Laura Heheh
Scusate eventuali errori
Lauxx

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