III. Giulia

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<Giulia, noi usciamo, andiamo dai McGregor a cena.> dice mio padre, affacciandosi in camera.
<Ok! Ah, papà...non aspettatemi svegli, torno tardi.> Mi guarda, come per dire "sai che novità".
<Va bene, mi raccomando stai attenta!> mi bacia e se ne va.

Che cosa fantastica essere soli in casa, nella mia particolarmente. Essere da soli per me equivale al silenzio e non c è niente che io apprezzi di più in questo momento. Peccato che non possa godermi questo momento di pace, sono le nove e mezzo e sono in netto ritardo sulla tabella di marcia del mio venerdì sera. Corro in bagno, doccia veloce. Ancora completamente bagnata, ritorno in camera alla disperata ricerca di qualcosa di decente da mettere. Spulcio scrupolosamente tra le mie cose e niente, non c'ho niente da mettere. Tipico. Niente panico, Sarah ha una vita più mondana della mia. Opto per un vestito nero corto che mi sta forse un tantino stretto, essendo più "abbondante" di mia sorella. Mi trucco leggermente e...et voilà, direi che sono pronta.

Da: Giulia
A: Sara
Grazie per avermi salvata anche questa sera. Ho preso in prestito il vestito nero e i decolté. Sei una sorella fantastica! :-P

Da: Sarà
A: Giulia
Con le tette che ti ritrovi e quel vestito come minimo stasera ti fidanzi! Divertiti!
Che cretina!
                           

Skypark, sempre troppo affollato. Per fortuna stasera siamo nel privè, è il compleanno del cugino di Sofie e ci ha invitate, pur non conoscendoci. Arrivate al tavolo, scattano le presentazioni: " Robert, Lane, Peter..." mi presento a mia volta, senza soffermarmi troppo sui loro nomi, tanto non li ricorderò comunque.

<Ragazze, lui è Andrew, mio cugino.> Sofie, ci presenta questo tipo, per niente male, alto, bel sorriso. Molto, molto carino. Peccato per il biondo dei capelli, dovrei esserci abituata dopo più di un anno al fatto che gli inglesi sono per lo più biondi. Sguardi complici compaiono sui volti delle mie amiche, direi che questo Andrew non è passato inosservato. Solo Francesca, la mia amica di sempre, sta pensando ad altro. Per essere più precisi, a Riccardo! Lunga storia la loro. Lunga, strana e contorta. Stanno o non stanno insieme non è dato saperlo. Non l'ha ancora capito nessuno, neppure loro. Si guardano, si cercano, si amano ad intermittenza però. Troppo orgogliosi entrambi, troppo testardi. Troppo tutto. Si vogliono bene, e tanto anche. Nessuno dei due, però, riesce ad aprirsi completamente con l'altro. Nessuno dei due riesce a dire all'altro "voglio stare con te e basta". Piuttosto si fingono disinteressati. Si amano quando possono e, quando non possono, amano altre persone. Amano e si pentono. Perché nessun altro è Riccardo. Perché nessun altra è Francesca. L' amore ha i suoi tempi, forse loro si sono incontrati semplicemente nel momento sbagliato. Forse.
Claire, una nostra compagna di corso, e Francesca si lanciano al centro della pista. Iniziano a ballare come delle indemoniate. Mi fanno morire dalle risate, trasmettono un'allegria pazzesca. Per quanto mi riguarda, non essendo una ballerina della Scala, ho bisogno di almeno un drink prima di iniziare a dare il meglio di me.

<Dai!! Venite a ballare!!> urlano le due pazze. Mi guardo intorno, sorrido notando le espressioni di Lane e Sofie. Ci guardiamo e scoppiamo a ridere, senza un reale motivo.

<Siccome insistete, eccoci!> dico, dandomi delle arie.
<Ma dai Ju, fai questo per noi?! Che brava che sei! Dai, forza, a ballare!!> Ju, beh si...qui non è contemplato il chiamarmi con il mio reale nome. Ormai sono Julia, o July o, ancora, Ju.

Ci ritroviamo noi cinque al lato destro della pista a saltare, ad urlare, a fingere di catare parti di canzoni che rimbombano nei timpani, ma di cui non conosciamo neanche una singola parola.

<Ehm...ragazze??> Lane si gira più volte su se stessa, come se avesse avuto una qualche visione.
<Ehm cosa? Che hai?> chiede Francy.
<No, niente ma...Sofie dov'è?> alziamo all'unisono gli occhi al cielo.
<Oddio sembravi una visionaria! Dopo tre ore ti sei accorta che non è qui?!> la prende in giro Francesca, poi ci pensa su < Però, effettivamente, dov'è? Non la vedo qua in giro.>
< Tranquille, dove può essere? Indovina, indovinello...> e butto lì l'indovinello meno riuscito di sempre.
<Sta con Simon!> rispondono in coro, come se stessero facendo una gara e in palio ci fosse un premio per la più veloce a rispondere.
<Tolto ogni dubbio, io vado a fare un giro. Qualcuna di voi vuole da bere?> chiedo.
< Si, fai tu. Prendi quello che vuoi, a fiducia!>

Attraverso la pista, facendomi largo tra la folla ansimante e decisamente sudata. Mi avvicino al bancone. Mi tocco il fianco sinistro, cercando invano la borsa. Cazzo, l'ho lasciata nel privè. Riattraverso la pista, dopo tutte le spintonate che sto dando e ricevendo, domani sarò color prugna. Prendo dalla borsa le card, i soldi e...

< Tu sei Giulia, se non sbaglio.> Andrew, il motivo per cui siamo qui, il cugino della mia data per scomparsa amica, mi si piazza davanti.
< Bravo, ti sei ricordato il mio nome. Ottima memoria!> la butto sull'ironia.
< Sofie mi parla sempre di voi, ormai posso dire di conoscervi.>
"Vorrei poter dire lo stesso, ma Sofie, la tua adorata cuginetta, non ha mai parlato di te prima di questo momento" non lo dico, ovviamente.
< Spero non ti abbia raccontato proprio tutto, altrimenti sai che figura!> ma che sto dicendo?
< Assolutamente nulla di cui vergognarsi. Ti va se ti offro qualcosa da bere?>
E adesso che dico? Per carità, è molto carino, mi sembra anche simpatico così su due piedi. Vabbè...
< Guarda stavo andando proprio lì, quindi perché no!>
Usciamo dal privè, mi ritrovo nuovamente a fare su e giù tra la folla.  Mi prende per mano: < Così non ci perdiamo> dice.
Arrivati al bancone, faccio scegliere a lui il mio drink e ne prendo due per le ragazze. 
Nel frattempo, mi chiede di me. Cosa faccio nella vita, che cosa studio. Cose così.
< Studi all'Imperial College, vero?>
< Si, tu come fai a saperlo?>
< Anch'io studio li, ti ho vista nei corridoi. Diciamo che non passi inosservata...>
< Scusa, devo portare questi alle mie amiche altrimenti si annacquano. Ci vediamo dopo, ok?> Anche a questo giro non gli do modo di proferire altro. Indico i bicchieri e schizzo via. I complimenti...non li sopporto. Non so mai cosa rispondere. Mi imbarazzano da morire. Però è carino e anche simpatico. Pessimi gusti però, questo drink fa davvero cagare!
                                       •••
Vedo da lontano, dietro un gruppetto di ragazzi, Riccardo. Credo che mi abbia vista anche lui, sta venendo da questa parte.
<Francesca dov'è?> troppo diretto come sempre!
<Ciao anche a te! Si, tutto bene, sei carino a chiederlo...>, ironizzo.
<Si, si...ok. Comunque, dov'è la tua dolce metà?> fa pure il simpatico. Dio, quanto mi sta sulle palle.
<Sta ballando e si sta divertendo. Ti prego, non fare lo stronzo come al solito che le rovini la serata.>
Alza gli occhi a cielo: <Se, vabbè! Chi era comunque quello con cui ti tenevi per mano, fino a poco fa?> Ma i cazzi suoi mai, eh?!
<Un amico, ma in ogni caso a te che importa?! Ogni tanto, almeno, prova a farti gli affari tuoi!>
<Un amico, certo come no! Glielo dico a...> non lo dice il nome, sa che so perfettamente a chi si riferisce. <Senti Ric, per quello che mi importa, di quello che vuoi a chi ti pare!>
Gira i tacchi e se ne va. Va dalla mia Francy, va dalla mia migliore amica a spezzarle il cuore, ancora una volta. Lui glielo spezza ed io glielo ricucio.

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