"Cos'è?" Mi domandò il mio ragazzo incuriosito.
"L'ho fatto prima, è il simbolo delle olimpiadi"
"Oh Bhe carino" disse non troppo entusiasto.
Informai Giuseppe che sarei tornata a casa e uscì dal suo appartamento.
Più mi avvicinavo a casa più sentivo forte della musica, dubitai che fosse mio zio all'una di notte.
Quando la musica cessò notai dei ragazzi con degli strumenti uscire dal bar di fronte a casa mia, le figure erano poco chiare a causa del buio e della poca luce provocata dal solo lampione nella via.
Notai che i ragazzi stavano parlando con una ragazza dall'altra parte della strada.
X: ancora lì?
"Aspetto mia sorella" rispose la ragazza.
X: ti aspettiamo domani al locale eh
Aspetta.
Quella è casa mia.
Quella è mia sorella.
Strinsi a me la borsa e iniziai a correre per poi saltarle in braccio.
"Quanto mi sei mancata Martii" dissi stringendola a me.
"Anche tu sorellì"
"Però ora entriamo che ho sonno e piove"
Continuò poi quasi ridendo.
Entrammo in casa e andammo a dormire.
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I'indice di mia sorella continua ripetitivamente a premere sulla mia guancia per svegliarmi.
mugugnai qualcosa di incomprensibile poi mi alzai senza nemmeno salutarla.
"Tatuaggio? Un'altro?" Mi domandò Martina.
"L'ho fatto Marti" sbadigliai pronunciando quest'ultima parola.
"Oh, comunque ho molto da raccontarti"
La presi per mano e la trascinai in cucina per far colazione.
"Cosa?"
Mi domandò dopo parecchi minuti dalla mia affermazione.
"Abbiamo vinto le olimpiadi ieri"
"Cooosa? Davvero? Oddio sono felicissima per te. Io invece non potrò più ballare a per colpa delle ginocchia"
"Oh, mi spiace" affermai davvero dispiaciuta abbracciandola.
"Eh un'altra cosa"
Iniziò a raccontarmi tutto ciò che era successo il giorno precedente provocando strani versetti da me.
"Non vai agli allenamenti oggi?"
"Oh prima non mi hai fatto finire"
Gli risposi abbassando lo sguardo.
"N-non posso più giocare, anch'io le ginocchia"
Dissi tutto d'un fiato, cercando inutilmente di non spezzare la voce.