Capitolo6

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E ogni giorno che dovevo dipendere da una sola persona ,quando ne avevo tante,senza speranza andavo ad aggrappare la mia debolezza ad una "amica",ero io la mia debolezza,ero troppo aperta ,non capivo dove dovessero vivere i miei pensieri,così li facevo trasferire da una testa all'altra,fin quando anch'essa si voleva fermare per riprendere fiato e poter di conseguenza continuare a scappare da una parte all'altra senza ritorno,senza nutrirsi d'amore,ma di indifferenza, magari un giorno avrei capito che i miei pensieri erano stanchi di viaggiare,e li avrei fatti vivere nella mia testa,in una casa con una porta che poteva essere aperta solo per entrare ,ma mai per uscire,pk ogni cosa che entrava nella mia testa doveva restare nella mia testa,nessuno doveva sapere,e da allora capì a mie spese che la società era troppo impegnata a distruggerti che non aveva tempo per poi rimettere insieme i pezzi ,così imparai a tenere tutti i pezzi ,qualcuno cadeva nella strada da percorrere ,ma ritornavo sempre per raccogliere esso ,e ricongiurlo a gli altri,per poi continuare la lunga e in termina bile strada verso la vita .

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