Incomprensioni

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Vi consiglio di leggere questa storia, non perché la scrivo io e mi potrei sentirmi realizzata nel sapere che ho dei lettori ma ve la consiglio davvero se vi piacciono i racconti leggermente diversi dalle tipiche storie d'amore con due ragazzi che si innamorano e poi si mettono insieme ma poi arrivano i problemi e blabla. Troppo scontato. Il mio libro parlerà di più argomenti, sarà anche "giallo" poiché c'è un bellissimo mistero da risolvere, c'è l'amore ok ma non sarà una storia scontata. Provate a leggere almeno i primi capitoli che pubblicherò pian piano, vi piacerà se non siete persone scontate! Ora però, proseguiamo da dove siamo rimasti, ovvero l'incontro tra Sofia e Kyle, quest'ultimo all'inizio potrà risultare antipatico poiché il passato lo tormenta.

"Kyle, mi chiamo Kyle."

Non chiesi il suo nome, lo disse lui di sia iniziativa.

"Io sono Sofia, grazie per l'aiuto..." Mi sentivo strana, non sapevo come dialogare con lui, era come se cercavo di non commettere errori ma d'un tratto mi calmai, presi la bottiglietta e lo salutai.

"E' un bel nome, sei italiana quindi? Mi sembra un nome italiano." A quanto pare voleva continuare a parlare ma per un paio di secondi mi ero quasi bloccata.

"Indovinato, ora devo andare. E' stato un piacere." Non volevo averci nulla a che fare, chi mi garantiva che facevo bene a parlarci? Era un bel ragazzo, simpatico sì lo ammetto ma non mi ispirava fiducia. Forse la colpa era delle ragazze che mi guardavano dall'alto verso il basso, come per dire "Ma guarda la tizia nuova, già parla col belloccio". Non so se facevo bene a pensarla così, i miei amici mi hanno sempre definita permalosa e paranoica.

Quando mi allontanai non mi disse nulla, mi fece un cenno col testa per salutarmi e tornò dai suoi amici.

In seguito una delle ragazze che mi fissava durante la pausa, la vidi alla lezione di inglese e anche lì mi guardava con insistenza, mi stavo leggermente stufando di avere i suoi occhi puntati addosso.

A fine lezione, si avvicinò e mi chiese con un tono di voce preoccupato di parlare da qualche parte.

Eravamo fuori all'aperto, sedute su degli scalini e nella testa mi assillavano troppe domande: "Perché vuole parlarmi?" "Come mai mi ha portata qui?" "Perché mi fissa silenziosamente?" "Cosa cavolo sta succedendo?"

"Somigli un bel po' ad Ashley." Finalmente la tipa aprì bocca, ma chi era questa Ashley?

"Non capisco di chi tu stia parlando."

"Come puoi non sapere...Ashley Beckam?"

"E' un'attrice o cosa? Fino a qualche mese vivevo in Italia, non capisco davvero."

"Ah, sei nuova! Scusami allora, Ashley ed anche Candice erano due studentesse piuttosto note qui alla Goldway, un anno fa sono scomparse senza motivi chiari. L'unica traccia trovata era un biglietto lasciato alle rispettive famiglie ma non diceva il motivo della loro fuga, dopo qualche mese hanno trovato il corpo di Candice... Quello di Ashley no, quindi vedendo passare nei corridoi una ragazza a primo impatto simile a lei, ci ha lasciato senza parole."

Ora era chiaro, anche se ancora non mi sembrava vero, ero finita in un telefilm o cosa? Eppure era vero, mai mi sarei aspettata di ascoltare una storia simile.

"Cavolo, non so cosa dire..."

"Non c'è nulla da dire in effetti, hai presente il ragazzo che hai conosciuto stamattina? Kyle intendo"

"Sì, ho presente."

"Bene, lui era davvero innamorato di Ashley anche se lei non se lo filava ma lui insisteva ogni giorno... Quando abbiamo saputo della loro scomparsa, Kyle si era sentito davvero male e ha passato una settimana lontano dal liceo e da amici." Non capivo perché si era messa a raccontarmi anche di quel ragazzo, io cosa potevo fare? Assolutamente nulla, solo ascoltare e mostrare un pizzico di interesse e dispiacere.

"Mi dispiace allora, che brutta storia."

"Sì ma tutto questo te lo sto raccontando perché Kyle potrebbe volere fare amicizia con te, stamattina aveva gli occhi lucidi poiché aveva notato una ragazza simile alla sua Ashley. Io ti suggerisco di stargli lontana, è stato un anno difficile per lui quindi è meglio che stia lontano da tutto ciò che possa fargli ricordare il suo vecchio amore." Questa ragazza che mi parlava così apertamente di questa faccenda piuttosto delicata, doveva sicuramente provare qualcosa per questo Kyle. Ero abbastanza intuitiva e al 90% avevo ragione.

"Ho afferrato, sei molto affezionata a lui a quanto vedo."

"Tantissimo ma ehi, noi ancora non ci presentiamo. Sono Sarah Nelson, piacere."

"Sofia Conti, piacere mio."

Dopo quella chiacchierata particolare, capii meglio il motivo degli sguardi di stamani e della gentilezza di Kyle nei miei confronti. Avevo davvero una sosia? Volevo una foto di Ashley, volevo vedere con i miei occhi perché sarei simile a questa ex studentessa ormai scomparsa ma non mi sembrava carino domandare a Sarah una foto solo per curiosità.

Quando finì anche la sesta ora, ero pronta per tornare a casa dopo un primo giorno di scuola bizzarro, non ero riuscita a farmi degli amici ma almeno so di avere una sosia scomparsa e non è una cosa che capita tutti i giorni.

"Sofia, ci rincontriamo." Era Kyle. D'un tratto pensai che se lui era cotto di questa Ashley l'anno scorso non poteva prendersi una cotta anche per me solo perché siamo simili d'aspetto, se davvero fosse stato così allora questo ragazzo era semplicemente idiota.

"Ciao Kyle"

"Successo qualcosa? Mi sembri preoccupata"

"Preoccupata? Non credo, ti sbagli"

"Scusami, non voglio sembrare appiccicoso..." Ma qual è il suo gioco? Non sapevo come trattarlo, dopotutto non potevo ignorarlo.

"Figurati, devo prendere l'autobus quindi ti saluto." Appena lo dissi, mi fermò prendendomi il braccio.

Aveva lo sguardo perso.

"Kyle?"

"Scusami, non so cosa mi sia preso. Bene, ci vediamo in giro allora Sofia."

Io purtroppo un po' sapevo il motivo di quel gesto ma non potevo farci nulla. Non ero la sua adorata Ashley.


Mi perdevo nei suoi occhiWhere stories live. Discover now