Gellert Grindelwald

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Vidiil sole illuminare Godric's Hollow dalla piccola finestra della miastanza. Era caldo, alto, splendente, il quale – in altrecircostanze, in un altro momento, in un'altra vita – avrebbe ancheportarmi della gioia, quella che ormai, da più di un mese, mi avevaportato via.

Sentiimia sorella rigirarsi nel letto, poco lontana da me. Di solito,dormiva nella sua stanza al piano di sopra, accanto a quella diAberforth. Ma, da quando nostra madre era..., lei ha insistito perdormire con me. Il fatto mi aveva stupito, non la decisione che nonvolesse dormire da sola, ma perché avesse scelto proprio me e nonnostro fratello al quale era visibilmente più legata.

«Tupuoi combattere la mia magia» mi aveva confessato in un sussurro,una notte «Lui no.»

Esapevamo entrambi quanto volesse più bene ad Aberforth che a me.Come sapevo che lei si sentiva terribilmente in colpa per quello cheaveva fatto.

«Nonè colpa tua, Ariana, lo sai?» avevo mormorato una notte, qualchesettimana dopo che... lei ci aveva lasciati.

Avevosentito muovere la sua testa, nel sonno. Cercai di convincermi cheavesse annuito.

«Sonoun pericolo» aveva mormorato «Prima nostro padre, ora...»

Lavoce si incrinò ed iniziò a singhiozzare.

MormoraiLumos, e la punta della mia bacchetta si accese. Il volto pallido dimia sorella e solcato dalle lacrime.

«Nondirlo» dissi «Non dirlo nemmeno.»

Miabbracciò. Fu il primo ed ultimo abbraccio sincero che ebbi da lei.

Mialzai da letto e cercai di fare meno rumore possibile per usciredalla stanza.

«Aberforth?»mormorò mia sorella, stropicciandosi un occhio «Ah... sei tu.»

Nonlo disse in tono troppo deluso, era più una costatazione.

Mami fece comunque male.

Ioero lì, bloccato in quella casa invece di viaggiare intorno al mondoinsieme ad Elphias. Dovevo stare lì, a badare a lei a mio fratelloperché non avevamo nessun altro di cui poterci fidare. Mia madre, ohlei, era sempre stata fin troppo protettiva nei confronti di Ariana.Aveva avuto le sue ragioni, ma ora... se lei non fosse stata cosìrigida, non mi sarei trovato in quella situazione. Ero un giovanemago pieno di talento che se ne stava lì con i suoi fratelli minoriperché non potevano badare a loro stessi. Non te lo danno un premioperché hai saputo badare egregiamente a tua sorella menomata. Non telo davano un premio perché cercavi di impedire che tuo fratellocercasse di compiere incantesimi poco consoni sulle capre. Eh no! Ipremi li vincono chi riesce a fare delle scoperte, i premi li vinconochi riesce a viaggiare in lungo e in largo alla ricerca di meravigliesconosciute. I premi non li vincono coloro che rimangono bloccati aGodric's Hollow per fare il fratello maggiore perfetto.

Larabbia stava salendo piano piano alimentata da quei pensieri. Cercaidi calmarmi, cercai di tranquillizzarmi.

Nonera colpa di Ariana se ero bloccato lì.

Nonera colpa neppure di mio fratello.

Nondovevo prendermela con loro, non dovevo permettere alla miafrustrazione di alimentare la mia rabbia.

Però,non potevo far finta che non esistesse.

«AndiamoAriana» dissi alla fine «Aberforth ci aspetta di sotto.»

Unsorriso.

Eraun piccolo sorriso, forse con una nota di malinconia, ma era sempreun paio di labbra incurvate. Era meglio di nulla.

Per il bene superioreWhere stories live. Discover now