-Un caffé e una brioche vuota, grazie- piove così forte, piove tanto da rimanere immobile per qualche istante con occhi concentrati oltre quella vetrata appannata. Il nulla. -Le brioches vuote sono finite, ne preferisce un'altra?-. Rompo per un momento il mio stato di rigidità muscolare -una qualsiasi andrà bene.- Mi siedo su un tavolino all'angolo e prendo lo scontrino tra le dita, lo giro e decido di scrivere una frase che avevo sentito da bambina, da adolescente, da adulta mille volte o più : "andrà tutto bene". Lo faccio sempre, mi aiuta, mi rassicura.
L'Italia dovrebbe esser nominata The Brioche State. Non ne ho mai mangiate di così buone in altri paesi, eppure ho viaggiato, ho viaggiato tanto. Tutti vogliono viaggiare, molti lo fanno, quasi nessuno trova la serenità alla fine di quel viaggio tanto voluto e sognato. Un viaggio è una piccola vita, una versione tascabile di se stessi in nuove terre. Ma succede che i ponti cadono, e sei costretto a tornare indietro. Succede che i giorni corrono, avere un cuore in due non è facile, ognuno vuole più della metà per sé, e io son partito per andare lontano. Conservo il pezzo di carta mentre me ne esco dal bar, corro velocemente verso l'auto cercando di scappare alla pioggia incessante sugli uomini di quella città. Ho i brividi, accendo il motore, bisogna ripartire. "Andrà tutto bene" mi ripeto.
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Andrà tutto bene.
RomanceQuel sorriso dentro al cuore che ti dice che andrà tutto bene, partirai come un soffio tra la gente, che cielo sceglierai? Saluterai il sole. Alzati che è vero, non esiste un'altra volta, qui c'è il mare che ti aspetta, non temere di essere sola, qu...