Diario di Sophie

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25 Marzo.

"Non adesso perfavore" gli dissi all'uscita da scuola, circa mezz'ora dopo, quando tutti erano già andati a casa o a prendere l'autobus, mentre noi due eravamo seduti lì, sul muretto. Le sue mani stringevano le mie, imploravano il mio amore. "Volevo solo... ecco... stiamo insieme no? Senti Sophie, cosa succede? Me lo vuoi dire? Non riesco a sopportare questa situazione, ci sto male, e non ti capisco più. Da due settimane sei cambiata. Non sei costretta a parlarne, ma credo che tu mi debba una spiegazione." Queste parole mi hanno ucciso. Non sapevo più cosa rispondere. Allo stesso tempo però provavo una specie di liberazione. Il cuore, la mente, lo stomaco, tutto si ingarbugliava. Non sono mai stata brava con gli addii, del tipo: "non ti voglio, vattene". Mai stata così sfrontata, ma per stare bene e per non vivere nella menzogna ce ne vuole nella vita e a me è sempre mancata purtroppo. "Scusami, non provo più nulla per te, davvero mi dispiace. Girati i tacchi mi sono avviata verso casa con le mani in tasca. Sinceramente non mi importava di come Mattew l'avesse presa, la testa girovagava per i fatti suoi. Per tutte le volte che mi ha fatto soffrire lo meritava, anche se è bello come pochi, bello davvero. Arrivata a casa attivo la connessione a internet e vedo che mi arrivano due messaggi da Anna e due da mia madre. "Come l'ha presa?" "No aspetta ma almeno l'hai salutato come si deve?" E i due di mia madre dicono "verso che ora sei a casa?" "Com'è andata la verifica di chimica?". Strano. Nessun messaggio da Mattew. L'avrà presa bene spero anche perché non voglio creare problemi. Rispondo ad Anna dicendo che domani a scuola le spiegherò tutto. Mi butto sul letto e sogno una vita dove le persone si degnano di chiedermi come sto.

Wasn't expecting thatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora