Il vento era freddo. Nell'arco di pochi giorni, il bosco aveva subito una completa metamorfosi. Un tappeto di foglie secche ricopriva il terreno. Le scrocchiavano sotto le scarpe a ogni passo. Il sole cominciava a scendere, e il giallo aranciato degli alberi perdeva allegria.
Jessica si strinse il cappotto addosso. L'aria le usciva dalle labbra in piccole nuvole di condensa.
Era così strano, essere lì da sola. Senza Roberta, senza Flavia. Senza nessun'altra fonte di rumore a parte i suoi stessi passi e il suo stesso respiro. Mentre avanzava fra gli alberi, lontana da sentieri nascosti dalle foglie, faceva di tutto per causare rumore. Un tentativo di scongiurare l'inquietudine del silenzio.
Aveva superato le ultime panchine da qualche minuto ormai, addentrandosi nella parte misteriosa del boschetto, quella meno vitale, quella dove le famiglie non si avventuravano. Si avvicinava al punto in cui tutto aveva avuto inizio.
Le grida di Asia le rimbombarono nel cervello. Jessica strinse i denti e scosse la testa.
Non adesso.
Continuò a camminare, finché qualcosa la indusse a fermarsi: il prurito alla guancia si stava trasformando in una miriade di chiodini conficcati nella sua pelle. Si sforzò di non grattarsi, di non graffiarsi via quel poco che restava della sua faccia.
«Lo so che sei qui!» urlò nel vuoto.
La ragazza mostruosa non le rispose. Jessica schioccò la lingua contro il palato, si strinse entrambe le braccia al corpo e mosse qualche altro passo. Riconosceva quello spiazzo. All'apparenza non aveva nulla di diverso, un semplice lembo di bosco come tanti. Ma anche se le foglie e la natura avevano cancellato ogni traccia, le urla di Asia, il suo tormento, il suo dolore, restavano intrappolati lì. Riecheggiavano nel silenzio.
Jessica si costrinse a inghiottire e andare avanti. Asia non era il motivo per cui era tornata lì.
Quella notte, una figura era appostata nel buio. Le fissava in silenzio. Jessica era sicura che si trattasse di lei, la ragazza mostruosa. Per questo aveva deciso di tornare, per affrontarla faccia a faccia. Non le avrebbe permesso di uccidere ancora.
Qualcosa si mosse, lo colse con la coda dell'occhio. Jessica si voltò di scatto. Qualsiasi cosa fosse stata, non c'era più. I suoi passi non avevano provocato nessun rumore.
Jessica si voltò di nuovo. Ed eccola lì. Davanti a lei.
Un bulbo oculare incastonato in una matassa di carne cremisi. I capillari rossi si intrecciavano fra loro in una rete fitta, una rete che teneva rinchiuso qualcosa. Un'emozione. Possibile? Quella creatura possedeva emozioni?
Jessica si premette la mano contro la bocca, a trattenere un conato di vomito. Lo mandò giù a fatica, ma l'acido dei succhi gastrici le corrose la gola. Nonostante il corpo la pregasse di allontanarsi, lei puntò bene i piedi nel tappeto di foglie e rimase lì. A fronteggiare quel mostro.
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Metamorfosi
HorrorJessica è la ragazza più amata dell'intera scuola; tutti la vorrebbero, tutti la invidiano, tutti la amano... Eppure, l'unico di cui le importa davvero qualcosa sembra essere interessato alla bellezza incontestabile di Asia. Jessica ne è così gelosa...