Capitolo VI

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Dopo una settimana in quel bunker, ritornò a scuola. Era da solo,nessuno voleva rivolgergli la parola. Tornò in classe e guardò con sofferenza quei tre ragazzi che all'inizio dell'anno furono i suoi migliori amici. Cercò il posto più lontano possibile da loro, dalla parte opposta dell'aula insomma. Ripensava ad Antoine, alle notti passate insieme a divertirsi, alla marea di stronzate che avevano fatto insieme. Poi vide Gulliver ed ebbe un flashback. Rivide quella scena. Il calcio al computer e quelle urla che uscivano da esso. Si voltò immediatamente a seguire la lezione. Una tranquillissima lezione d'arte dove il prof stava per interrogare qualche ragazzo. Ovviamente lui non aveva studiato e se il prof l'avesse interrogato avrebbe preso un impreparato. Ad un tratto squillò il telefono del prof. Era la madre. Si era allagata la casa e lei aveva bisogno del figlio. Così il prof scappò immediatamente dall'aula e corse verso la sua auto. La classe rimase inizialmente in silenzio, poi ci fu un mormorio di sottofondo. I ragazzi un pò alla volta uscirono gradualmente dall'aula. E uscì anche Pierre. Voleva fumare ma non aveva le sigarette. Decise di recarsi in cortile nel vano tentativo di riuscire a scroccarne una. E come per miracolo trovò un ragazzo che gliela diede. Si chiamava Fernando, un ragazzo si origine spagnole. Iniziarono a dialogare e ad affinare la loro relazione. Pierre si bloccò per un secondo e pensò :" Ma se diventa mio amico o morirà o mi abbandonerà". Aveva paura di questa sua ipotesi. Ma aveva bisogno di un supporto morale. Aveva bisogno di un'amico.

PierreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora