Capitolo due: "Una misteriosa comparsa"

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Fabio si staccò delicatamente da Sofia, dopo quelli che le parvero lunghi minuti di piacere, e rimasero sulle sponde del lago a parlare del più e del meno per buona parte della mattinata, fino a quando un leggero tremore non li fece sussultare entrambi. A Roma i terremoti non erano molto frequenti e quando capitavano, non erano né troppo deboli, né troppo forti. Questo, però, era molto lieve: probabilmente si stava sviluppando in una zona non molto distante, disperdendosi fino a loro. Sofia si girò verso Fabio, perplessa.

Quando la leggera scossa finì, Fabio disse: - Sarà meglio tornare a casa. Magari Karl saprà dirci la causa di questa scossa. -.

Sofia annuì e si alzò; Fabio la imitò. Per tutto il tragitto sul sentiero fangoso, rimasero entrambi in silenzio; a metà strada, in mezzo al bosco, in un'apertura tra i fitti rami degli alberi, riuscirono a scorgere il villino nella quale abitavano. Ma c'era qualcosa di strano: una parte della villa era in ombra, peccato che gli alberi alla sua destra proiettassero la loro ombra verso sinistra - senza raggiungere la casa - e il sole fosse già alto nel cielo azzurro senza nuvole. Strizzarono le palpebre e osservarono meglio l'abitazione: al di sopra di essa, spuntava una chioma verde all'apparenza impenetrabile. Fabio e Sofia si guardarono stupiti e, come se si fossero letti nel pensiero, corsero insieme a perdifiato verso la villa.

Arrivati alla porta, la spalancarono e si diressero verso l'enorme biblioteca. Rimasero a bocca aperta: un albero dalla corteccia dura, con una circonferenza colossale, si ergeva al centro della sala e delle scale vi giravano attorno. Sofia provò una gioia immensa nel vederlo e gli occhi le si appannarono: quell'albero le era mancato tantissimo da quando era scomparso dopo la battaglia finale. Lo raggiunse e allargò le braccia intorno alla corteccia, in un abbraccio incompleto. Una piccola scossa di allegria le invase il corpo e si mise a ridere, una risata fragorosa che non faceva da tanto tempo. Poi passò una mano sul tronco, come per accarezzarlo, e si girò verso Fabio, che aveva richiuso la porta e si era appoggiato ad essa, stupefatto. Sofia notò una figura colorata che scendeva dalla scalinata, la quale portava al piano di sopra: un ragazzo alto e magro, con i capelli biondi, gli occhi azzurri slavati nascosti sotto la montatura degli occhiali, il viso un po' paffuto e con un pigiama azzurro con gli orsetti leggermente corto. Karl era a bocca aperta e si avvicinò lentamente alla poltrona di velluto color crema lì vicino, continuando a tenere gli occhi fissi sulla maestosa pianta.

- Vedo che non sono l'unico ad aver sentito la scossa sismica e ad averne visto la causa...- disse indicando l'albero.

- Noi eravamo al lago quando l'abbiamo sentita, anche se leggera. Ci siamo incamminati per il sentiero fino a un certo punto, dove abbiamo visto che qualcosa di verde spuntava dal tetto e... -

- ...avete corso per arrivare il più presto possibile. Sbaglio? -suppose Karl interrompendo Fabio.

Questi annuì.
Sofia, ancora abbracciata all'albero, si staccò e si girò verso i due.

- Che cosa significa questo? - chiese con sguardo incerto e un po' timoroso.

- Niente di buono, credo. Il prof. è ad un convegno a Berlino e non possiamo affidarci a lui; inoltre, non sappiamo come reagirebbe alla vista di ciò. Sarà meglio chiamare gli altri! - esclamò, e si diresse verso il telefono fisso.

Mentre chiamava, Sofia si avvicinò a Fabio su uno dei due divani verdi disposti a cerchio con la poltrona, su cui si era seduto Karl. Si sedette su un bracciolo e osservò il resto della stanza: non era cambiato nient'altro. Le pareti giallastre, il lungo tavolo nero con dieci sedie verdi, il parquet chiaro, le finestre che illuminavano l'ambiente, gli arazzi appesi al muro, le lunghe e voluminose librerie ..... tutto era rimasto come prima, fatta eccezione per alcuni dipinti e foto: prima appesi ai muri, ora per terra.

I poteri di Mashit - La Ragazza Drago 6Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora