Capitolo I Gin Lemon e Giacche di pelle.

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L'aria fredda di Dicembre gli entrava nelle ossa, Milano non gli era mai piaciuta, la trovava una città triste e fredda, tremendamente fredda. L'unico motivo che continuava a tenerlo inchiodato lì era un modesto lavoro, trovato esattamente un anno prima grazie al cugino del suo amico Pietro, che viveva in quella tremenda città da anni ormai. A Giovanni mancava molto Bari, la sua adorata città, il sole, il caldo, i suoi amici più stretti e soprattutto la sua famiglia, non si sarebbe mai abituato a tutti quei km di distanza, però sapeva che allontanarsi da tutti quei problemi era stata la scelta più giusta che avrebbe mai potuto fare, sapeva che se fosse rimasto lì, uno come lui, non avrebbe mai concluso nulla di buono. Terza sigaretta spenta e Gio , come amava farsi chiamare lui, era deciso ad accendersene un'altra mentre aspettava Pietro che, come suo solito, era in ritardo, quando finalmente vide spuntare in lontananza il ciuffo biondo pettinato all'insù e sempre un po' spettinato del suo amico, che continuava ad avvicinarsi a passo di marcia.

Pietro era una di quelle persone su cui potevi sempre contare, era lì quando si doveva far festa ed era ancora lì quando invece sembrava che il mondo stesse per crollarti addosso, probabilmente proprio per questo Giovanni continuava a sopportare i suoi ritardi spropositati ed il suo essere, a volte, leggermente tanto ansioso.

''Continuo a chiedermi perché siamo ancora amici, io e te '' esordì Giovanni una volta faccia a faccia con Pietro, il biondino rise di gusto '' perché in cuor tuo sai che nessuno sarebbe capace di sopportarti come ti sopporto io'', Gio rise, consapevole di quanto fossero vere quelle parole, nonostante non si conoscessero da moltissimo tempo, sapeva che Pietro avrebbe fatto qualunque cosa per lui, come infatti aveva fatto nei primi 7 mesi di Giovanni a Milano, vedendo lati di lui che avrebbero spaventato chiunque altro, ma non lui, lui si era rimboccato le maniche e l'aveva aiutato, tirandolo fuori da quella merda che era la sua vita fino a quel momento.

La musica gli rimbombava nelle orecchie, non aveva ancora capito per quale assurdo motivo erano andati in quel locale, gente ubriaca che si dimenava al centro della pista, ragazzi che ti spingevano per passare, drink che costavano un occhio della testa quando alla fine erano quasi sempre annacquati e ragazze con vestiti cortissimi che ti si buttavano addosso, be magari quest'ultimo dettaglio non gli faceva proprio schifo. Con i gomiti appoggiati al bancone del bar Pietro studiava la situazione, cercando di intercettare qualche bella ragazza con cui passare la serata, mentre Gio ordinava da bere, sporgendosi verso il barman e alzando la voce per farsi sentire nonostante la musica che gli perforava i timpani ''due Gin Lemon'' si limitò a dire, aspettando poi paziente che glieli preparasse. È vero, diceva sempre che non amava le discoteche, ma al quinto Gin Lemon le sue priorità venivano sempre rimesse in discussione, infatti ora ballava con in mano il suo drink, la t-shirt nera attaccata al corpo per il sudore, gli skinny jeans neri parzialmente bagnati dal negroni che una tipa gli aveva fatto cadere addosso mentre cercava di ballare sensualmente davanti a lui per provocarlo, ma tutto quello che aveva ottenuto era stata un'imprecazione ed un Giovanni del tutto disinteressato a lei. Era così preso dal suo drink e dalla musica che non si era neanche accorto di aver gettato il suo giacchetto di pelle a terra, con tanto di cellulare e portafoglio nella tasca interna. Buttato il bicchiere vuoto però , era tornato a concentrarsi sulla bionda davanti a lui ed al suo vestito eccessivamente corto, che però non sembrava affatto disturbare Giovanni, il quale decise di prenderla per mano e portarla in bagno. Due dei grandi punti deboli di Giovanni erano le belle ragazze ed il sesso e quella sera con quella biondina, di cui non conosceva neanche il nome,  aveva ceduto, trascinandola infatti nel bagno delle donne. Spinse energeticamente la porta con la mano sinistra che aveva libera, sbattendola in faccia ad una ragazza dall'altra parte e facendola cadere a terra ''cazzo che male '' continuava a ripetere la moretta con le mani sul viso ''ma sei scemo? '' domandò come se però conoscesse già la risposta, lui le tese la mano e la tirò su ''su andiamo che non ti sei fatta niente, guarda che non ti esce neanche il sangue, falla finita'' concluse tornando a trascinarsi dietro la bionda ed andando verso un bagno libero ''ma sei proprio un completo coglione'' lui alzò la mano e le fece il dito medio senza neanche girarsi ''fanculo tu e quel gommone che ti porti dietro, questo è un bagno, se devi scopare vattene in albergo '' la ragazza era su tutte le furie, possibile che tutti i bei ragazzi fossero così stronzi. Giovanni si sentì irritato, odiava che qualcuno gli parlasse così, aveva fatto dei passi da gigante in quell'anno a Milano, ma a volte proprio non riusciva a controllarsi e così si girò ed andò dritto dalla ragazza alle sue spalle, fino a far sfiorare i loro nasi ''stai zitta brutta idiota'' disse a denti stretti, la ragazza si spaventò vedendo gli occhi del ragazzo pieni d'ira, ma era troppo testarda ed impulsiva per lasciar correre ''stai zitto tu, razza di troglodita'' Giovanni non ne poteva più, voleva solo tornare dalla bionda e divertirsi un po', non poteva di certo picchiare una ragazza, ma non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, lui le stava così addosso che a lei iniziò a mancar l'aria, si costrinse però a non indietreggiare, mentre lui faceva un passo avanti per avvicinarsi ancora di più, ormai i loro nasi si sfioravano ''ringrazia che non picchio le donne'' lei inghiottì, cercando di mantenere la calma, gli mise una mano sul petto nel tentativo di allontanarlo ''levati, puzzi'' fu tutto quello che gli disse. Scattò qualcosa nel cervello di Giovanni che gli fece desiderare di prenderle quella testa e fracassargliela contro il muro, era fastidiosa e non si decideva ad andarsene e starsene zitta, la spinse contro il muro, bloccandole ogni via d'uscita, lei fece più pressione sul petto di lui, cercando di allontanarlo, ormai aveva paura e voleva andarsene da lì o, ne era certa, lui l'avrebbe colpita ''levati e fammi passare'', lui le tolse la mano dal petto, un contatto breve e sfuggente, ma un brivido gli percorse la schiena, si scansò e la lasciò uscire, la seguì per un po' con lo sguardo fino a quando non sparì nella folla. La bionda era dietro di lui con le braccia incrociate, mentre picchiettava con il piede e sbuffava sonoramente ''hai finito?'' chiese acida, lui scrollò la testa ''fanculo anche tu'' e se ne andò senza troppi convenevoli. Cercò Pietro per una ventina di minuti, trovandolo poi in un angolo del locale avvinghiato ad una rossa con un top che le lasciava scoperte le spalle ed anche l'ombelico ed un paio di leggins di pelle, che lasciavano ben poco all' immaginazione, rise e decise comunque di chiamarlo  ''andiamo a casa, sono stufo '' Pietro cercò di incenerirlo con lo sguardo, si staccò dalla ragazza a malincuore, le lasciò un bacio veloce e si diresse verso l'uscita con il suo amico guasta feste. Si guardarono ridendo ''ma dov'è il tuo giacchetto?'' chiese sorpreso Pietro, Giovanni scosse la testa ''l'ho cercato ovunque, non so che fine abbia fatto, ho telefono e portafoglio dentro, lasciamo perdere guarda.''





Helloooo... Eccomi con una nuova FF, questa volta sul mio adorato Giòsada. So che non è niente di che, però questa storia esce fuori da un sogno che ho fatto qualche notte fa ed ho voluto subito buttare giù qualcosa. E' già tutto pronto nella mia testa, spero solo che vi piaccia e la seguiate, perchè sarà ricca di sentimenti e di colpi di scena, ho anche un altro capitolo pronto e ci sto davvero mettendo tutta me stessa in questa FF... Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, nel bene e nel male. A presto dolcezze,

-FEDE.

Amami, se hai coraggio. ||Giò Sada||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora