Capitolo 4 Memories Hurt.

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Francesca si svegliò all'improvviso, la testa le girava e le faceva male, rimase per un po' sdraiata nel letto che le risultava estraneo a guardarsi intorno. C'erano tante foto appese alle pareti, era curiosa e questo la portò ad alzarsi nonostante le gambe pesanti e la testa che le vorticava pericolosamente, ma le voleva vedere, voleva conoscere qualcosa di Gio, qualcosa di personale, di intimo e non c'è niente di più intimo di una foto appesa al muro della propria stanza. Una foto che decidi di tenere lì, è abbastanza importante da farti decidere di svilupparla e abbastanza privata da tenerla nella tua camera. Racconta qualcosa di te, sono ricordi talmente belli che, anche se le persone raffigurate in essa non ci sono più, tu vuoi comunque tenerli lì con te, per sempre. Un bambino sorridente con le guance paffute e le braccia incrociate al petto attirò la sua attenzione, doveva essere Giovanni da piccolo, gli occhi ed il sorriso erano gli stessi di ora, ne era certa. Continuava a camminare per la stanza e a guardare tutte le foto, erano davvero tante e rise di alcune, dove c'era lui con degli amici o solo Giovanni che faceva facce buffe, lui sempre con la sua barba e quel sorriso che lo contraddistingueva. Si soffermò su una foto in particolare però, c'erano tre ragazzi sorridenti, stretti in un abbraccio che si guardavano tra loro. Era sicuramente di qualche anno prima, lo capiva dal viso di Giovanni, senza barba e con un volto decisamente più da ragazzino, anziché uomo come ora. In quel momento la porta della camera si aprì, Gio teneva la porta con un piede e nelle mani un piccolo vassoio, quando alzò lo sguardo vide Francesca sveglia e sorrise spontaneamente

-ti ho svegliata?

posò tutto sulla sua scrivania ed aspettò che lei dicesse qualcosa, ma era troppo imbarazzata per riuscire a mettere insieme una frase di senso compiuto , così si limitò a scuotere la testa, aveva i capelli spettinati, era vestita come una appena scappata di casa ed aveva ancora il segno della federa del cuscino sulla guancia.

Fantastico. Non solo ti ha beccata a frugare per la sua stanza, ma sembri anche una vagabonda.

Si lamentava mentalmente per essersi fatta trovare così, ma ormai la frittata era fatta e tanto valeva provare almeno a non fare la figura anche della scema. Fece un passo avanti e si fermò, non convinta che volesse avvicinarsi troppo a lui.

E se ti puzza l'alito? Oddio avrai anche il mascara sbavato.

Quella vocina fastidiosa nella sua testa non voleva saperne di stare zitta, si schiarì la gola e finalmente si decise a parlare

-Grazie mille per tutto questo - Allargò le braccia e le mosse freneticamente, indicando il letto e la colazione, Giovanni sorrise, sollevato del fatto che lei gli avesse finalmente parlato

-Oh figurati, non mi hai disturbato, poi sei piccolina, non sei neanche ingombrante.

Scoppiarono entrambi a ridere per la battuta quasi stupida di lui, ma era una risata sincera, entrambi erano felici in quel momento e Gio soprattutto, era tanto tempo che non si sentiva più così leggero.

Si sedettero entrambi sul letto a fare colazione e Francesca, ormai troppo incuriosita da tutte quelle foto, volle fargli qualche domanda

-Chi sono quei ragazzi con te in quella foto?

Disse indicando la foto che poco prima aveva catturato la sua attenzione, Giovanni però si irrigidì, non voleva parlare di quello, lei non poteva chiedergli una cosa del genere e lui non voleva ricordare.

-Nessuno. Non dovresti impicciarti di cose che non ti riguardano - e risultò più acido di quello che in realtà volesse, si alzò di scatto dal letto andando verso la parete e staccando quella foto, mettendola poi in uno dei suoi cassetti. Francesca si irrigidì, sì magari non erano cose che la riguardavano, ma non doveva risponderle così.

Amami, se hai coraggio. ||Giò Sada||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora