Con un tremito, un'altra stella scomparve dalla Tela.
Il cielo rossastro della Metropoli Infinita si stendeva a perdita d'occhio mortale sotto lo sguardo di Kethern. Egli però, che era ben lontano dall'essere un mortale, poteva vedere, ben delineati, tutti i suoi limiti.
Il suo palazzo di cristallo nero era inquieto ormai da qualche tempo. Pochi giorni secondo la percezione dei suoi abitanti, circa trecento anni per un umano. Luci verdi e azzurre interrompevano la quieta oscurità della sua superficie, facendo oscillare fastidiosamente la rigida disciplina dello spazio e del tempo intorno ad essa che, dopo tanta violenza, il suo padrone era riuscito ad ottenere.
Tuttavia, quello che poteva portare migliaia di vite mortali a spegnersi come candele in una tempesta era nient'altro che un miserabile fastidio per Kethern, ma era ben consapevole di come tale anomalia derivasse da un problema ben più grande. Preoccupato, teneva i suoi occhi del colore del cosmo in alto sulla Grande Tela, mentre il piccolo bagliore bianco si dissolveva, lasciando un altro inquietante buco sul manto di luci.
«Non è il momento opportuno per litigare, Malakut.», disse, senza voltarsi né distogliere lo sguardo. Alle sue spalle, una piccola sagoma femminile si era materializzata dal niente, e già si aspettava di non riuscire a cogliere di sorpresa il suo storico nemico.
«Non sono qui per questo. Ho avvertito l'oscillazione, quindi volevo osservare la Tela da vicino. Il tuo palazzo è il più alto della città, e da nessun'altra parte si può ammirare così bene. Stai diventando paranoico.» disse, mentre sedeva sul cornicione dell'ampia terrazza posta sulla sommità del grande cristallo nero, il punto più alto della Metropoli Infinita.
«Ammirare? Neppure la presenza della Bestia era mai riuscita a farmi avvicinare alla paura in questo modo. Ammira pure. Sentire la tua ingiustificata arroganza svanire di fronte a questa realtà sarà per me una consolazione, seppur decisamente magra.»
Solo un'altra volta Malakut vide Kethern comportarsi in quel modo. Erano avversari da tempi immemori, e in un'altra situazione avrebbe gioito non poco nel vedere questo stato d'animo del suo ben più forte e influente avversario. Egli, con il suo braccio, la sua voce e il suo sguardo, poteva annientare ed annichilire tutto. Eppure, ora, sembrava davvero inerme.
«Non ti sentivo così dalla scomparsa del Creatore.» disse con una punta di provocazione, ma in cuor suo aveva effettivamente poca voglia di scherzare. Era sicura che nulla,tranne La Bestia e Il Creatore stesso, potesse intimorire Kethern.
Il gigante non tollerò ulteriormente i modi sardonici della ragazza. «L'Achilys è ormai prossimo.», disse il grande arconte, continuando a darle le spalle. «Manca davvero poco.»
Malakut sussultò. «Non dire sciocchezze, Kethern. Non giungerà mai il tempo dell'Achilys.»
«Ecco che commetti nuovamente un errore elementare. Ricordati: giunge il tempo per ogni cosa. Da quando il Creatore è scomparso, ho sempre avuto questo presentimento. Lo avresti mai immaginato? Lui, che sparisce come se non fosse mai esistito. Ricordati che nulla è scontato, e nulla è eterno. Neppure noi.»
Kethern non era tipo da menzogne o giri di parole. Questa sua sicurezza in qualcosa di talmente terribile riempì Malakut di una paura ancestrale, antichissima, e tremendamente umana: la paura della morte.
«Ti consiglio di correre. Se tieni tanto agli esseri umani, questa potrebbe essere la tua ultima occasione.» sentenziò Kethern, in tono cupo e freddo.
Malakut fece un passo indietro, tremando, somigliando davvero ad una ragazzina spaventata e senza alcun potere ultraterreno. Somigliando ad un'umana.
Gettò un ultimo sguardo verso la Tela prima di correre via attraverso il tessuto della realtà, giusto in tempo per vedere un'altra stella scomparire, inghiottita da un atroce nulla.
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Eterno Cremisi
Mystery / ThrillerQuesto romanzo è, come si evincerà dalla lettura, ancora acerbo, in continua correzione e modifica e ancora lontano dall'essere completo. Ovviamente, la copertina è più che provvisoria e, forse, persino il titolo. Avvertimento: nonostante lo abb...