Edward Green Collins e Harvey Fisher percorsero velocemente i cinquanta metri che li separavano dal Wallgrane Kent.
L'auto di McFarlane che avrebbero usato per un'eventuale fuga, un'Audi nero opaco iperaccessoriata da almeno sessantamila dollari, era parcheggiata ad un'adeguata distanza dal cancello dell'hotel. Connor sedeva in macchina, poiché avrebbe dovuto rimanere in incognito: Webb lo conosceva, non poteva farsi vedere. Sicuramente, avrebbe preferito agire direttamente e non semplicemente attendere che quei due uscissero con le prove. Ciononostante, si fidava di Edward e della sua risolutezza in questa missione, quindi si accese una sigaretta e si rassegnò al dover attendere con ansia la fine di questa storia, brutta o bella che potesse essere.
Il parcheggio interno del Wallgrane Kent si stava nel frattempo riempiendo di lussuose automobili, e i facchini si muovevano frenetici e senza sosta per accogliere i ricchi ospiti della festa. Il tempo sembrava peggiorare ogni minuto e le star tutto volevano meno che rovinare i loro vestiti o l'acconciatura a causa dell'acqua, quindi scendevano dalle loro auto e correvano veloci verso l'entrata, non prima ovviamente di aver presentato l'invito al sorvegliatissimo ingresso, piantonato da almeno sei individui. Il più piccolo fra questi pesava, forse, centodieci chili.
I due mostrarono i pass alle guardie al cancello, per un primo controllo. Una volta all'asciutto sotto il portico, il giornalista chiuse l'ombrello datogli da McFarlane. «Green, cerchi di mostrarsi sorridente e affabile. Già riterranno abbastanza strano che ben due reporter dello stesso quotidiano entrino per delle semplici interviste audio e qualche appunto.» disse Fisher, notando la faccia tesa di Edward.
«Non preoccuparti, Harvey. La mia è solo un po' di concentrazione. Ti assicuro che sarò così raggiante da essere stucchevole.» Ed si mostrò diretto ma informale, cosa che fu molto gradita a Fisher.
Ed e Harvey mostrarono i loro pass all'unico gorilla che, in quel momento, non era impegnato a controllare gli inviti.
«In due? Per il Brooklyn Morning?» disse l'uomo della security mentre li esaminava con il metal detector e li squadrava dalla testa ai piedi. Era un individuo talmente grosso, soprattutto così da vicino, da far vacillare per un attimo la sicurezza di Harvey, ma Edward non badò minimamente alla stazza dell'uomo. «Beh, il lavoro non sta andando poi così bene, giù in redazione, quindi tentiamo di raccogliere quante più interviste possibili e tirar fuori un buon articolo sulla serata.» disse, sfoderando un'espressione di rassegnazione assolutamente perfetta. «Normalmente lavoriamo da soli, ma le cose non sono più così semplici come una volta. Insomma, le stiamo tentando un po' tutte.»
Il tono di Ed era quasi completamente privo di emozioni, con una leggera punta di rimprovero e un'espressione talmente credibile che non lasciò spazio ad alcuna replica.
Il gigante dette velocemente un'occhiata alla loro attrezzatura e li lasciò entrare. «Ok, capisco. In bocca al lupo per la serata e per il lavoro, ragazzi. Vedete di non scocciare troppo gli invitati, ok?»
Dopo un rapido ringraziamento e un sorriso verso la guardia, Harvey si congratulò sottovoce con Ed. «Complimenti, mai visto nulla di simile. Dovevi fare l'attore, non il poliziotto.»
Ed considerò patetica la considerazione di Fisher e quasi non vi badò. La sua mente da segugio si proiettò in pochi secondi all'esaminare ogni singolo dettaglio di ciò che gli si parò dinnanzi.
Superarono l'ingresso per entrare nell'immensa Hall, dall'alto soffitto risalente alla metà del XIX secolo perfettamente restaurato, le colonne corinzie dipinte d'oro e i grandi ritratti di baroni e duchi, ancor più antichi dello stesso hotel e ormai difficilmente ricordati persino dai loro discendenti. Un colossale lampadario di cristallo risplendeva sopra le loro teste. Nell'aria, incensi profumati accesi da poco davano il voltastomaco, tant'è che alcuni invitati già avanzavano qualche protesta verso il personale affinché li spegnesse. Il tutto era tremendamente barocco e opulento. La qualità del cibo e dei drink era eccelsa, ma l'ottima cena di poco prima li aveva sufficientemente sfamati e ciò, unito alla tensione e ai miasmi dolciastri degli incensi, li tenne lontani dalle pietanze.
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Eterno Cremisi
Mystery / ThrillerQuesto romanzo è, come si evincerà dalla lettura, ancora acerbo, in continua correzione e modifica e ancora lontano dall'essere completo. Ovviamente, la copertina è più che provvisoria e, forse, persino il titolo. Avvertimento: nonostante lo abb...