Capitolo 1

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DIECI MESI PRIMA

Odio questo lavoro. Una ragazza di diciassette anni non dovrebbe nemmeno lavorare a mio parere.

A quest'ora dovrei essere con i miei amici, al parco Felici, con la musica ad alto volume. Rob mi racconterebbe del suo ennesimo ragazzo, Cam parlerebbe del suo smalto nuovo e Aurora dell'ultimo libro letto.
Rideremmo alle storie di Tommaso ed Andrea mangiando patatine, ci sdraieremmo sul prato e...

"BEATRICE! Quei clienti aspettano da mezz'ora!" L'urlo di Franco, il mio capo, mi distoglie dai miei pensieri.

Mi affretto al tavolo cinque e due anziani ordinando due cappuccini, nulla di nuovo.

Non succede mai nulla di nuovo qui.

Sempre la stessa fottutissima routine.

Desolata mi avvio verso la macchina del caffè e inizio a preparare i cappuccini.

Mentre attendo la macchinetta prendo il cacao e una volta pronti i due caffè, aggiungo il latte schiumato e infine decoro con il cacao i due cappuccini.

Dopo averli consegnati ai due clienti, che più che altro sembrano dei relitti del 1930, sento la porta aprirsi ed entrano due ragazzi alti e slanciati, i classici tipi pieni di ragazze e fascino e sembra anche che se la tirino un sacco, questi si dirigono a parlare con Franco.

"Bea! Bea! Hai visto quei due?", ecco appunto.

Francesca, la mia frizzante e fin troppo esaltata collega mi corre incontro. Come immaginavo, mentre si appoggia con i gomiti sul bancone, i suoi occhi fissano adoranti i due ragazzi e non li staccherebbe nemmeno se l'intera caffetteria andasse a fuoco.

"Sono così belli che potrei svenire qui davanti a te!"

"Magari ti decidessi a farlo così non dovrei sopportare la tua faccia da ebete in questo momento"

I due ragazzi entrano nell'ufficio di Franco e lei si gira a guardarmi delusa:

"Sai se avessi delle emozioni piacerebbero anche a te, peccato che tu sia un robot"

"E sto benissimo così, ora, se vuoi scusarmi porto questi succhi di frutta al tavolo quattro, mentre tu ti pulisci la bava rimasta".

Voglio bene a Francesca ma siamo completamente l'una l'opposto dell'altra.

Mi giro con i succhi sul vassoio, un attimo dopo urto contro un ragazzo che ora mia sta fissando con la camicia sporca, mentre il suo amico alto e slanciato sorride della scena sull'uscio della porta di Franco.

Merda è l'unica parola che mi viene in mente.

Can't stop nowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora