"Pazzi sì, però d'amore"

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Merda, merda, merda. Lui mi ha visto e io ho visto lui. Ormai è inevitabile. Cosa faccio? Non posso far finta di nulla. Posso solo salutarlo e andarmene. Non me la sento, da come mi guarda vuole qualcosa di più. Mi balena un'idea in testa. Sì, é fattibile. Mi giro verso mia mamma e le dico:"Mamma, lì su quella panchina c'è un mio compagno di classe. Posso andare a salutarlo da sola mentre tu fai un giro? Sai è molto timido altrimenti te l'avrei presentato". Mia mamma acconsente, e prende un'altra direzione. Ora la parte più difficile. Mi rigiro verso Ludovico e cerco di avvicinarmi con una andatura il più sciolta e naturale possibile. Cerco di convincermi che non sarà poi così male.

Sono ormai 10 minuti che stiamo chiacchierando, uno seduto affianco all'altra, e mi sto iniziando a rilassare e a conoscerlo meglio. Per esempio scopro che ha un fratello di 11 anni che ha appena iniziato la prima media, che ha fatto 5 anni di scout e che il suo colore preferito è il blu.
Di punto in bianco mi chiede se mi va di andare a fare un giro, data la bella giornata. All'inizio non capisco quello che ha appena detto, poi accetto volentieri. Quando ci alziamo e tiro fuori il telefono per mandare messaggio a mia mamma, stranamente mi chiede che modello è. Gli rispondo senza fare domande e continuiamo la nostra passeggiata.

Dopo una mezz'oretta mi offre un gelato e io accetto. Lui prende cioccolato e crema mentre io menta e nocciola. Mentre ci gustiamo il nostro gelato mi chiede se può assaggiare la menta. Faccio a malapena in tempo ad acconsentire e chiedermi come farà a prenderne un po', che lui mi ha già azzannato il gelato con un gesto veloce e sta già valutando se gli piace con aria da intenditore. Rimango un'attimo spiazzata da questo comportamento, ma poi sorrido e mentre lui si distrae faccio lo stesso con la sua crema. Poi lo imito facendolo scoppiare a ridere. Passiamo i successivi 5 minuti a mangiarci il gelato a vicenda ridendo come dei pazzi. Bè pazzi sì, però d'amore.

Pagato il gelato, continuiamo la nostra passeggiata in vicoli stretti e poco illumianti, sempre all'interno dell'enorme centro commerciale all'aperto. Pochi passi dopo esserci infilati in un vicoletto, mi prende per mano. Ricambio stringendogli dolcemente la sua e guardandolo negli occhi. Leggo nel suo sguardo un desiderio che provo anch'io. Il tempo si ferma. Non sento più niente, ho le orecchie tappate. E, senza nemmeno accorgermene, sento le sue labbra calde sulle mie. Non so quanto dura. Mi fa perdere la testa. Dopo esserci staccati continuiamo la nostra intima passeggiata silenziosamente.

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