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Se un secondo prima poteva definirsi impaurita, da quel momento in poi fu letteralmente terrorizzata. Si precipitò all'imponente portone in legno, sfortunatamente la sua visita era durata davvero poco. Applicò tutta la forza che possedeva per poter aprirlo ed andare fuori, al sicuro... o almeno così pensava. Tirò con prepotenza le maniglie sperando che i battenti si smuovessero, poi d'un tratto, un pezzo di foglio scese lentamente dall'alto planando fino a posarsi proprio sul palmo della sua mano. 'Non leggere' campeggiava anche questa volta sul dorso del biglietto, la grafia era la stessa. Notò anche delle lettere stampate agli estremi: era stato sicuramente strappato dalle pagine di un libro. Guardò i volumi a terra dietro di lei, erano nella stessa identica posizione di prima, guardò poi anche su il soffitto, niente da cui la carta sarebbe potuta cadere. Tutto assolutamente ordinario. Intanto gli strani sussurri erano cessati completamente.
Spiegò il foglio e lisciò le pieghe sulla superficie per poter leggere meglio:

'Le gambe virano via, il cuore spinge a vele spiegate, tuttavia, presto l'aleggiante vigore dello spirito richiamerà a con Morfeo.'

Rilesse le frasi ambigue, traboccava curiosità, i nervi del cervello sfrigolavano per la voglia di sapere. Cosa erano quei messaggi in codice? Si riferivano quindi a lei? Ficcò il biglietto ripiegato più volte in tasca e gettò ancora una volta le braccia al legno del portone cercando di sbloccare una via di fuga.

«Lasciamo che sperimenti il dolce e ingannevole gusto della libertà che posso concedergli; come da copione l'amaro giunge alla fine», sghignazzò lo spirito parlando a se stesso. Dalla sua posizione aveva una vista totalmente privilegiata e beh, niente da dire, aveva abboccato perfettamente: sceglieva sempre con cura la prossima preda, puntava sulla loro debolezza e poi succhiava via l'elisir dell'infima vita dai corpi mortali.

La ragazza finalmente riuscì nel suo intento e si catapultò fuori dalla diabolica chiesa. Nell'aria si aggirava limpidamente quell'odore acre di sangue, lo sentiva anche in gola: con il caratteristico retrogusto metallico, dolce e aspro, nauseabondo; aveva un conato di vomito proprio sulla punta della lingua. Possibile che un posto così sacro poteva essere anche così anfratto? Un vero e proprio locus horridus. Doveva trovare subito un taxi per tornare indietro, avrebbe cercato un'altra chiesa da fotografare e visitare. Cacciò il telefono dal cappotto rosa e controllò la ricezione: zero segnale. Beh, c'era da aspettarselo: voi sareste mai andati a piazzare un traliccio con l'antenna per il segnale nel bel mezzo di un bosco - più che temuto dalla gente del luogo - provvisto perfino di una piccola e deliziosa cattedrale abbandonata? Suppongo proprio di no. Ad ogni modo, le sarebbe toccato rifare tutta la strada a piedi, e per di più la temperatura stava abbassandosi rapidamente.
Si addentrò nel bosco non vedendo altre soluzioni, il sentiero infangato era come scomparso sotto il terreno, sprofondato al di sotto delle foglie secche.

Un paio d'ore di cammino furono sufficienti per farla sentire stanca, il bosco non cambiava neanche di una virgola, ovunque si girasse quello che vedeva era identico: alberi secchi, alberi, alberi secchi, alberi. Le sue gambe esauste si fermarono, spezzò alcuni rami e li ammucchiò in un punto a formare il tipico cumulo piramidale per un falò, prese l'accendino e con la fiamma bruciò dei rami in superficie, il fuoco poi si espanse ardendo anche gli altri che giacevano sul terreno. Lì vicino si stava sicuramente meglio.
Stava anche morendo di fame, non metteva qualcosa sotto i denti da ore e il suo stomaco ormai non era più in grado di reggere l'assenza di cibo da metabolizzare. Il fuoco si spense improvvisamente in seguito a una brusca folata anomala di vento.

Buona pasqua piccoli mostriciattoli !❤

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