6CAPITOLO

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Apro la porta della sala, tutti mi fissano,sembra che non mi conoscano.
Mi siedo e interrompo la storia di Mark "l'alcolizzato"

"Non sapete di cosa sono in grado di fare e cosa ho voglia di fare a certe persone qui dentro, una in particolare"
Lui guarda me e a quel punto tutti si voltano per guardarmi con una faccia sconvolta.
"Desidero quella ragazza anche quando non sono ubriaco.
Immagino la sua pelle che avvolge la mia, cerco di toccarmi da solo per riempire il suo vuoto, ma non può essere mai come quando la vedo e non la immagino"
Dice ringhiando.

Mi sento abbastanza a disagio, non so se sta parlando di me, ma questo mi inquieta abbastanza, anche perché quando parla mi guarda toccandoselo.

Ho paura e ho uno strano presentimento.
Lui continua a fissarmi, mi sta facendo schifo, cerco di distrarmi sentendo cosa ha da dire la nuova arrivata a questa gabbia di matti.
"Mi chiamo Helèna, ho trenta anni, sono venuta qui per disintossicarsi dal vizio che mi porto da quindici anni: LA DROGA.
Ho iniziato a farmi di qualsiasi droga sintetica che mi passasse sotto le mie mani, non che alle altre dica di no.

Faccio uso di stupefacenti per sentirmi bene, ma voglio cercare di capire che fa solo male a me e a chi mi vuole bene.
Inconsciamente sto male, ma ovviamente non me ne accorgo.
Sono andata in crisi per procurarmi la cosa che mi ammazza, distruggendo la mia carriera da futura scrittrice.
Non capisco niente quando non sono sotto gli effetti della droga, i miei neuroni si sono bruciati tutti ecco perché la mia carriera è rovinata.
Sono stata per due anni in carcere per spaccio e abuso di questa merda, ma neanche questo mi ha fermata.
Voglio smetterla. La odio quando non sono sotto il suo effetto e la amo più che mai quando la vedo e la provo."

Mi dispiace per lei...
Cerco sempre di non guardarlo, mi sento fissata, ma faccio finta di niente.
La terapia è finita e tutti usciamo dalla stanza, mi dirigo per l'ennesima volta verso casa mia, controllo il cellulare e vedo i messaggi di mia mamma.

"Ehi tesoro, io e tuo padre facciamo tardi questa sera, scusaci se non siamo ritornati a mangiare, ma ci hanno tamponato con la macchina.
Non ti ho voluto mettere ansia con trecento chiamate.
Purtroppo tuo padre è all'ospedale perché ha battuto la testa durante l'incidente!
Siamo al pronto soccorso!
Torniamo presto, non preoccuparti.
Baci la mamma"
Lo lascio aperto per un momento per riflettere su cos'era successo.
Se mia mamma dice che sta bene,allora è la verità.
Non mi preoccupo più di tanto, così continuo a camminare e a controllare la posta elettronica.
Mentre cammino, rivolgo lo sguardo dietro, mi sento qualcuno che mi segue.
Appena giro lo sguardo, lo vedo cazzo!
Vedo lui, sapevo che mi avrebbe seguito.
È lui l'alcolizzato della terapia di gruppo, mi sta seguendo e se n'è accorto che l'ho capito, sta accelerando il passo venendo verso di me.
Io accelero con lui ma dalla parte opposta. Sapevo che il suo discorso alla terapia era rivolto a me.
Mi sento toccare sulla spalla, cacciò un piccolo urlo.
"Stai zitta" dice
Io annuisco, il cuore mi batte a mille
Una delle sue mani è occupata nel tenere una bottiglia di birra, l'altra è posata con forza sulla mia bocca e ripete " ZITTA"
Annuisco velocemente e per un braccio mi porta in una strada chiusa.
La sua mano afferra con forza il mio piccolo braccio.
Mi butta vicino al cassonetto della spazzatura e batto la testa.
"Cosa ti ho fatto?" piagnucolo con il cuore in gola. Lo ripeto più forte "Cosa ti ho fatto?"
"Ecco cosa mi hai fatto!" Lo caccia.. è in erezione, lo prende con la mano ed inizia a masturbarsi velocemente. Piano piano si avvicina a me con gli occhi rossi.
"Perché a me? Ti prego , lasciami andare"
È drogato e ha bevuto e non poter fare niente mi rende ancora più nervosa.
" Ti prego lasciami stare"
Cerca di sbottonarmi i pantaloni, mi tocca il seno.
Comincio ad urlare, non voglio che mi tocchi!
Dietro di lui vedo correre un ragazzo sullo skate che viene verso me, lo afferra, "Ti prego aiutami" dico.
Lui urla bloccandolo "Scappa, scappa!"
Corro più che mai, sto piangendo tantissimo, mi fa male la testa.
Arrivò a casa, sono ancora spaventata, mi sento le sue mani sul mio corpo.
Tutto per colpa di questa stupida terapia.

Ma chi è quel ragazzo? Come si chiamava?
Potrò mai incontrarlo un'altra volta? Mi ha salvato la vita, voglio ringraziarlo anzi, DEVO!
Mi addormento con lui nel mio pensiero ed un cuscino tra le mie braccia.

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