Il castello di Dolgia, iniziato dal primo Vassallo di Kyton, verso l'anno della fondazione di Pheò, venne ideato per proteggere la regione di Drabirut dai Draghi, in quanto quella più vessata essendo al confine di mare con Bier. Drabirut infatti voleva dire in Volgsha "Ultimo Drago", ovvero l'ultima città dove fu avvistato un Drago.
Il castello di Dolgia, iniziato in quegli anni e rifinito nel 1300 circa, fu il primo castello di Corndwem e all'epoca era il più tecnologicamente avanzato di tutte le sette contee.
Non era il più alto, ma era disposto con cinque torrioni imponenti, posti a proteggere il mastio. Alti complessivamente dieci metri, tettoia a cono esclusa, composti in granito puro rosso, in grado di resistere ad alte temperature, ognuno di questi fortini era legato ad una funzionalità. Le torri più ai lati contenevano le attrezzature per la battaglia o per respingere gli assalti dei draghi - catapulte, frecce, armature-, quelle più rientranti fungevano da magazzino generale per gli uomini e le vettovaglie, e quella centrale era il punto da cui le Streghe lanciavano i loro incantesimi per respingere i Draghi e dove il Vassallo del Re prendeva le decisioni con i suoi generali, inviandoli a Pheò attraverso la Scatola Linbiten. Quella centrale veniva appunto detta Torre Rossa, perché la più assediata dal fuoco dei Draghi e perciò arroventata dalle lingue cremisi delle fiamme; a reazione con il fuoco, come si sapeva, solo in quel caso il granito rosso assumeva quel colore.
Inizialmente non fu una grande idea, per il re, finché non gli fu mostrato un piccolo dettaglio: la Torre di centro in realtà era una serie di mura circolari svolte a far credere che la vera torre fosse la prima a vedersi, mentre in realtà coprivano una torre leggermente più piccola e combaciante con le entrate e uscite apparenti della falsa torre. Così i Draghi attaccavano solo dei pezzi di pietra, mentre gli altri rispondevano da finestre rinforzate da ben due strati di mura.
Per arrivare da un capo all'altro dei torrioni, inizialmente vennero usati pontili di legno, che in seguito vennero sostituiti da un'idea rivoluzionaria. Ferius Segestier, Ediliere di Corte, con l'aiuto delle Streghe, creò un corridoio in Granito Rosso che percorreva i fianchi delle Torri laterali, attraversando il vuoto dell'abisso, per poi congiungersi alla scala a chiocciola della Torre Rossa. Era così sottile e incavato, da essere presto nominato Artiglio del Drago.Per l'appunto, era lì che Eliah Clove stava correndo, la pesante spada a due mani al suo fianco che sbatteva incessante contro la sua coscia. Con il senno di poi, sarebbe stato meglio per lui prendere una Falce o un Pugnale, ma era un'emergenza e il tempo non era con lui. In quel momento, a percorrere l'umido corridoio dell'Artiglio del Drago, gli veniva in mente solo una cosa: Drelimer, la creatura più dolce e inoffensiva che conoscesse dopo la sua Regina, era stata attaccata. Lo sapeva. Non se lo sentiva come una sensazione, lo sapeva. Gli era bastato proiettare il suo Rondò verso l'abitazione della Fata per sentire una disgustosa ondata di malvagità, della più orribile. Là era arrivato qualcuno la cui crudeltà era persino superiore a quella di Alexej, e Alexej era un mostro genocida.
Arrivato alla Torre Rossa, afferrò la prima torcia che vide, accendendola nel braciere più vicino, per poi salire la scala, verso la cima. Forse avrebbe dovuto informare Cicero. Forse avrebbe dovuto portarsi una scorta. Forse era un rischio troppo alto andare da soli. Un rischio che lui doveva correre per Drelimer: lo aveva cresciuto, lo aveva addestrato all'arte dell'Erbario, lo aveva aiutato con Mitio quando era ancora un infante... era quanto di più si avvicinasse a una madre per lui.
Arrivato in cima, percorse il salone, saltò lo Scacchiere* e si trovò davanti all'enorme scatola contenente la famosa Erba Linbiten. "Erba" per modo di dire, dato che era sabbia verde il suo contenuto, ottenuto bruciando e incenerendo un'erba ottenuta dal Prato di Pheò un solo giorno all'anno, che se non tagliata all'istante appassiva e perdeva il suo potenziale magico. Era rarissima e andava usata con parsimonia. In passato cresceva ovunque e bruciava con tanta intensità da essere usata per accendere camini nelle case povere; in seguito, però, alle numerose scomparse di persone avvenute a causa degli incendi e ai loro ritrovamenti in luoghi molto improbabili e lontani da casa, gli Erbari degli Ömre scoprirono che a contatto con il fuoco quest'erba, ridotta in cenere, era in grado di teletrasportare da un luogo all'altro, anche se non sempre avveniva con successo. Andava quindi usata per le emergenze. E quella, grande Kyton, era un'emergenza.
Il pigolare tenue di Glyfa lo fece voltare; si era completamente dimenticato della piccola Valciper, tremante e preoccupata, mentre svolazzava dietro il padrone.
Eliah la accarezzò leggermente, sussurrandole:- Devi rimanere qui, piccola. Non potresti essermi d'aiuto e...- Stava per aggiungere che poteva farsi male, ma la piccola ne approfittò per infilarsi nella sua manica e nascondersi sotto la maglia. Lui sospirò, esasperato: quando faceva così non c'era verso di farle cambiare idea. Si arrese all'idea e accettò di portarsela dietro.
Prese una manciata della preziosa cenere e la scagliò in aria. Quasi contemporaneamente, frustò con la torcia la scia verde lasciata dal Linbiten. Il gesto gli fece venire in mente brutti ricordi, ma li ricacciò indietro. Ora davanti a lui vi era il passaggio per la sua destinazione, un immenso squarcio rossastro, come se un artiglio infuocato avesse lacerato l'aria; squarcio che se non condizionato dalla destinazione, si sarebbe presto richiuso. Lasciata la torcia, afferrò con forza le membrane dell'apertura, bollenti al punto di causargli un'ustione, e urlò:- Capanna della Fata Drelimer.- per poi tuffarsi nel nulla.
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Le Cronache di Gadriel-Silver Clove
РазноеGadriel. Un regno di Fate, Streghe, Uomini e altre creature, meglio conosciuto come Mondo degli Otto. Un tempo uniti nella lotta contro i Draghi di Bier, gli Otto si sono divisi, facendosi la guerra per oltre un millennio. In questo mondo di usurpat...