Cuori che sanguinano

28 5 1
                                    

Le streghe erano avvolte in mantelli scuri, molto malridotti e ampi. Anche troppo vecchi per ragazze della loro età e il Conte suppose fosse per mascherarsi.
Una di loro sembrava arrivata alla maggiore età, dalla pelle ambrata e il viso tondo tipico delle giovani. Meno tipici erano quegli zigomi sporgenti e gli occhi talmente infossati da scomparire alla vista dei più, senza contare il fisico mascolino e sproporzionato di quella donna, con le spalle larghe, i muscoli sporgenti e i fianchi stretti. Dal cappuccio spuntavano ciocche di capelli castani tendenti al colore rame, ma non sembravano raggiungere i dieci pollici di lunghezza. Nonostante la giovinezza evidente, era una ragazza cupa, e le rughe intorno al viso la rendevano più vecchia di quanto poteva essere.
La ragazza al suo fianco sembrava essere ancora un adolescente e fissava tutti con il preciso tentativo di ucciderli con lo sguardo. I capelli erano bianchi come quelli di Eliah, ma resi spettrali dalla lunghezza e dalla boccolatura. Il viso era come quello di qualsiasi altra ragazza, ma sullo zigomo destro portava una stella dipinta di coloro nero.
Il simbolo delle Yaga... Pensò Clove sorpreso. E fu basito ancor più nel vedere ancora i Capelli di Ortica avvolti intorno ai loro polsi. I Capelli di Ortica erano l'unica arma per debilitare il potere delle streghe all'interno di esse, anche se nessuno sapeva il perché: le corde erano l'unico rimedio efficace, perché in mistura o in stato gassoso perdevano il loro potenziale; assomigliavano ad ortiche, ma a differenza delle loro parenti a stelo, erano rosse e si comportavano come rampicanti o licheni. Solo al vederle, a Eliah ribollì il sangue: era incredibilmente doloroso tenerle ai polsi per le streghe, e sconsigliato per streghe giovani. Troppe erano le testimonianze di streghe morte per eccessivi usi di quelle corde.
Ordinò:- Mettete loro corde di canapa sui polsi. E togliete loro quella roba. Ora.- Il tono di voce era rauco e non ammetteva repliche. Tanto, lo avvertiva che il cuore di quelle streghe era innocente. Ribolliva di rabbia, certo, ma non di cattive intenzioni.
Cato si fece avanti imperioso e furente:- Concedete misericordia a certe arpie?- Intanto le guardie si affrettavano a provvedere agli ordini.
Eliah si limitò a mugugnare in risposta:- Lo Jraki sciocco affonda con la sua barca, Cato e, francamente, io non so nuotare. Su un mare come questo, poi...-
- Ma sono le uniche che possano aver...-
- Come vi chiamate?- Chiese deciso e gentile lui, interrompendo Cato e rivolgendosi alle streghe.
La giovane strega arrossì in viso e borbottò:- S...Seraphyne.-
La donna, invece era gelida:- Jzaley.-
Eliah annuì:- E che cosa eravate venute a fare qui, esattamente? Non è venuta una decana con voi?-
L'albina urlò, ancora più rossa:- No! Non rivolgeremo una parola a mostri come...-
- No. Siamo venute per conto nostro.- Il commento freddo di Jzaley interruppe Seraphyne, che la fissò basita.
- Da quale strada? Le montagne? O l'entroterra?- chiese lui. Le streghe attaccavano da ambedue le zone, ma se venivano dalle montagne dovevano aver visto qualcosa... Qualsiasi cosa.
Corvina si alzò timidamente e si inchinò:- Signori... Io vado nelle mie stanze. Buon pomeriggio.-
Una volta che i saluti di rito finirono e si fu allontanata con le ancelle, Eliah parlò ancora alle streghe:- Allora? Mi serve una risposta. E siate sincere...-
Seraphyne provò, incrinando la sua anima con una bugia che il conte notò subito:- Monta...-
- Entroterra.- Jzaley gelò di nuovo la compagna.
Elia sospirò. Non erano colpevoli, in apparenza, ma nemmeno erano testimoni.
- E perché siete state sorprese a rubare nel carro della Testa di Drago?!- chiese astioso Cato.
- Cato! Faccio io le domande qui!- Il pugno del Conte batté una volta sola sullo scranno.
Seraphyn si fece avanti:- Siete in errore. Raccoglievamo erbe intorno al carro e loro credevano rubassimo. Siamo innocenti.-
- Innocenti! Siete innocenti anche di decine di uomini, donne e bambini uccisi dai vostri attacchi?!- Cato urlava sempre più forte, in risposta alla proteste di silenzio di Cicero.
Seraphyn era livida:- Come osate accusarci di questo?! Voi piuttosto avete mandati i vostri scagnozzi in cappuccio a uccidere streghe innocenti nel cuore della notte!-
- Basta così!- Eliah si alzò talmente in fretta da far sobbalzare anche le streghe. - Le interrogherò nelle mie stanze. Da solo! E non dite che è insicuro perché so difendermi!-
Cicero si fece avanti:- E se andasse nel boschetto qui vicino, il mio signore? Lontano da sguardi indiscreti?-
Le guardie gli porsero una balestra, ma lui scosse il capo:- Datemi le loro armi, piuttosto. Se le riterrò innocenti, le libererò al confine.-
- Non avete il diritto...-
- Ne ho ogni diritto, Cato. E non voglio sentir cori di protesta per colpa tua qui.-
Cicero si chiese se davvero era una buona idea. Vedendo il rossore di Cato, preferì dirsi di sì.

Le Cronache di Gadriel-Silver CloveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora