Sette anni dopo

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Si svegliò urlando boccheggiante. Mitio era saltato sul suo stomaco con tutto il suo peso da dodicenne, spezzandogli il respiro.
Lo fissò con astio, chiedendogli:- Come... accidenti hai fatto ad entrare? Ho detto a Tatia di chiudere a chiave-.
- Sì, ma non le hai detto di nasconderla, la chiave. È stato più facile del previsto- affermò lui sventolandogli il pezzo di ferro sotto il naso.
Eliah allungò le mani per afferrargli la chiave e il suo collo: prese solo la prima, perché Mitio saltellò giù con una tripla capriola all'indietro.
Se non fosse stato per corporatura, la sua agilità, il suo modo esasperante e dispettoso, il suo stesso modo di parlare, avrebbero potuto scambiare quel discolo dai capelli ricci e rossi per un Pixie-Dusah.
Il Conte si alzò con pesantezza, sbadigliando, troppo stanco per arrabbiarsi ulteriormente: fare il Signore di Popoli era facile per chi restava panciolle e spesso Elizabeth lo rimproverava di essere troppo buono con loro.
"Li vizierai!" lo aveva rimproverato una volta.
"Meglio viziati che rivoluzionari" rispose il giovane Clove.
Si alzò per dirigersi al lavello, in un angolo dell'immensa sala da letto. Era di Alexej, e poco era cambiato del suo arredamento dall'arrivo di Eliah: all'Inquisitore piaceva vivere in modo molto semplice, un lettone con il materasso come unico pezzo nobile voluto, mentre il resto comprendeva uno specchio a due ante a fianco del lavello, posto a sinistra del letto, un armadio di quercia un po' vecchio e degli strumenti di tortura appesi al muro opposto. Proprio questi ultimi oggetti soltanto erano stati tolti, per venire bruciati in un grande falò la sera stessa della sua presa di potere.
Arrivato allo specchio, si fissò vacuamente: poco era cambiato in quei sette anni del suo aspetto originario. Era più pulito e molto meno magro, certo, ma il suo volto allo specchio aveva ancora quei tratti del giovane Erbario albino che la Regina aveva obbligato a governare Drabirut. Occhi tendenti al rosa scuro, fronte spaziosa, spalle ampie, capelli perennemente in disordine, naso abbastanza grosso, bocca larga, mento incassato e orecchie minute; poco di quello che vedeva lo riteneva attraente fisicamente.
Il soffice muso di Glyfa gli si strofinò addosso, teneramente. Non avendo più la gabbia, il Valciper volava dove lo portava l'odore, il più delle volte verso il giardino di Masi Comia, l'unico posto a Drabirut dove si potevano trovare i fiori, a due passi dal castello.
Si sciacquò la faccia nel lavello, cercando di ricomporsi, poi, dopo essersi asciugato con un panno, chiese a Mitio:- Almeno hai fatto il bravo con le domestiche?-
- Sì! Henria può fornirti le prove-
Henria era la più anziana nel castello, oltre che la più saggia. Se diceva una cosa, era così e basta.
- Ottimo. Oggi è la tua giornata di lezione. Cosa vuoi sapere?- chiese Eliah mentre si infilava la camicia.
Ogni giorno pari del mese Eliah cercava d'insegnare a Mitio qualcosa di nuovo. Il problema era che Mitio era imprevedibile anche con le domande.
- Niente di complicato, eh? Le strutture del castello te le ho già...-
- Vorrei sapere come funziona il Rondò.- gli disse Mitio interrompendolo.
Eliah si fermò, prima di legare il cordone fissato ai pantaloni. Nessuno gli aveva mai fatto una domanda simile, tanto meno Mitio.
Si voltò, annodando i pantaloni e dicendo:- Perché mi domandi questo? Hai solo undici anni. Un po' presto per iniziare a...-
- Io sono solo curioso. Ho provato a chiedere a Boccalarga, ma mi ha annoiato a morte, e ho dovuto trovare un'alternativa-.
Lui lo fissò seriamente:- E sei ancora vivo per chiederlo a me?-
Si misero a ridere entrambi. Poi Eliah si fece serio e cominciò a spiegare:- Allora, da dove comincio? Anzitutto, il Rondò è una parola della Lingua delle Streghe che tradotto vuol dire "Canto d'Arma", ed è una tecnica introdotta dalle Streghe nel mondo umano per difenderci da esseri come i Molgt o i Pixie-Dusah. Non è magia e non è un'illusione, è la scienza dell'anima-.
Mitio piegò la testa a sinistra, stringendo gli occhi:- Puoi spiegarmelo possibilmente senza farmi venire mal di testa?-
Il conte si sedette sullo sgabello dell'asciugamano messo vicino al lavello, imitato dal ragazzo, che si sedette comodo sul letto disfatto.
Eliah continuò a spiegare:- Allora, mettiamola così: ogni creatura vivente, in questo mondo, ha un'anima, anima che ci mantiene vivi, perché è il nostro legame con il Demiurgo e la Magia! Ma la forza, che la nostra anima può tirare fuori, non sapeva nessuno di avercela... tranne una donna: Abigail-.
Mitio si fece tutt'a un tratto interessato:- Abigail? La prima e ultima Regina delle Streghe?-
- Proprio lei. Comunque, non si sa come, scoprì che l'anima delle creature del Mondo degli Otto emanavano onde positive, onde di bontà, che se espresse con forza, anche per gli umani, potevano causare seri danni ai Molgt. Ci sono vari livelli di Rondò: al Rondò Zero, le onde di bontà che emaniamo ogni giorno, un po' come quando ti accorgi dell'aura di positività intorno alle persone buone. Più i livelli si alzano, però, con il dovuto allenamento, più il Rondò rende devastanti gli attacchi lanciati dal proprietario, ma solo verso chi ha cattive intenzioni. Può essere come una spinta o una botta, ma è molto efficace-.
- Quindi, se tu colpissi uno come Cicero... quanto ti ci vorrebbe per fargli male?- chiese Mitio, che rischiava di confondersi senza esempi pratici.
- Chiacchiere incluse? Basterebbe il minimo- Risero di nuovo entrambi alla battuta.
Eliah si ricompose un secondo dopo, dicendo:- A parte le burle, non è possibile far del male a qualcuno o a qualcosa che non sia pieno di onde negative. Capisci? Il bene è attratto dal male e viceversa-.
Mitio era di nuovo confuso:- Come può "qualcosa" essere pieno di male?-
Il Conte indicò l'angolo lindo della stanza:- Ti ricordi le fruste e gli arnesi di Alexej? Ebbene, se li colpissi con il Rondò, probabilmente li distruggerei tutti, perché li ha usati per fare del male. Involontariamente, quegli arnesi sono stati riempiti di negatività-.
Fu allora che Mitio chiese:- E come spieghi l'Arma? Finora non mi hai mai detto che puoi usare armi, che senso ha chiamarsi Canto d'Arma quindi?-
Eliah gli mostrò un ciondolo che ornava la sua veste, dicendo:- Perché solo questo può canalizzare il Rondò.-
Era una sfera di metallo, che girava quasi con una gravità propria intorno a un enorme anello dorato e ogni tanto, sulla superficie, apparivano lampi azzurrognoli.
Il rosso esclamò:- Quello è il metallo di Lim, vero? Cicero dice che solo i migliori Fucinieri del paese possono permettersi di maneggiarlo.-
- Cicero te l'ha detto per impedirti di deluderti e allo stesso tempo di correre da un capo all'altro di Corndwem alla ricerca di quel metallo. Solo per i conti risponde questo metallo, resistente al fuoco dei Draghi.
- Sai come sono nate queste leghe? Si dice che durante una violenta battaglia tra gli Otto e i Draghi, una Fata pianse sul terreno dove sua madre era morta e chiese al Demiurgo che ogni sua lacrima venisse raccolta e usata per respingere il male da Gadriel. Il Demiurgo l'accontentò e ognuna di quelle lacrime, cadute su un sasso, generarono una sfera di metallo ciascuna, sfere che si dispersero ai quattro angoli del Regno. E la prima finì in mano a Kyton I Omre-.
- La racconti come se fossi convinto che sia così- gli fece notare Mitio, sbuffando e affondando la faccia su un cuscino.
- Vorrei ben vedere! È stata Drelimer a raccontarmela, la storia. Comunque, il metallo ridotto a Sfere come queste è un forte catalizzatore di forza d'animo ed è capace di indirizzare il Rondò con più facilità contro un semplice avversario, cosa che non ti riuscirebbe altrettanto bene con armi normali o senza controllo.
- Ognuno di questi metalli vengono concessi con la benedizione del sovrano ai suoi condottieri e, se gli uomini sono pronti, il metallo si schiude e prende la forma dell'arma che più s'addice al Conte-.
- Come un uovo!- saltò su il piccolo.
- Esatto, sì! Come un uovo. E morto il Conte, non essendoci più la sua anima, il metallo si richiude a sfera, in attesa del successore-.
- E allora perché il tuo ancora non si schiude?-
Lui sospirò, massaggiandosi le tempie:- Come vorrei poterti rispondere. Ma al momento nemmeno io posso...-
Furono interrotti da Masi Marla, la più giovane delle Sorelle al castello, che urlò disperata, spalancando il portone:- Mio Lord! Tragedia! Disgrazia! Non abbiamo tempo!-
Eliah la interruppe con un cenno:- Calma, calma, Masi Marla. Cos'è successo?-
Lei, in tutta risposta, si diresse alla finestra e la spalancò, indicando un punto all'orizzonte, verso Sud:- Guardi!-
Una colonna di fumo avvolgeva una costruzione che lui conosceva anche troppo bene.
- No- sussurrò lui stringendo il legno della finestra.
- Mi dispiace, Mio Lord...-
- A Caligar i tuoi "mi dispiace", Masi! Non è morta! Alla Scatola d'Erba Linbiten, Torre Rossa! Subito!- urlò lui, dirigendosi verso il corridoio adiacente alla sua camera, afferrando la prima spada lunga che trovò sul suo percorso, seguito dalla svolazzante Glyfa.
Mitio rimase alla finestra, solo, sussurrando tra sé:- Non capisco. Chi abita là?-
- Come, piccolo Imperatore, non ricordi?-
Lui fissò la sua amica "quasi" immaginaria, avvolta nel suo mantello, che sussurrò inespressiva:- Lì abita Drelimer, la Fata dei Venti. Questo può voler dire solo una cosa, lo sai?-
Lui spalancò la bocca, esclamando:- No! Le streghe non sono nemiche delle Fate!-
Lei lo fissò, gli occhi verdi con sfumature di ghiaccio ribollenti di cinismo:- In questo caso... la sua morte sarà solo un caso. Temo che la guerra ormai sia alle porte. Ma non temere, piccolo. Ti proteggeremo noi-.
- Se volessi protezione, me la darebbe solo Eliah. Tu sei un'amica immaginaria...- s'interruppe quando la sua mano gelida gli sfiorò il viso.
- "Quasi" immaginaria, ricordi? Non temere, tesoro. Sarà il nostro piccolo segreto-.

Angolo autore: Eccomi qua! Il secondo capitolo ufficiale, tutto per voi! Aspetto ogni tipo di commento, quindi, a voi! Non mi aspetto applausi, ma molte cose saranno spiegate in seguito!
Ciao!

Le Cronache di Gadriel-Silver CloveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora