Capitolo 2

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Arrivammo al parco. Era desolato, come al solito. Ricordo da bambina, andavo tutti i giorni in quel parchetto, era ancora pieno di bimbi che giocavano sullo scivolo, sull'altalena.
"Che vuoi fare?" Mi chiese Daniele mentre mi sedevo su una panchina.
Vidi due ragazzi, seduti sotto un'albero. Uno aveva i capelli neri e portava un piumino rosso, ma non aveva caldo? Comunque... L'altro era poco più muscoloso e aveva i capelli castani. Sembravano davvero belli, capii subito dalla somiglianza nei loro volti, che erano fratelli. Quello con la giacca rossa guardò Daniele, anche Daniele fissò lui, con sguardo assassino.
Il ragazzo si alzò e venne verso di noi, a passo svelto. Più si avvicinava, più vedevo i particolari del suo viso. Aveva due occhi così scuri, sembravano neri, ma brillavano così tanto. Vidi il fratello che cercò di prenderlo dal braccio, per fermarlo, ma lui lo scansò e ci raggiunse. Portava dei jeans neri strappati alle ginocchia e una canottiera bianca lunga che potevo vedere perché la giacca era aperta. Abbassai lo sguardo e notai che aveva ai piedi delle vans grigie.
"Che cazzo hai da guardare?" Chiese il ragazzo. Aveva la voce rauca e bassa, molto suadente.
"Sei tu che stavi guardando. Che cazzo stavi guardando?"rispose Daniele, rilassato. Io gli stringevo la mano, come per dirgli di stare calmo, ma capii che lui era più calmo di me.
"Guardavo la tua ragazza, è bella..." rispose il ragazzo sorridendo. Poi mi guardò negli occhi ed io rimasi incantata da quello sguardo. C'era qualcosa di oscuro nei suoi occhi, qualcosa di strano.
Sentii la mano di Daniele stringersi in un pugno, poi si alzò e il suo viso fu ad un centimetro da quello del ragazzo.
"Non guardarla mai più!" Lo minacciò Daniele.
"Come faccio a non guardarla? È da scopare, cazzo!" Rise e mi guardò.
Portavo delle calze nere trasparenti ed una canottiera bianca, per niente scollata, cosa ci trovava di tanto "bello"? Boh!
Arrivò il fratello, almeno credo fossero fratelli.
"David, andiamo" disse severo.
David, che bel nome per Mr. Giacca Rossa, gli si addiceva proprio. Squadrai l'altro ragazzo e notai che i suoi occhi erano verdi, diversi da quelli del fratello. Mi soffermai sulle sue labbra. Erano così perfette e rosee.
"Dai, fratello. Lasciami finire con sto coglione" rispose David.
"Come cazzo ti permetti, non lo conosci nemmeno!" Gridai ad un centimetro dalla faccia di Mr. Giacca Rossa. Il suo profumo l'avrei riconosciuto fra miliardi, il One milion. Il mio profumo preferito. Lo avevo regalato una volta a Daniele per il terzo mese di fidanzamento, ma lui non lo metteva mai.
Era così vicino...mi stampo' un bacio sulle labbra, senza nemmeno che me ne accorgessi. Purtroppo Daniele se ne accorse ed il ragazzo era già a terra quando mi ripresi. Era come se avessi smesso di vivere per un secondo, il tempo che le sue labbra restarono sulle mie.
"David, andiamo!" Gli disse il fratello, aiutandolo ad alzarsi.
"Hai ragione fratello, andiamo"rise. Il sangue gli scendeva fino ad arrivare alla bocca, ed i denti, così perfetti e bianchi, diventarono rossi, stessa cosa per il suo Smile.
Si allontanarono velocemente e sparirono fra gli alberi, dietro il parco.
Mi sedetti sulla panchina, con gli occhi spalancati. Mi sembrava di aver appena visto un fantasma o la madonna.
"Chiara" mi scosse la spalla.
"Amore, stai bene?"
Annuii e mi ripresi.
"Okay, forse è meglio se andiamo a casa ora" mi disse preoccupato.
Mi prese la mano e ci incamminammo verso casa.
Per tutto il tragitto rimasi zitta, senza dire una parola e guardandomi le scarpe, come se fossero la cosa più interessante del mondo.
Mentre apriva la porta Daniele mi guardò con un'espressione arrabbiata.
"Che cazzo hai?" Mi chiese arrabbiatissimo.
"Niente, stavo pensando..."sussurrai.
"A quel coglione che ti ha baciata?"era sempre più arrabbiato, si sentiva dal suo tono di voce.
"No, no, tranquillo" sorrisi e lo baciai.
"Lo troverò" si disse fra se e se, ma io lo sentii lo stesso.
"No, ora dimentichiamo tutto" gli presi la mano ed entrammo in casa.
Per il resto della giornata pensai a quel bacio, mi aveva davvero presa. Ma che sfacciato quel Mr. Giacca Rossa! Cioè, ero seduta col mio ragazzo, oltretutto, e mi bacia senza nemmeno conoscermi. Che carattere. Che ragazzo... Che bel ragazzo...
"Amore, vuoi che ti faccio qualcosa per cena? Io non ho fame" mi chiese Daniele, distogliendomi dai miei pensieri.
"No, in realtà nemmeno io ho fame. Giulia dov'è?"
"Dorme di nuovo da Lorenzo. Spero che non facciano cose sconce" gli accarezzai il viso, per scacciare via quella brutta espressione e sorrise.
"In fondo ha la mia età, io faccio cose sconce, avrà anche lei il diritto di divertirsi con il suo ragazzo" sorrisi.
Lui annuì, ridendo, poi mi mise le mani sui fianchi e mi fece stendere sul letto, per poi venire sopra di me.
Mi baciò, come mi aveva baciata nella doccia. Forse voleva finire quello che Giulia aveva interrotto il giorno stesso. Sorrisi all'idea.
"Ehi" sorrisi e lo attirai a me, mettendogli le braccia attorno al collo.
"Ehi" sorrise anche lui, poi mi prese le cosce e mi fece mettere le gambe attorno ai suoi fianchi. Era così bello, così dolce, così rilassante. I suoi movimenti erano così dolci e morbidi.
Lasciò la mia bocca e iniziò a baciarmi il collo.
Iniziai a togliergli la maglietta e a sbottonargli i jeans. Lui fece lo stesso con me e restammo tutti e due semi nudi.
Mi slacciò il reggiseno ed iniziò a baciarmi ovunque.
Io restai immobile, mi tornò in mente ancora quel maledetto bacio. Che cazzo mi prendeva? Io amavo Daniele, lui era il mio ragazzo, solo lui mi poteva baciare. Almeno lo pensavo prima di ricevere il bacio di un perfetto sconosciuto.
"Che succede?" Mi chiese Daniele, con una faccia...come se sapesse già a cosa stavo pensando.
Scossi la testa e lo baciai, decisa e nervosa.
"Che hai, Chiara?" Mi prese la testa fra le sue grandi mani e mi guardò dritto negli occhi, erano così chiari, dorati, che mi facevano venire caldo.
"Niente" risposi cercando di liberarmi dalla presa.
"Non mi baci mai così, che succede?" Corrugò la fronte e mi accarezzò la guancia.
"Sono un po... Stavo pensando..." Risposi, vaga.
"A quel tizio" abbassò lo sguardo e si allontanò. Io mi riallacciai il reggiseno e mi rivestii, cosa che fece anche lui.
"Lo troverò e ti giuro, lo ucciderò! Cazzo, lo ammazzo!" Gridò infuriato.
"Ehi, amore. Vieni qui, calmati" lo presi per il braccio e gli lasciai un bacio a stampo.
"Senti, io torno a casa. Ci vediamo domani, forse" abbassai lo sguardo e mi diressi verso le scale.
"Ti accompagno, è tardi"
Guardai l'ora sul cellulare e vidi che si erano fatte le undici e mezza. Come volava il tempo con lui.
Annuii e lui mi raggiunse, poi andammo a casa mia e lui mi lasciò con un bacio davanti alla porta, per poi tornare a casa con la sua auto.

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