Epeisòdia III

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Epeisòdia III





Nell'Agosto di quello stesso anno, verso la metà di quel caldo mese, Yoongi dormiva ancora, quando Hoseok irruppe in casa con il suo vecchio sorriso e i capelli un po' più lunghi.

Corse nella camera da letto, buia e immersa nell'oscurità, nonostante fossero le dieci del mattino. Si diresse a passo svelto alla finestra e tirò le tende con un'ampia apertura delle braccia e si voltò verso il letto con le mani in vita, guardando Yoongi, bagnato dalla luce del sole, fare una smorfia di malcontento.

«Avanti! Sveglia, dormiglione!», la voce di Hoseok era squillante, sembrava quella di un tempo.

Yoongi sgranò gli occhi, dimenticò il sonno. Si sollevò sulle mani in uno scatto repentino, steso di pancia sul materasso, culla troppo spaziosa per una sola persona, e lo guardò, sussurrando in presa ad una mancanza di voce improvvisa, vittima della ladra Sorpresa.

«Hoseok...»

Yoongi sussultò al sorriso che Hoseok gli regalò in risposta al sussurro del proprio nome. Si voltò dandogli le spalle, accostandosi al letto, calandosi appena sulle ginocchia.

«Sali...»

«Hoseok...», sussurrò, forse con ancor meno voce rispetto al precedente sussurro, più simile ad un debole alito di vento.

Non credeva alle immagini che si riflettevano nei suoi occhi. Non credeva a quel sorriso ormai perduto, ma che ora si apriva su quel volto pallido e da tempo agognato. Non credeva a quelle orecchie, le proprie orecchie, che catturavano quella voce, squillante e ricca di vita, la stessa di mesi e mesi addietro, che parevano ormai decenni e secoli.

Avrebbe voluto alzarsi e corrergli contro. Avrebbe voluto picchiarlo e vomitargli addosso quanto era stato male, quanto insopportabile fosse stato vivere senza di lui. E lo avrebbe colpito, con tutte le sue forze, interrottamente.

«Yoongi...»

E poi, lo chiamò, e a Yoongi...a Yoongi sembrò rinascere.

Le lacrime si concentrarono nei suoi occhi e, ancor prima che potesse accorgersene, stavano solcando la candida e arrossata pelle del suo viso. Gattonò sul letto, fino alla sua schiena, e gli salì in groppa, come da lui richiestogli. Poggiò i palmi sulle sue spalle calde, ma ricoperte da una maglia a maniche lunghe, e posò la guancia contro la sua schiena, chiudendo gli occhi. Era dolce il sorriso che gli dipingeva il viso, calmo il suo respiro acquietato, ma terribilmente furioso il cuore che si scagliava contro il corpo dell'altro. Tutto l'amore che provava nei confronti di Hoseok era esploso in quei pochi attimi, in quei veloci istanti in cui non aveva compreso nulla, o forse, al contrario, aveva compreso troppo.

In realtà, Yoongi viveva nel limbo. Fluttuava in un perenne stato comatoso, ignaro della vita, di ciò che si sviluppava e cresceva intorno a lui, e dentro chi più amava. Non poteva, tuttavia, che essere biasimato, in quella particolare situazione. Hoseok non era più parte integrante della sua vita quotidiana, per cui mai, o magari solo attraverso una fortuita intuizione, Yoongi non avrebbe potuto scorgere ciò che in verità si celava in quel cuore e si cibava di quell'anima tormentata. Perché l'intero essere di Hoseok era tormentato, ma Yoongi non se ne accorgeva. Non più.

◇ Dáimōn || YoonSeokDove le storie prendono vita. Scoprilo ora