Èxodos.

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Èxodos.







Jung Hoseok entrò in casa in un forte boato, dato dalla porta d'ingresso incastratasi con forza nella cornice. Cercò Yoongi nel salotto, nel bagno. Lo cercò nella camera da letto, fuori al balcone. Lo cercò, freneticamente, e col respiro affannato, per tutta la casa, e al suono dello stesso rumore da lui riprodotto dopo aver chiuso la porta, seppe che Yoongi era appena rientrato.

Corse all'ingresso, come se fosse stata la corsa più importante della sua vita.

E non appena vide Yoongi, ci mise il doppio della velocità e, raggiunto, gli afferrò saldamente il viso fra le mani, premendo forte i palmi aperti sulle sue guance, rosse per il troppo freddo.

Era il mese di Dicembre, il mese in cui Jung Hoseok tornò.

Si dedicò un secondo, si concesse un breve attimo, in cui i suoi occhi si persero in quei pozzi scuri, poi le sue labbra parvero aver vita propria, e si scontrarono come impazzite contro quelle di Yoongi. 

Intrecci di respiri fin troppo affannati accompagnarono mani nervose che, tremanti, spogliavano e accarezzavano. E poi, spogliavano, e ancora accarezzavano. 

Hoseok tolse il giubbino a Yoongi e lui portò le braccia in basso, dietro la schiena, per aiutarlo a farselo sfilare. E sorrise, nella frenesia del momento, quando Hoseok sciolse il suo collo dalla stessa vecchia e morbida sciarpa che egli stesso gli aveva donato due Natali precedenti. 

Alzò, in seguito, le braccia, il sorriso era sparito, ed ora i suoi occhi socchiusi e persi si mischiavano a quelli di Hoseok che, nella fretta di amarlo, quasi non gli stracciò la maglia. Premette le mani sulla sua schiena, ormai nuda, e lo spinse contro il suo petto, affondando nella sua bocca. Yoongi si strinse a lui, stringendo fra le mani la sua maglia, sulla schiena. 

Le loro lingue danzavano, si cercavano; fra ansimi sconnessi e irregolari, a labbra aperte, si deserivano e scrontravano in movimenti dolci e fluidi, seguendo l'andatura di un percorso mai deciso e premeditato, ma già perfettamente da loro conosciuto.

Non chiusero mai gli occhi.

Yoongi temeva che fosse solo una proiezione giocata dalla sua mente traviata e corrosa dal dolore degli anni.

Hoseok era terrorizzato dall'idea di perderlo, di vederlo scivolare via dalle sue braccia.

E lo baciò, lo baciò con tutto sé stesso. Lo baciò a lungo. Le loro labbra erano gonfie e le loro lingue dolevano, ma nessuno dei due accennò ad abbandonare la bocca dell'altro.

Fu un attimo, il momento che vide i pantaloni di Yoongi scendere lungo le gambe e infrangersi, insieme a boxer, al suolo, intorno alle caviglie. Calciò i suoi indumenti e questa volta fu lui, fu Yoongi, a premersi al corpo di Hoseok, completamente nudo. Allacciò le braccia dietro al suo collo e salì sulla punta dei piedi, perdendosi, ancora e ancora, fra le labbra e nella bocca di Hoseok. Questi lo prese in braccio, in un atto veloce, posando un braccio sotto le sue ginocchia e l'altro sotto la sua schiena, mentre Yoongi si stringeva a lui, e ancora lo baciava, senza sosta, sino ad arrancare aria nella sua bocca, e oltre.

◇ Dáimōn || YoonSeokDove le storie prendono vita. Scoprilo ora