Chapter five - «You, only you.»

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Ricordo ogni suo lineamento, ogni suo battito contro il mio petto, ricordo ogni suo sguardo, ogni suo bacio, ogni sua carezza, ricordo tutte le volte che facevamo l'amore,

ricordo tanto, davvero troppo, ricordo ogni cosa fatta con lui, ricordo e un po' ricordare fa male, sapendo che nulla è per sempre, neanche io e lui.

Harry chiuse gli occhi, mentre Louis poggiava le mani sui suoi fianchi, andando a toccare l'elastico dei suoi boxer neri e fece per abbassarli Louis, mentre Harry bloccava i suoi movimenti.

«N-no..» L'aveva implorato il riccio e Louis aveva sfiorato con il pollice il segno violaceo sul suo collo.

«Sai cosa vuol dire questo segno, Styles?» Harry lo guardò confuso, prima di posare il suo sguardo allo specchio ai lati della doccia mentre guardava a bocca spalancata il segno evidente sulla sua pelle.

Fu allora che dissentì, guardando negli occhi il liscio. Louis si passò la lingua sui denti mentre continuava ad accarezzare il suo marchio. «Mi appartieni..»

Sussurrò Louis facendo irrigidire Harry che aveva già la pelle d'oca. «Sei mio..» Il liscio soffiò questo a poca distanza dalle sue orecchie, tant'è che dopo ne morse un lobo, facendo gemere ancora il ragazzo.

«Ora toccati..» Sussurrò ancora.

E proprio mentre quelle parole fuoriuscivano dalle sue labbra schiuse, che la porta dello spogliatoio si aprì e la brusca voce del mister risuonò all'interno di quello.

«Chi c'è ancora?» Louis tappò la bocca di Harry con una mano, mentre l'altra la posava dietro il suo collo.

«L-Louis.» La voce stizzita, il respiro irregolare, le mani tremanti. «Oh, Louis sei tu?» La domanda del mister era retorica. «Fai presto devo chiudere lo spogliatoio a chiave!»

Quello sorrise. «P-potrebbe lasciarmi le chiavi?» Chiese allora il liscio. «Ne ho ancora per un bel po'.» Cercò di giustificarsi. «Va bene Tomlinson.»

Disse allora l'uomo. «Domani però hai il compito di aprire gli spogliatoi, prima di ridarmi le chiavi.» L'uomo richiuse la porta e si allontanò, lasciando le chiavi lì. I due scoppiarono in una risatina nervosa, l'avevano scampata bella.

E dopo essersi vestiti i due erano tornati a casa, Louis aveva accompagnato con Fred, Harry e il riccio lo aveva ringraziato.

Ora era lì, nella sua stanza, mani dietro la nuca con lo sguardo rivolto verso l'alto, pensò a Harry Louis, in un modo forse troppo spinto. Pensò al suo corpo così dannatamente perfetto, al suo sedere sodo e ai suoi maledetti occhi verdi.

Pensò a questo e molto altro, mentre infilava una mano nei suoi pantaloni e dopo nelle sue mutande.

E iniziò a toccarsi Louis, mentre nella sua mente apparivano immagini davvero troppo poco caste di lui e Harry.

Toccò la punta del suo membro con il pollice e poi passò all'intera asta. La massaggiò delicatamente e dopo lo fece con più forza. «Mhm ah!» I suoi gemiti diventarono ambigui.

Afferrò il cellulare sul comodino e senza nemmeno pensarci digitò il numero del riccio. Cosa stava facendo? La sua ragione era andata a puttane come la sua razionalità, mentre quello dall'altro lato della cornetta rispondeva.

«Ah!» I gemiti di Louis diventarono più forti ed intensi, Harry dall'altro lato del telefono era sconvolto.  «L-Louis?» Lo richiamò.

«Ha-Harr..»

Louis continuava ad ansimare. «C-cosa stai facendo?» Iniziò a toccarsi con più insistenza. «N-non lo immagini? Ah!» Harry dall'altro capo del telefono arrossì, anche se Louis non poteva vederlo.

I'll take a photo of you - Remember the 24-12-91. || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora