Chapter three - «I'm not gay.» «Me neither Harry, me neither.»

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Ricordo che stavo iniziando un gioco pericoloso. Ricordo che Louis era un bravo giocatore.

E io ero nuovo di questo tipo di giochi. Ricordo e un po' oggi rido, pensando che tutto è iniziato per gioco.

Gli occhi di Harry andarono a cercare quelli di Louis, era sconvolto non riusciva a capire.

Per tutto questo tempo era stato vittima di uno stupido scherzo, un gioco. Si sentiva preso in giro, si sentiva umiliato, staccò la presa del liscio sul suo maglione e sbatté la portiera dell'auto uscendo per poi correre verso casa.

La pioggia cadeva fitta, così come le lacrime di Harry che scendevano copiose sulle sue guance.

Louis non ci pensò neanche un attimo, uscì di tutta fretta dall'auto e lo rincorse bloccandolo per un polso. Harry era lì, immobile, mentre tentava di trattenere le lacrime.

Louis lo fece voltare verso di lui con un rapido movimento di polso, mentre lo faceva poggiare al suo petto.

Harry se non altro tentava di staccarsi dalla sua presa prendendolo a pugni, ma lui sorrise guardando quanto goffo fosse il riccio. «Harr-»

Sussurrò. «Sei uno stronzo!» Harry continuava a prenderlo a pugni sul petto. «Ti odio!» Continuava a lamentarsi. «Harr, tu mi interessi.»

Harry si fermò, alzando lo sguardo verso di Louis. Non poteva credere alle sue orecchie. «Te l'ho detto anche prima..» Louis non sapeva più come mantenere questa falsa o forse era il suo cuore a parlare.

«Voglio conoscerti.» Harry tirò su col naso tra i singhiozzi. «Che stai cercando di dirmi, Louis?» Il liscio si sentì una merda, lo stava prendendo in giro, lo stava usando per una stupida scommessa.

«Sto cercando di dirti che non era uno scherzo.» Harry deglutì avvampando in viso. «Tu?» Harry si staccò piano facendo qualche passo all'indietro.

«Io sono etero Harry, ma con te è diverso.» Aveva ammesso il liscio e neanche lui seppe spiegarsi se era una vera bugia.

«A me non piacciono i ragazzi.» Aveva continuato. La pioggia continuava a cadere fitta e presto i due ragazzi furono fradici. «Ma tu sei tu.»

Harry deglutì. «Tu sei Harry.» Louis sorrise e si avvicinò al riccio che fece altri passi all'indietro, mentre correva verso la porta di casa. «Harry aspetta!»

Louis lo aveva richiamato ma Harry si era già chiuso la porta alle spalle, accasciandosi contro la porta, era tutto così sbagliato, tutto così fuori dalla norma.

Louis Tomlinson aveva un debole per lui.

Quel mattino Anne entrò nella stanza del figlio ritrovandolo raggomitolato tra le coperte. Harry aveva passato l'intera notte a pensare, a pensare a Louis e alla sua dichiarazione e un po' non sapeva se fidarsi e un po' ne era sconcertato.

Non seppe però spiegarsi se quel senso di sconforto che gli attanagliava il petto era dovuto al suo senso di repulsione verso di Louis o al fatto che in qualche modo lo ricambiasse.

Harry era confuso, sapeva e aveva sempre saputo che i ragazzi non gli interessavano o almeno così credeva, lui infatti non aveva mai avuto una relazione.

Né con una ragazza, né tantomeno con un ragazzo. Quindi i suoi pensieri ritornarono a quello, come poteva dire che non gli piacevano i ragazzi se mai aveva avuto una relazione con una ragazza?

Forse perché a quei tempi neanche ci pensava alle relazioni. O forse perché nessuna ragazza lo aveva mai spinto a volerci provare.

E si ritrovò a pensare che forse non ne aveva mai sentito il bisogno perché semplicemente le ragazze non gli interessavano per un solo semplice motivo.

I'll take a photo of you - Remember the 24-12-91. || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora