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•20.02.16.-Elena.
•Chissà dove stai leggendo questa lettera,e chissà cosa hai pensato vedendo il mio nome sulla busta,magari niente o forse ci tieni ancora un po'come ci tengo io.Lo so,è passato un po' di tempo ma ecco non è mai troppo tardi per riparare a quello che ho fatto.Spero che tu sia dimenticato di me,credimi è la cosa migliore.Adesso sono molto lontana da te e non ti dico dove perchè tu mi cercheresti,e io non voglio,non fraintendermi ma sono successe così tante cose e io non voglio che si incasinino ancora di più.Poco a poco capirai.Sto conoscendo nuova gente,sto visitando nuovi posti,sto ricominciando da capo ed è quello che dovresti fare anche tu.Questo non significa che tu debba cancellare il tuo passato ma costruire il futuro,perchè se ti fermi adesso,è finita.Non ti ho abbandonato ti ho dato una possibilità di continuare.Sto cercando di finire il liceo cosa che non ho potuto fare stando a Milano per ragioni che tu giá sai...Sono con delle mie amiche che conosco da tempo,sono al sicuro.Lo hai detto anche tu in una sera dove tutto andava male 'Sai cosa,ci siamo conosciuti per sbaglio non devrei nemmeno essere qui con te,è tutto un grave errore.Ti prego và via' 3 anni fa quando ci siamo conosciuti era una domenica d'inverno,quelle giornate in cui il vento non è troppo freddo e le nuvole coprono il sole ma a te non importa.Ero a Piazza Duomo quel pomeriggio,i miei mi avevano affidata alla nonna paterna perchè loro avrebbero affrontato un viaggio per lavoro in Sardegna.Io voglio bene a mia nonna ma non ero entusiasta di stare 1 mese senza i miei genitori così cercavo di distrarmi andando in giro per Milano,ma questo non mi consolava più di tanto.Poi quella domenica mattina suonó il telefono credevo fossero i miei visto che era passata una settimana senza loro notizie,ma non era così,rispose mia nonna a quella telefonata,quella che rovinó non solo la mia vita ma anche quella di tutta la mia famiglia e anche la tua solo che tu ancora non lo sapevi perchè non mi conoscevi.Quella telefonata fu lunga anche se bastarono poche parole per far crollare mia nonna e io la guardavo convita che andasse tutto bene,ma non andó così: era un agente di polizia,avevano arrestato mio padre per omicidio.Mia nonna non poteva credere che suo figlio avesse ucciso qualcuno ma il peggio venne quando chiese chi aveva ucciso...mi avvicinai al telefono per sentire ogni singola parola dell'agente,inizió a fare dei sospiri per poi dire 'Lorenzo Neri ha ucciso la coniuge Valentina Bari' e io non capii o forse capii fin troppo.Andai in panico cercavo di piangere ma l'unica cosa che riuscivo a provare era la rabbia,rimase mia nonna al telefono,praticamente avevo perso 2 genitori in una volta sola,ero orfana.L'agente invitó mia nonna al processo ma lei non ci andó non voleva vedere suo figlio o tutte le persone vicine a mia madre,e io la capii.Quel giorno lo ricorderó per sempre come la fine,la fine di una parte di me,ma come un inizio come una rinascita.Così quel pomeriggio come il mio solito scappai,da tutta la confusione la tristezza e tutto quello che potesse far male,cosí andai in Piazza Duomo...
*continua..😏*
*Mi scuso per eventuali errori grammaticali*

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