3 capitolo. dalla famiglia non si scappa

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Passarono qualche giorno e vedevo spesso la mia amica e Lucas.
Sono stata anche qualche giorno a casa da scuola per riordinare bene le idee.
Ma come potevo sapere che stavano per incominciare tutti i miei guai.
Una domenica pomeriggio, dopo aver dormito dalla mia amica, tornai a casa, salutai i miei genitori e mi sedetti a tavola.
Mio padre era seduto sul divano con i piedi sopra una sedia mentre mia mamma era seduta vicino a me, guardavano la televisione.
Mio padre cominció a prendermi in giro sul fatto che mi vedeva dimagrita, che dovevo mangiare di più e iniziò a dirmi delle cose che in quel momento mi fecero stare male.
Io mi alzai di colpo e dissi a mio padre di smetterla.
Iniziai a sentirmi male, male dentro, come se avessi ricevuto un pugno in pancia, le sue parole mi avevano ferito, il cuore inizio a battermi molto più velocemente e l'unica cosa che avrei voluto fare era, urlargli tutto quel male che mi aveva infranto.
Non lo feci.
Gli dissi solo di smetterla e mentre mi alzai dalla sedia, mi scappò una parolaccia.
All'improvviso lui dal divano si alzò di scatto e iniziò ad urlare contro, io stavo peggio, iniziai a indietreggiare e a piangere fino ad arrivare contro un muro.
Lui continuava ad urlarmi contro, mi disse perché mi stessi comportando in quel nodo, che non mi stava di certo alzando le mani, io non riuscivo a parlare tiro terrorizzato
Dovetti per forza trovare un po' di coraggio e con la voce singhiozzante gli dissi di non urlarmi contro.
Ero con le spalle attaccata al muro vicino le scale del piano superiore che piangevo è l'unica cosa che riuscivo a dire, sempre con la voce tremante era di non urlarmi addosso e di lasciarmi sola.
Mia madre non avendomi mai visto comportarmi così mi chiede subito se qualcuno mi avesse fatto del male, se mi era successo qualcosa e se stavo bene. All'improvviso. ...... continuo

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