Parte 1

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Sono a Londra. Il mio sogno da sempre. Dovrei essere felice e non pensare a niente,ma non è cosi.

In mente ho mille ricordi. ogni giorno parlano di una persona diversa... e adesso sto pensando a te. Ai bei momenti passati insieme. quando ci abbracciavamo e ci sfioravamo con le labbra. Mi ricordo quando mi avvicinavo per baciarti e mi dicevi no no no no . E io diventavo tutta rossa e sorridevo, perché mi facevi impazzire. Ogni tuo sguardo mi faceva sentire come un vulcano in eruzione. Tu mi rendevi unica, per te ero l'unica. mi facevi sentire speciale. per questo oggi voglio raccontare la nostra piccola storia. Perché dico piccola? Beh perché non è durata molto, ma per me è come se non fosse mai finita.

Lui si chiamava Giovanni, ci siamo conosciuti in vacanza. Eravamo a Ibiza. Ci siamo visti per la prima volta una sera...

Io e le mie amiche ci stavamo preparando per uscire e andare a divertirci un pò. Alessia la più matta di tutte, non gliene fregava niente di quello che le persone le dicevano. Lei non pensava. Agiva! Quella sera, mentre tutte noi ci finivamo di preparare, lei senti delle voci romane fuori, nel corridoio dell'albergo. Due secondi dopo, neanche fecero in tempo le voci di entrare in camera che lei ci stava parlando. Piacere di qua , piacere di là. Io ero in bagno, mi stavo finendo di truccare e sentivo lei che rideva, e rideva; così mi incuriosii e andai a conoscere le voci romane.

Erano tre ragazzi : Francesco, alto, biondo, barba lunga, occhi celesti, magrissimo; un altro Francesco; completamente diverso dal primo: non molto alto, moro, occhi castani, e muscoli al punto giusto; portava sempre un cappelletto della Vans, era il classico ragazzo con lo skate. L'ultima voce non la riuscii a vedere; era già nella camera.

Presentatami insieme alle miei amiche, curiose anche loro, me ne ritornai in camera a finire di sistemarmi. Dopo esserci truccate e tutto uscimmo dalla stanza e le voci ci chiesero se ci andava di unirci a loro insieme ad altri loro amici che li aspettavano giù alla reception.

Fare amicizie nuove era l'obiettivo di quella vacanza, quindi non ci opponemmo.

Ci portarono in un pub dove avevano dei cocktail buonissimi e dove c'era molta musica, addirittura si poteva ballare sulle sedie e sui tavoli. Da sei ragazze a tre ragazzi erano diventati dieci maschi. mi ero presentata con tutti, ma neanche un nome ricordavo; eppure sentivo un qualcosa che mi mancava da fare . Mentre ordinavo un cocktail, si mise a sedere davanti a me, un ragazzo che non avevo conosciuto. Si siede, mi guarda e mi sorride.

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