Capitolo 4

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Il buio più assoluto mi circondava.

Aprii gli occhi. Non ero né sotto l'albero né nel giardino dimenticato.

Ero io. Sola. Senza nessuno.

Circondata da il nero.

I piedi neanche toccavano terra.

Ma che mi prende? Cos'è successo?

Improvvisamente, davanti a me, appare una sagoma, anch'essa nera.

"Benvenuta nel Giardino Dimenticato." Disse la sagoma.

Non potevo credere che, in tutti questi anni, il mio giardino della felicità si sia ridotto in questo modo...

"Non può essere..." Dissi sottovoce, ma lui mi sentì lo stesso.

Volò e si mise davanti a me, il suo sguardo era inquietante.

"Tu... Tu chi sei per sapere del Giardino Dimenticato? E perché sei qui? Possono venire solo i cittadini.. Ma.. Ormai quasi tutto sta svanendo."

La sua voce terrorizzata e infuriata mi rimbomba nelle orecchie.
Come può essere che il giardino rigoglioso, tutto in verde, pieno di fatine e gnomi felici, si sia ridotto così?

"Ciao, sagoma scura, cioè signore..."
Il terrore nelle mie parole.

Presi coraggio, feci un gran respiro e raccontai tutto.

"Sono venuta qui. Quando ero piccola. Tutto così rigoglioso, stupendo, insieme a cittadini felici, questo è il Giardino Dimenticato. Cos'è successo al mio posto felice?" Presi un gran respiro, avevo parlato tutto d'un fiato.

"Tu, chi sei per sapere com'era un giorno il Giardino Dimenticato!? Tu come hai fatto ad entrare!?"
Prese anche lui un gran respiro, penso che si sia arreso e farà il buono.

"Parla. Parla di tutto quello che sai sul Giardino Dimenticato. Come ci sei arrivata, chi, quando eri piccola ti ci ha portato, e, chi si è occupato di te. Parla, ho bisogno di informazioni."

"Quando ero piccola, andai sotto un salice piangente in un parco, per disegnare, ma dopo un po' chiusi gli occhi, svenii, e un signore mi disse:
'Vieni cara. Ti stavamo aspettando. Entra pure. Questo è il Giardino Dimenticato...' Mi spiegò tutto, feci amicizia con tutti. Poi ritornai alla realtà. Ogni giorno andavo sotto il salice e ogni giorno incontravo i miei cari amici. Anche oggi è stato così. Sono svenuta, ma non sono apparsa nel mondo che volevo io."

La sagoma nera, sembrava stupita.

"Ragazzina... C... Come ti chiami?"
Mi chiese incredulo.

"Woods. Alice Woods." Dissi.

La sagoma nera si tolse il cappuccio che gli copriva la faccia.
Solo allora capii chi era.

"Principessa! Da quanto tempo..."
Le lacrime mi inondavano il viso.
Questa era felicità.

Sorrise, ed io e lui ci abbracciammo.

Il momento più bello della mia vita.

Il Giardino DimenticatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora