È arrivato

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Mi svegliai. L'orologio segnava le 2.30 di notte. Un silenzio quasi inquietante avvolgeva la stanza. Mi alzai dal divano e mi diressi in camera. Salii le scale e notai che la porta della cameretta era leggermente aperta, si intravedeva una luce fioca all'interno. Mi avvicinai lentamente alla porta e vidi la bambina seduta sul pavimento rivolta verso l'armadio aperto. Stava parlando con qualcuno, ma non riuscivo a vedere con chi. "Non farle del male" disse, "Tranquilla" rispose una voce profonda dall'interno dell'armadio, "Non sentirà nulla". Improvvisamente Nellie si girò verso di me. Lunghi artigli l'afferrarono e la spinsero nell'armadio che si chiuse violentemente.

Mi avvicinai all'armadio con il cuore in gola. Impugnai le maniglie e l'aprii. Era vuoto, non c'era nulla.

Andai in camera, accesi la tv, e mi misi sotto le coperte. Avevo troppo paura per dormire.

Passarono un paio d'ore, quando iniziai a sentire uno strano e leggero scricchiolio. Mi alzai e scesi al piano di sotto. Il rumore si era fatto più forte. Sembrava venisse da fuori. Ormai stava iniziando a sorgere il sole, c'era abbastanza luce per vedere. Uscii e andai all'albero di fianco alla casa. Sull'altalena c'era lei. Si dondolava. Mi guardò "Ti avevo avvisata, orami è troppo tardi" mi disse, "É arrivato". "Chi?" le chiesi spaventata. Con gli occhi spenti alzò il braccio ed indicò un punto dietro di me. Mi girai lentamente. Vidi dall'altro lato della strada una figura nera con lunghi artigli al posto delle mani. Aveva grandi occhi rossi.  

Corsi in casa, presi il telefono e chiamai i miei genitori. Il telefono però, non funzionò. 


La bambina dagli occhi celesti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora