Da quando mi hai lasciato solo più una settimana

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L'aria primaverile era fresca e profumata, riusciva persino a distrarlo dai pensieri di morte che lo accompagnavano da mesi.

Il suo compagno era al fronte da quasi trentasei settimane, erano facili da ricordare i giorni lontani.

Con un leggero sbuffo si mise a sedere sulla prima panchina nel cortile della scuola di suo figlio, qualche mamma e papà cominciò a salutarlo, era molto conosciuto a scuola, ovviamente non per qualcosa in particolare, ma per essere il marito di un soldato.

Il marito di un soldato al fronte, in guerra. Il marito di un soldato che era partito senza sapere che lui aspettava suo figlio.

Ed eccole le trentasei lunghissime settimane di attesa, tutte concentrate in una pancia tesa, coperta da una giacchina leggera.

Calcy sorrise appena all'ennesimo papà quando le porte dell'asilo si spalancarono e i bambini uscirono in cortile di corsa. Alzò lo sguardo e vide subito i capelli biondi del suo bambino in mezzo agli altri, poco dopo il piccolo arrivò trainando una bimba della sua classe

"Vedi Vittoria? Li è la mia sorella!"

"ma come ci sta!? È piccola!" sbuffò la bimba incrociando le braccia, Kal prese la misura del pancione con le manine e la mostrò alla piccola diffidente

"è grande così! Vedi? Poi nasce e diventa così" allargò le braccia al massimo della capacità che il suo corpicino gli potesse dare e sorrise, Vittoria lo guardò meravigliata poi si voltò verso la madre che la stava chiamando, cominciando a pregarla per una sorella.

Calcy ridacchiò salutando la famigliola e guardò il figlio che aveva ancora le braccia allargate

"angioletto? Quelle braccia le usi per darmi un abbraccio o rimani così?"

subito il piccolo lo strinse forte aggrappandosi al collo e ridendo solleticato dalle dita del padre. Kal aveva cinque anni, era nato dal suo vecchio matrimonio finito poco dopo la sua nascita.

Dopo poco si staccarono e Kal scese a baciare la cima del pancione

"oggi ti vediamo! Andiamo a farti le foto! Ho tutte le tue foto nel mio album!"

Calcy ravvivò la cresta rossa in testa e si alzò

"e se prima andassimo a rimpinzarci di schifezze? Sto morendo di fame"

"ma papà, il dottore non ti ha detto che non puoi?"

"shh non glielo dobbiamo mica dire! È un segreto" ridacchiò prendendolo per mano e incamminandosi. Erano quasi fuori dal parco che circondava la zona scolastica quando il suo piccolino si ricordò la domanda che ogni giorno lo riportava a pensare alla triste realtà

"papà... quando torna pà?" ci fu un attimo di silenzio, Calcy sorrise davanti a se e mentì come ogni giorno

"mi ha scritto sta mattina! Dice che gli manchiamo e tornerà presto"

il bimbo sorrise raggiante poi cominciò a saltellare

"io voglio le patatine grandi però!!"

il dottore li accolse in ambulatorio con un sorriso raggiante, prese tra le braccia Kal e gli baciò una tempia

"allora campione! Sai che oggi è l'ultimissima volta che vedi per foto la tua sorellina?"

il bambino rimase letteralmente spiazzato, gli occhi si velarono di lacrime e in men che non si dica scoppiò a piangere. Il medico rimase allibito, guardò Calcy confuso e questo scoppiò a ridere

"angioletto! Guarda che non è che la portano via! Ti sta dicendo che fra poco nasce! Hai preso proprio la testolina di tuo padre eh..."

il piccolo si agitò per scendere e andò ad abbracciare il pancione cercando di ricacciare dentro le lacrime

Da quando mi hai lasciato solo più una settimanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora