parte 3

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Iniziò a sfogliare diverse pagine web, nella ricerca di qualche annuncio che potesse attirare in qualche modo la sua attenzione. "Che tipo di impiego potrebbe trovare una canaglia come me?" Pensò. Eppure, nonostante ciò, anche lui aveva delle doti ma continuando a fare soldi sporchi gli era sfuggita di mano la realtà. Infatti, in passato frequentò un istituto d'arte, nel quale si diplomò. Non è mai stato uno studente modello, tuttavia ne uscì con ottimi voti.
Trovò varie offerte di lavoro condivise in rete, macellaio in un supermercato in centro, il City Market: CERCHIAMO MACELLAIO CON ESPERIENZA NEL SETTORE DI ALMENO 2 ANNI. Sarebbe stato un buon lavoro ma lui non lavorò mai in quell'ambito, anzi, non aveva mai lavorato per nessun settore a dirla tutta, perciò lo scartò subito senza nemmeno finire di leggere l'articolo.
"Caspita, ho perso anni importanti della mia vita a fare cose illegali e ora ne pagherò le conseguenze" si disse. La cosa era inequivocabile, avrebbe potuto dedicare la propria vita nello sviluppo di nuove esperienze, invece si era cimentato in una sola cosa e la più nociva.
"Sofia mi ha perdonato troppe volte e io troppe volte le ho promesso che un giorno le cose sarebbero cambiate, ora il giorno è arrivato e sono intento a trovare qualche lavoro" disse a sé stesso.
Scorreva le pagine alla ricerca, scoppiò in una grassa risata nel vedere un articolo: ARRUOLATI PER LE FORZE DELL'ORDINE. Sicuramente non poteva lavorare per l'arma con la fedina penale sporca.
"Chissà magari mi mettono a lavorare nelle prigioni ma non come guardia, come detenuto ai lavori forzati". La sua risata cresceva di tono, se qualcuno lo avesse visto in quel momento, lo avrebbe sicuramente preso per pazzo. Finì di ridere di scatto assumendo un'espressione seria e rigida come se si fosse ripreso da solo, dicendosi: "Dai idiota non è il momento di comportarti così, fai la persona seria dannazione!"
Scorreva, scorreva e scorreva pagine imperterrito, riprese concentrazione come se non l'avesse mai persa.
PASTICCIERE CON ESPERIENZA. "In pasticceria ho una certa esperienza, se cercano come assaggiatore sono a posto”. Autoironizzava sé stesso per ricominciare a ridere, passò qualche minuto e forse un attimo in più, a cambiare la sua espressione facciale, trovare un lavoro tramite internet non era così facile come avrebbe potuto immaginare. Lui non sembrava nemmeno una persona affidabile, non ispirava fiducia. La sua povera madre le aveva provate tutte per metterlo in riga, era da sola però, lui era cresciuto soltanto con lei, il padre per lui non era mai esistito, lo avrà visto 3 volte e pure quelli erano ricordi sbiaditi, quasi spenti. La sua continua ribellione lo portava a fare cose brutte, come passare periodi di alcolismo e depressione alla sola età di 18 anni. Sapeva di essere vivo ma non viveva e forse non aveva mai vissuto. Stava perdendo la battaglia più importante, la vita stava prevalendo su di lui, non è mai stato padrone di essa ma solo vittima. Una povera vittima senza il buon senso di rispettare sé stesso. "Nessuno proverà a salvarti se tu non ti lascerai salvare" gli ripeteva incessantemente sua madre. A parte lei, che avrebbe dato anche la vita per lui.
A 32 anni della propria esistenza decise di cambiare tutto. Come aveva potuto solo immaginare che sarebbe stato facile? Non puoi dire di volere un lavoro dopo anni che trasgredisci e PUF arriva in men che non si dica.
Ecco però che la sua espressione assunse una forma incuriosita, i suoi occhi erano fermi sullo schermo del portatile mentre con la lingua percorreva la soglia della sua nuova mancanza, i suoi due denti. Era attratto dall'infilarci la lingua come se fosse una scoperta ancora fresca.
Trovò un annuncio interessante che gli rievocò la memoria: CERCASI AIUTO TATUATORE. "Non mi dispiacerebbe fare il tatuatore, è un mestiere al quale un ex delinquente ci si potrebbe dedicare senza essere giudicato da nessuno". "Porca miseria" sbottò. "Quest'annuncio proviene a chilometri da qua, parecchi anche". Poi iniziò a riflettere: "Dovrei parlarne con Sofia, trasferendoci da qua lei dovrebbe lasciare il lavoro, sarei un vero egoista a imporle di perdere il suo per far sì che io ne trovo uno... Ho un'idea". Chiuse il portatile in fretta, uscì dalla stanzetta andando in cucina. "Lei tra tre orette circa sarà di ritorno a casa, cucino qualcosa, almeno appena arriva si trova una bella sorpresa" pensò. La sua idea non era quella di adularla con un pasto caldo, aveva in progetto di aprire un'attività tutta per lei. Lavò solamente i piatti perché era ancora presto per cucinare, sapeva già cos'avrebbe cucinato e il tempo che ci avrebbe messo, aveva tempo per uscire di casa e comprare un mazzo di fiori. Dal suo ritorno a casa non si era comportato bene nei confronti di Sofia, mostrandosi freddo e troppo distratto. Doveva farsi perdonare.
Uscendo di casa rimase immobile guardandosi avanti, la sua casa era situata in mezzo al nulla, ma a 150 metri di distanza doveva esserci il posto nel quale aveva trascorso quella mattinata, invece non ce n'era traccia. "Non è possibile, se quel posto non esiste io dove sono stato” pensò stupito.
Era confuso, molto confuso.
Doveva muoversi però, salì in macchina per andare in centro paese, accese la radio e partì. Il centro non distava molto da lì, un paio di chilometri.
"Arrestati quattro malviventi, combattevano clandestinamente, ne mancano altri due all'appello" pronunciò il giornalista in radio, continuando: "Le indagini stanno proseguendo, a breve altre notizie".
Qualcosa era successo, quattro persone sono state arrestate mentre lui e un altro malvivente l'avevano fatta franca.
"Ti sei messo in una bella situazione di merda caro Pablo! Oh si, bella situazione di merda" sentenziò sé stesso.
Ora che aveva deciso di smettere con i combattimenti probabilmente era già tardi. Intanto giunse a destinazione, spense la macchina ma non scese ancora. Si bloccò a fissare il volante della sua auto per cinque minuti abbondanti, il suo sguardo puntava lì ma era perso nel vuoto. Respirava in modo ansioso mentre dal finestrino un po' aperto, filtrava l'aria fresca di un venticello grintoso, le mani strette ad esso, strette con forza come per sfogare quell'attimo di tensione, nervosismo e confusione tutto a ridosso del volante, che se fosse stata una creatura dotata di sentimenti e di una bocca avrebbe gridato di dolore.
All'improvviso le sue mani si aprirono, liberando il volante e distraendo lo sguardo da quest'ultimo. Aprì lo sportello, scese dalla macchina con passo svelto, dirigendosi verso il fioraio del paese. Non c'era nessuno prima di lui per fortuna.
<<Vorrei un mazzo di rose>> disse Pablo alla commessa del negozio, andò con lei a sceglierle, intanto pensava: "Io non dovrei nemmeno essere qua, se fossi già ricercato? Nah... la commessa si sarebbe allarmata, si dai, pensa positivo!"
<<Ecco a lei signore, buona giornata, arrivederci.>>
Prese il mazzo di fiori, uscì dal negozio andando subito verso la sua auto, salì a bordo e si mise in viaggio.
"Tutta sta storia non ha senso. Sono stato in un posto poi scopro che non esiste, ora potrei essere ricercato, avrei dovuto smettere prima, certo che mi ha sempre fatto comodo un guadagno extra. Ho una casa bellissima e non mi manca nulla, sono una persona benestante. Però potrebbe andare tutto in fumo".
Arrivato a casa decise di non pensare a queste brutte cose, era meglio se si fosse dedicato alla cucina, tra non molto sarebbe arrivata Sofia e doveva essere tutto pronto.
Prese del petto di pollo e lo tagliò a fettine, dopodiché passò una fetta per volta nella farina. Nel frattempo fece scaldare dell'olio insieme al burro nella padella, poi adagiò le scaloppine nell'olio bollente. Mentre aspettava che la carne rosolasse, prese una pentola con dell'acqua dentro, che avrebbe usato per bollire le patate per il purè.  In quell’arco di tempo, decise che era ora di cambiare le bende e disinfettare le ferite. Togliendole sentì un forte dolore, la crosta del sangue secco si era aderito alle bende e scoprendo la ferita ricominciò a sanguinare leggermente.
Mentre era impegnato a pulire e a disinfettare con cura le ferite, il silenzio della casa fu troncato da un’incessante squillare del telefono. "Chi mi può chiamare a quest'ora? Non sento squillare sto telefono da una vita. Che sia successo qualcosa? Oddio Sofia". Nonostante fosse lui quello perennemente in pericolo era sempre in ansia per quella ragazza.
Con passi decisi, si precipitò a rispondere al telefono che continuava a squillare ininterrottamente.
<<Pronto?>> Pronunciò con un filo di inquietudine. Con sua sorpresa fu la voce dell'amico ad arrivare dall'altra parte del telefono.
<<Pa sono io, Carl!>> Carlos era un amico di infanzia con cui aveva da sempre condiviso le cose più assurde e pericolose, infatti, ancora adesso, si erano ritrovati a condividere la stessa mania dei combattimenti clandestini in gabbia.
<<Ciao Carl come stai? Non ho più ricevuto notizie di te, che fine hai fatto?>>
<<Sto bene dai... Scusami se non mi sono più fatto sentire, avrei voluto chiamarti per spiegarti la situazione ma dopo l'ultimo scontro sono successi troppi casini, motivo per cui ho dovuto lasciarti come un animale inanime, dietro quel cespuglio.>>
<<Aspetta un attimo, quale cespuglio?>> Pablo ne rimase confuso da quella strana versione dell'accaduto raccontata dall'amico.
<<Dopo la rissa>> continuò Carlos con grande preoccupazione nella voce <<tu eri completamente privo di sensi, avevo quasi paura che non ce l'avresti fatta a sopravvivere, ti ho portato in una stanza per poterti medicare ma poi la gente ha iniziato ad urlare che da lì a poco sarebbe arrivata la polizia, qualcuno aveva fatto la spia. Così ti ho messo sulle spalle e sono salito in macchina per poi dirigermi verso casa tua, lasciandoti dietro a quel cespuglio. Non potevo lasciarti davanti casa o ti avrebbero trovato, in più non volevo mettere la tua ragazza in una brutta situazione, so quanto tieni a lei... Dopodichè anch'io ho cercato di nascondermi al meglio, è per questo che fino ad adesso non ti ho potuto chiamare ma dentro di me sapevo che ti saresti ripreso, me lo sentivo.>>
"Quindi quel posto inesistente me lo sono sognato... Ce stia diventando pazzo e vedo cose immaginarie? Oppure sono le troppe botte prese in testa a far sì che il mio cervello non funzioni come dovrebbe". Rifletté.
<<Pa ci sei?>> disse Carlos vedendo che l'amico  non rispondeva.
<<Si scusa, pensavo, ma al momento tu dove ti trovi?>>
<<Amico non posso dirtelo per telefono, rischierei di essere scoperto, a dir la verità neanche tu sei al sicuro in quella casa.>>
<<Tranquillo, se tutto va bene non ci resto ancora tanto, ho deciso di cambiare vita e di smetterla di fare queste cose losche. Più che per me voglio farlo per la mia ragazza. Non voglio più darle preoccupazioni.>> Sia Carlos che Pablo cercavano di sorvolare il nome di Sofia per paura che la chiamata potesse essere intercettata. Era meglio non coinvolgere altre persone nei loro casini.
<<Fai bene amico, dovrei pensarci seriamente anch'io... Sono stufo di vivere come un fuggitivo. Il problema è che per gente come noi, che ha sempre vissuto come dei fuorilegge, cominciare a condurre da un giorno all'altro una vita onesta la vedo un po' difficile... Pensaci Pa chi si fiderebbe mai di noi?>>
<<Beh su questo non posso darti torto... Però non posso credere al fatto che la vita non ci abbia riservato niente di meglio al di fuori dei combattimenti in gabbia. Comunque Carl ora ti devo salutare perché tra un po' lei arriverà dal lavoro e devo finire di cucinare. Spero di risentirti o di rivederti in qualche modo.>>
<<Ti sei dato alla cucina amico?>> rise di gusto. <<Ho sempre saputo che in quel tuo essere un ragazzaccio in fondo si nascondesse una persona di cuore, ti auguro il meglio e spero vivamente che tu riesca a crearti una nuova vita, anche se per me sarà un po' più dura, tu almeno hai lei e sei fortunato ad averla trovata. È un angelo sceso dal cielo quella ragazza... Io invece sono rimasto solo.>> disse angosciato.
<<Carl ti prometto che, se riuscirò ad uscire io da tutto questo, aiuterò anche a te, tu per me ci sei sempre stato fin da quando eravamo bambini e ora anch'io voglio fare la mia parte.>>
<<D'accordo amico, tu per ora non cercarmi, mi metterò io in contatto con te appena sarà possibile. Cerchiamo di non metterci troppo in mostra e di restar nascosti. Ciao Pa stammi bene.>>
<<Ciao Carl>> e riattaccò.

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