Hesitations.

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《 Audrey 》
Quel giorno mi svegliai abbastanza confusa, non ricordavo nulla di ció che era avvenuto la sera precedente; uno strano profumo avvolgeva il mio corpo e non ricordavo neppure a chi appartenesse ma, nonostante questo, mi suonava stranamenre familiare.
Dei trilli provenienti dal mio cellulare mi costrinsero a scostare le coperte dal mio esile corpo e, di conseguenza, a distogliermi dai miei pensieri.
Come al solito, le mie amiche continuavano a riempirmi di messaggi, bramose di sapere cosa avessi fatto dopo la festa: a pensarci bene, non lo ricordavo nemmeno io!

I ricordi erano fermi e sfocati dal momento in cui avevo abbandonato la festa, con quella strana ragazza dai capelli neri, eppure ero sicura che ci fosse dell'altro; avvertivo un senso di pesantezza al petto, come se qualcosa stesse cercando di fuoriuscire, ma io non ero affatto pronta per una cosa del genere.
Portai entrambe le mie mani curate sugli occhi, e le strofinai di poco, quasi graffiandoli, mentre mi tiravo su, pronta ad affrontare un'ennesima giornata in compagnia di mio fratello.

A breve sarebbe partito nuovamente, e volevo godermi tutti gli attimi possibili in sua compagnia, nonostante questo precludesse anche la presenza del biondino stupido, nonchè suo ragazzo.

Una strana sensazione pervarse il mio intero corpo, e dovetti respirare profondamente - mentre mi alzavo -, prima di placare il mio stato instabile e prima di rabbrividire, per il contatto del pavimento gelido contro i miei piedi nudi.

Tuttavia, amavo la Domenica, poichè entrambe le mie mamme erano a casa, e riuscivamo a passare un po' di sano tempo in famiglia!

Con tutti questi pensieri a colmarmi il capo, mi ritrovai pimpante al piano inferiore, stupendomi del fatto che non ci fosse nessuno ad aspettarmi e che la colazione non fosse ancora pronta.

Curvai - leggermente - il sopracciglio destro, facendo formare un piccolo cipiglio sulla mia fronte, e presi ad osservarmi furtivamente intorno, prima di saltare all'indietro, quando la figura di mio fratello mi si parò davanti, spaventandomi e non poco.

Sapevano quanto fossi delicata, in certi casi, ma continuavano a farmi incassare colpi!

Non esitai a colpirgli il bicipide destro con una mano, mentre sistemavo la mia vestaglia da notte contro il mio corpo infreddolito, e lasciai scorrere la lingua contro le mie labbra, quando l'idiota dinnanzi a me soffocò un "ahi", facendomi quasi esultare per la mia piccola vittoria.

"Demente, dove sono mamma Elle e mamma Aidan?" domandai incuriosita, mentre mi trascinavo - letteralmente - verso il tavolo di vetro, abbandonandomi ad uno dei numerosi sgabelli che lo circondavano, mentre lui si sfiorava la nuca con la mano sinistra, facendomi mugolare infastidita.

"Era da tanto che non spendevano del tempo insieme e le ho incitate a pranzare da sole, nel ristorante che ha appena aperto, a pochi isolati da qui. Sopravviveremo un giorno senza di loro, e ci sarà anche Justin." pronunciò il suo nome con tale adorazione, come se fosse il ritornello della canzone più bella di sempre, recandomi un senso di nausea verso la mia persona: mi era davvero capitato di fare pensieri poco consigliabili sul ragazzo di cui mio fratello era perdutamente innamorato?

Quasi un conato di vomito mi salì in gola, e scostai lo sguardo verso un punto indefinito della cucina, deglutendo con forza, mentre lui inarcò le sopracciglia folte e scure.

Scossi leggermente il capo, come ad eliminare qualunque pensiero, e forzai un sorriso, alzando appena l'angolo destro delle mie labbra piene, mentre dondolavo le mie gambe avanti e indietro, da sopra lo sgabello bianco.

"A te come sembra, Audrey? Non è il miglior ragazzo che io abbia mai avuto?" mi domandò, appoggiandosi accanto al mio corpo, e mordendosi appena le labbra, forse al pensiero della figura possente di Justin accanto alla sua.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 08, 2016 ⏰

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