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Ok,
Sto bene.
Trentacinque,
Trentasei,
Sto bene
Trentasette
Trent.. sto bene
Trenta.. ma che Diavolo.
Si lasció andare sul pavimento
Aveva perso ancora il conto.
Per ore e ore quella sera si era messo a fare esercizi strazianti, preso un pó a pugni il sacco da boxe e girovagato per la stanza senza sapere cosa stesse cercando si preciso, forse un pó di determinazione.
Non aveva piú voglia di sforzarsi, anche se forse lo faceva sentire meglio che restare a pensare all'accaduto, magari con una passeggiata avrebbe ottenuto risultati migliori, così prese la giacca e si avventuró nella New York di notte che poche volte aveva avuto il piacere di assaporare, se non per fare la spesa o un giro in moto.
Pensó a quella notte che Tony gli aveva prestato soccorso, perché l'Harley si era inceppata, e scosse la testa per rimuovere quel ricordo. Non voleva pensarci, ma era quasi impossibile, ad ogni angolo che svoltava c'era qualche piccolo segnale che lo portava a pensare a lui.
Passó davanti ad un locale notturno, ne fuoriusciva musica che il Capitano riteneva di basso borgo. Non gli piacevano quel genere di cose, per niente. Ma decise di dare un'occhiata lo stesso.
Il locale era immerso di gente, chi urlava, chi fischiava alle ragazze che ballavano e si strusciavano sui pali, gente che lanciava soldi in aria altre che senza prendersi il disturbo di appartarsi andavano dritto al sodo, lì sui tavoli e i posti a sedere.
Molti avevano l'aria di essere sotto effetto di stupefacenti pesanti e a Steve venne voglia di andarsene subito, perché si sentiva parecchio a disagio in quel posto, ma una ragazza lo prese da dietro urlandogli all'orecchio «Cosa ci fa un bel tipo come te in un posto come questo? » rideva, anche lei non sembrava avere uno stato mentale molto lucido, il suo abbigliamento affermava ogni dubbio che si potesse avere, indossava un reggiseno e degli shorts, che per quanto erano corti davano libero spazio all'immaginazione. Doveva essere una dipendente del locale, anche perché sembrava provare interesse per Steve quanto poteva averne una donna a cui importavano solo i soldi.
Cercó di scacciare l'immagine di Pepper dalla mente, perché per tutto il tempo non aveva fatto altro che affibiarle il soprannome di sgualdrina, e quella ragazza gliela ricordava.
«Vuoi giocare un pó?»
Non gli servivano anni di esperienza in quell'ambito per capire a cosa si riferisse, quando la ragazza le mise una mano sui pantaloni Steve si fece prendere dal panico
Ma perché sono entrato qua dentro?
Senza troppi scrupoli finirono per entrare in un contatto fisico realmente eccitante per entrambi
E Steve si lasció andare in quella che sembrava essere la via di fuga piú illecita che si potesse prendere.
Gli slacció i pantaloni, a quanto pareva era l'unico a cui importava di essere in un posto pieno di gente, anche se tutti erano impegnati a concentrare la propria attenzione su altro per notare loro due che ci davano dentro.
Ma che sto facendo?
La spintonó via e nella confusione corse verso l'uscita di emergenza, non appena spinse la maniglia antipanico si azionarono dei getti d'acqua per tutto il locale e tutti smisero di agitarsi non appena la musica si spense, urlando e strillando imprecazioni.

Corse fino alla fine del vicolo del retro del Pub e si fermó davanti ad un cassonetto dell'immondizia, si inginocchió per terra, proprio su una pozzanghera, e inizió a vomitare.

Steve e TonyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora