Louis Tomlinson

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Ed ecco che la sveglia suonò e mi svegliò.
Erano le 7, dovevo andare a lezione di letteratura ma non avevo voglia.
Louis era sparito, come sempre.
Decisi di farmi un bella doccia, così avrei tolto via i pensieri che mi turbavano da quando sono arrivato.
Finii e mi vestii.
Scesi le scale e andai da professore per dirgli di non stare molto bene e giustificarmi.
Invece, stavo benissimo.
Andai dal preside per fargli firmare la giustifica, arrivai alla porta e bussai.
'Toc Toc'
"Avanti."
Aprii la porta e vidi il preside irrigidirsi.
"Emh si, emh deve... firmare ..."
"Immediatamente."
Mi guardò come se avesse paura perché ero l'unico in camera con Louis.
Forse lui non sa la verità.
Era ovvio, Louis ha faticato per dirlo a me, figuriamoci se va a dirlo al preside.
Uscii sbattendo la porta.
Odio le persone che pensano cose che non stanne né in cielo e né in terra.
Ebbene sí, odiavo anche il preside, per non essere andato a fondo sul caso di Louis e Gigi.
Andai in camera, cambiai scarpe, se si possono definire tali.
Odio le scarpe da ginnastica, quindi uso stivaletti, che a me, personalmente, piacciono tanto.
Cercai di uscire da questo orribile college per ossigenarmi un po' il cervello.
Uscii dal cancello il più silenzioso possibile.
Non avendo la patente attesi un taxi, che mi portò in piazza.
Vicino alla piazza c'era un hotel, prenotai una camera per la notte.
Presci l'ascensore (sono una persona molto pigra) entrai nella mia camera e mi buttai sul letto.
Rimasi ad osservare il soffitto per un quarto d'ora circa.
Scesi al bar che c'era di sotto, ordinai un frappè e mi sedetti su uno dei tavolini tipici dei bar.
Le mie giornate non sono molto attive e soprattutto interessanti.
Era meglio quando vivevo nella mia casetta, ogni sera uscivo e mi divertivo, mi facevo qualche tipa e bevevo.
Ora, 'divertirsi' significa scavalcare il cancello della scuola e correre via sperando che nessuno ti abbia visto.
'Pfff"
Sospirai.
Erano le cinque del pomeriggio, questo significava che non avrei fatto niente per tutto il pomeriggio e per tutta la notte.
Cercai un locale, o discoteca, nei dintorni, ma niente.
Brighton è un paesino calmo, bello ma DECISAMENTE TROPPO CALMO.
Ritornai nella mia camera, chiusi la porta e... mi ritrovai Louis Tomlinson sdraiato sul letto.
"Louis?"
"Oh ciao Hazza!"
"Cosa ci fai qui?"
"Beh, ti ho fatto una visita"
"Lou...."
"Hazza....."
Louis si alza dal letto e si avvicina a me.
Appoggia le sue mani sui miei fianchi.
Sembrava stesse per baciarmi ma ad un certo punto si staccò immediatamente, ed esultò come un bambino.
"Hazza! Non ti ho detto una cosa."
Lou iniziava a preoccuparmi.
"Cosa noti di strano in me?"
Si tolse la maglietta. Era dannatamente sexy.
Aveva tanti tatuaggi, più o meno come me.
"Emh, cosa noto di strano in te? Beh se pazzo, FUORI FA FREDDO E TU TI TOGLI TRANQUILLAMENTE LA MAGLIETTA?"
"Ma no Hazza, guarda bene."
"Looou sei pazzo"
Mi indicò un punto, vicino al suo braccio.
Aveva tatuato un cupcake.
Il tatuaggio sembrava fresco fresco.
"Carino. Cosa dovrebbe rappresentare?"
Chiesi.
Louis arrossì subito, ma ad un tratto cambio argomento. Era strano vederlo così felice. Guardava il tatuaggio e, probabilmente, la sua mente pensava alla persona a cui lo aveva dedicato.
"Niente di che. Piuttosto..... Piuttosto dimmi perché sei qui!"
"Dovresti spiegarmelo tu cosa ci fai qui!"
"Beh vedi, volevo solo sapere come stavi."
Azzardai un sorriso.
"Bene. Sto bene, credo. Tu?"
"Io sto male, ma cosa vuoi che te ne importi."
Era serio, lui non sapeva che a me interessava. Non avrei mai pensato di essere preoccupato per qualcuno, sopratutto Louis.
"SENTIMI NON È COLOA TUA SE GIGI È MORTA OKAY? HAI UNA VITA DA VIVERE DAVANTI A TE E TI PREOCCUPI PER UNA CAZZATA CHE NON HAI NEMMENO FATTO?"
Louis si mise le mani tra i capelli.
"Non vorrei passare tutta la serata a parlare di Gigi Hadid. Quindi ciao Hazza, grazie mille della compagnia stupenda che mi hai dato."
Se ne andò buttando quasi giù i muri.
Forse ero stato un po' presuntuoso ma esserlo con una persona come Louis, mi sembra logico avere un comportamento così.
Cercai di rimediare e chiedergli scusa.
Me lo trovai dietro la porta, stava aspettando, stava aspettando proprio me.
"Scusa Lou"
"Harry.. Non voglio parlare di Gigi mai più. Intesi?"
"Oh emh, posso chiederti una cosa?"
Entrammo di nuovo in camera.
"Lou, vorrei dirti solo un'ultima cosa. Ultimissima cosa riguardo a Gigi."
Sbuffò.
"Fammi solo dire, che tu non hai colpa. Okay?"
"..... va bene."
"Okay. Adesso dimmi un'altra cosa.
Perché non ci sei mai in stanza quando siamo in college?"
"Harry, questo non posso dirtelo."
"Quindi ritieni importante quella cosa più di una persona?"
Si alzò sfiorandomi le mani.
"Riccio, tu sei molto più importante."
Rimasi SCONCERTATO a quelle parole.
Ci teneva davvero a me?
"Oh, quindi adesso mi dici il perché hai fatto un tatuaggio a forma di cupcake?"
"Eh va bene, riccio. Però dopo andiamo a dormire, ho sonno e la mattina presto dobbiamo essere nel college se non vogliamo essere scoperti."
"OKAY OKAY."
Ero entusiasta.
"Il mio tatuaggio è dedicato ad una persona che ho conosciuto qualche giorno fa. È più alta di me, capelli più lunghi dei miei e.... ed è bellissima!"
Parlava di una 'lei' come se non capissi che la persona fossi io.
"Mh va bene. Notte Lou."
Spensi le luci.
"Notte cupcak.... EMH NOTTE HARRY, NOTTE HARRY."
Pensai.
Ero io.
Ero proprio io il suo Cupcake.

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