Sesto Capitolo

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Il mattino seguente sono svegliato da Daisy che mi scuote ferocemente e mi guarda perplessa. «Che cos'è tutto questo casino? E cosa ci fa lui qui in questo stato? E tu? Ma che diamine avete combinato? Perché sei nudo?»

Troppe domande tutte insieme, la mia testa scoppia e non è il migliore dei buongiorno.

Mi ero completamente dimenticata di lei, che sarebbe tornata oggi.

Mi reggo la testa tra le mani e lei prende di nuovo a scuotermi.

«Mi spieghi cosa avete combinato?» ripete

«Abbiamo cenato insieme» dico piano per non svegliare Dylan.

«Da soli vi siete scolati tutte queste birre?» dice prendendo una bottiglia in mano

«Si, abbiamo mangiato una piadina, abbiam visto la tv. Ma poi a te che importa?»

Mi guarda in cagnesco.

«Vedi di far sparire tutta questa spazzatura prima che faccio sparire io te!» dice a denti stretti per poi uscire di casa e sbattere la porta.

Sbuffo e poi decido di alzarmi per farmi una doccia veloce.

Raccolgo i miei panni ed entro in bagno per poi buttarmi sotto il getto d'acqua fredda.

Resto lì a pensare e ripensare e quando esco, in asciugamano come sempre, trovo Dylan in cucina che sistema il macello combinato la sera prima.

«Buongiorno» mi sorride «allora è una tua abitudine stare per casa con l'asciugamano?»

«Te ne sei accorto?» ride «e tu invece, che ci fai in boxer a sistemare? Avrei fatto io dopo la doccia»

«A proposito di doccia, perché non mi presti qualcosa di tuo? Vorrei darmi una sistematina prima di andare a lavoro»

«L'armadio è di la, vai e prendi ciò che vuoi» e con la mano indico la camera «Ma a che ora devi andare a lavoro?»

«Tra due ore, ma niente di stressante. Ho un'auto da aggiustare perché ho la consegna domattina»

«Ma è domenica»

«Le macchine non hanno giorni liberi» ride gettando le ultime bottiglie

«Allora ti conviene muoverti. Va pure a lavarti, ci penso io qui anche se hai già fatto il grosso» lo invito spingendolo verso la camera

«Cosa posso prendere?» mi urla mentre vede i panni nell'armadio

«Quello che ti pare»

«Se scegliessi tu per me?» si affaccia

«Ma anche no»

«Dai ti prego»

Lancio lo strofinaccio sul piano cottura e lo raggiungo.

«Ribadisco che non sei assolutamente da sposare»

«Guarda che non ti conviene ripeterlo, so qual è il tuo punto debole...» mi guarda soddisfatto e io mi giro a guardarlo male così da farlo scoppiare a ridere.

«Dai prendimi qualcosa»

«Jeans e camicia?» chiedo mostrandogli un jeans blu scuro e una camicia bianca semplice

«Ok, può andare» li prende e si dirige in bagno per poi fermarsi

«Mi serve una mutanda» aggiunge.

Gliela prendo e gliela lancio.

«Ti serve una mano pure per lavarti?» gli chiedo scherzando

«Magari una lavatina dietro la schiena non sarebbe male!» e scoppia a ridere quando gli lancio un cuscino.

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