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Pioveva. Dio come pioveva quella notte. Ero sola con le mie cuffie e camminavo, camminavo senza nessuna meta. D'altronde non avevo mai avuto una meta. Ero solo decisa a non tornare più dalle persone che dicono di volerti bene, ma non è mai così. Ero decisa a non sentirmi più una delle tante, a non sentirmi una qualcunque. Eppure quella notte tornai in dietro. Tornai dalle persone che mi avevano fatto stare male e da quelle per cui ero una persona qualunque. Ma non tornai per loro. Tornai per le poche persone che veramente mi avevano voluto bene, quelle che avrebbero sofferto troppo se quella maledettissima notte non fossi tornata.

Nella mia vita rappresento il nero. Il nero di chi altri colori più felici e accesi non gli aveva mai visti. Il nero di chi non prova nulla... e forse non lo ha mai provato. Il nero di chi si perde nelle cose troppo complicate e ci rinuncia. Il nero di chi non ce la fa più, e non ha paura di dirlo.
Sapere di non essere importante per questa terra mi tranquillizza. Sapere di non essere niente per questa terra, invece, mi fa passare la voglia di essere felice e vivere. Infondo ho solo vent'anni. Ho tutta la vita d'avanti e posso permettermi di riflettere ancora un po su come viverla. Sarei all'altezza di vivere una vita come tutti gli altri?
Tutte le domande che posso complicare di più la situazione me le faccio io.
Della vita, ho capito solo che finirà.
Ecco perchè idosso il nero. Tanto vale morire subito che aspettare la morte.
Odio aspettare.

PROVACI ANCORADove le storie prendono vita. Scoprilo ora