Capitolo 12

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-Dafne-
Mi giro guardando chi osa interrompermi mentre mi alleno.
È Joseph.

-Dimmi-
-Dovresti venire con me nell'ufficio dei dirigenti-
-È successo qualcosa?- Chiedo curiosa.
-Abbiamo scoperto qualcosa, è diverso-
Annuisco e lo seguo verso l'ufficio.

Quando apre la porta in acero e i nostri piedi iniziano a camminare sulla moquette verde, Novius si alza dalla grande sedia marrone, posta dietro la scrivania dello stesso colore, e si avvicina a noi.

-Sono felice che tu sia venuta-
-Il maestro mi ha detto che avete scoperto qualcosa-
-Sì, riguarda l'esperimento sui bambini.
Abbiamo le prove, è tutto vero-
-Come fate a...- Mi interrompe prima che finisca.
-Charles-
-Lui sta collaborando- dico più a me che agli altri -sono felice che abbia trovato il coraggio.-
Sorrido ripensando all'uomo di mezza età dal viso simpatico.
Novius annuisce.

-Cosa avete intenzione di fare ora?- Chiedo poi.
-Abbiamo già mandato la segnalazione allo stato, ci dirà lui come e quando intervenire.
Purtroppo non possiamo farlo da soli, andrebbe contro le leggi che vietano le guerre fra associazioni-
-Ci vorrà tempo!-
-Lo so, mia cara. Purtroppo ho le mani legate, mi spiace.-

Vago per i corridoi ripensando a quello che mi è stato detto, ma vengo interrotta da Skylyn.
-Dafne, devo dirti una cosa!-
-Oggi tutti avete qualcosa da dirmi?-
-Sì, ma non qui. Andiamo in giardino-
-Va bene-

Una volta arrivate sulla distesa verde del prato, ci sediamo sotto un albero lontano da orecchie indiscrete.
-Allora?- Chiedo impaziente.
-Lucas, un allievo di Dakota, mi ha chiesto di uscire, ma non come amici.
Non so cosa fare, non capisco questo suo cambio repentino-
Cerco di fare mente locale su chi possa essere il ragazzo, ma niente.
-Chi sarebbe Lucas?- Chiedo infine.
-Oh andiamo, il ragazzo moro con gli occhi azzurri-
-Scusa, ma proprio non mi viene in mente. Di solito non presto attenzione a qualsiasi cosa possa riguardare, seppur lontanamente, Dakota-
-Non importa, ma ora cosa faccio?-
-Cosa vuoi fare scusa? Rifiuta ovviamente!-
-Però io e lui siamo sempre stati in buoni rapporti, mi dispiace!-

Mi porto un dito al mento riflettendo sul da farsi.
-Fai in fretta, l'ansia mi sta divorando-
-Ho trovato! Potresti uscirci e dirgli esplicitamente, in tutti i modi possibili, che siete amici-
-Grayson deve venire a saperlo solo quando tutto ciò sarà finito, mi raccomando-
-Puoi contare su di me- dico battendole il cinque.

-Può contare su di te per cosa?-
-Brian, ci hai spaventate!-
-Non sviare il discorso- mi dice in modo canzonatorio.
-Cose da donne!- rispondo.
Lui scoppia a ridere -Ne sai quanto me delle "cose da donne"-
Mi giro dall'altro lato offesa.
-Va via! E non interromperci più mentre dialoghiamo!-
-Quanto sei antipatica- dice allontanandosi.
-Pericolo scampato- sospira Skylyn.

Nel pomeriggio verso le quattro, lei e Lucas vanno a fare un giro in piazza.
Skylyn mi ha raccomandato di seguirla e di intervenire in suo aiuto nel caso si trovasse in una situazione imbarazzante.
Così ora eccomi qua, con un cappuccio in testa ed un gelato in mano, a pedinarli.
Stanno semplicemente parlando, bene.

Mentre osservo la scena, qualcuno mi urta e ciò che resta del mio spuntino cade rovinosamente a terra.
Credo di essere sul punto di piangere.
Quella meraviglia al cioccolato ora ciberà le formiche.

Alzo lo sguardo, pronta ad incenerire chiunque sia stato.
Ma quando i miei occhi si imbattono in quelli nocciola di Grayson, accompagnati da quelli verdi di Brian, il gelato perde marginalmente importanza.
Marginalmente perché continua ad esistere in un angolino della mia testa, da dove sarà pronto ad uscire una volta risolto quel problema. Quell'enorme problema.

-Dafne che ci fai da sola in piazza con quell'aria ambigua?- Non perde occasione di chiedermi Brian.
Indecisa su come rispondere, do il via libera al gelato nel mio cervello.
-Ero venuta a mangiare, ma grazie a voi non posso più farlo- dico indicando energicamente il cadavere del delizioso cibo.

-Se non avessi avuto il cappuccio in testa, avresti potuto guardare dove mettevi i piedi- dice tirandomi il copricapo giù.
-Io avevo il cappuccio, la vostra scusante?-

Butto l'occhio dietro le loro spalle e noto che Skylyn non c'è più.
L'ho persa di vista!
Senza dar loro il tempo di rispondere dico
-Ora devo andare- e sfreccio via.

Scorgo in lontananza dei lunghi capelli biondi. Corro verso di lei e la tiro lontano da Lucas.
-Abbiamo un problema, Grayson è qui in giro-
-Cosa?! Distrai Lucas, fa qualcosa! Io vado a cercarlo e.. e non so cosa farò, mi inventerò qualcosa- corre via.

E ora come cavolo lo distraggo Lucas?

Mi avvicino al ragazzo e dico -Ehilà, tutto bene?-
Lui alza un sopracciglio -Ci conosciamo?-
-In realtà prima di oggi, non ti avevo mai visto- non posso credere di averlo detto.

Dopo pochi minuti in imbarazzante silenzio, in lontananza vedo Skylyn che cerca di fermare i ragazzi, mentre irrimediabilmente camminano verso di me.
-Hey senti, facciamo un gioco: tu ti vai a nascondere nel locale e non esci fino a stasera ok?- propongo indicando il bar dietro di me.
-Ehm... No?-
-Allora giochiamo a nascondino!-
-Senti io...-

Viene interrotto da Grayson.
-Hey Lucas, che ci fai qua?-
-Sono uscito con...-
Lo interrompo nuovamente io -Mi diceva di essere uscito con una sua amica- dico sottolineando "amica".
-In realtà ero uscito con...-
-Abbiamo capito che sei uscito con una tua amica, basta parlare di te Lucas! Smettila di fare l'egocentrico-
Vedo Skylyn scuotere la testa e portarsi una mano alla fronte.
-Cosa sta succedendo?- Mi chiede Brian.
-Nulla, è colpa mia- dice Skylyn iniziando a raccontare tutto.

-Quindi Lucas, mi dispiace ma sto con Grayson ora- conclude poi.
-Però anche tu Lucas, eh! Le cose te le devono scrivere su un cartellone per fartele capire!- Emano la mia sentenza e Brian immediatamente mi pizzica il braccio facendomi zittire.

-Va tutto bene, io non lo sapevo. Non avresti dovuto crearti tanti problemi, semplicemente me lo dicevi, me ne sarei fatto una ragione- spiega Lucas ignorando il mio commento.
-Già, avresti dovuto dirlo anche a me!- questo è Grayson.
-Lo avrei fatto dopo- si giustifica la ragazza abbassando lo sguardo sulle sue scarpette.
Grayson sospira e le mette un braccio sulla testa -Torniamo a casa- dice poi.

Durante il tragitto mi ritorna in mente l'omicidio a cui ero stata costretta ad assistere. Non ero stata capace di fermare quello scempio.

Allora dico -Ma non mi spettava un gelato?-
-Cammina- risponde Brian.

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