1.

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[Mi chiedo cosa ci sia nella valigetta che in teoria dovremmo rubare.]
{Sul serio? Siamo in una fanfiction Spideypool dove finiremo per ritrovarci in mezzo alle gambe del nostro aracnide preferito e tu ti preoccupi per una valigetta?}
[Ventimila dollari sono tanti.]
{Anche il culo di Spiderman, e anche il ragazzone qui è d'accordo con me.}
«Potreste stare zitti? Sto cercando di capire come togliere la valigetta di mano a quell'uomo, dato che ci è agganciato con un paio di manette.»
{Non stavo dicendo a te, ma a quello in mezzo alle tue gambe.}
[... Sei disgustoso.]
Wade gemette, sconsolato, interrompendo ciò che stava facendo da quasi dieci minuti, indeciso se spararsi un proiettile in testa solo per zittire quelle dannatissime scatole chiacchierone. Aveva accettato quell'incarico perché gli era sembrato facile, forse fin troppo data la ricompensa, ma, ehi, fattore rigenerante più maledizione di zio Thanos uguale nessuna preoccupazione. Aggiungiamoci pure che mentre leggeva l'incarico la sua Pool -o- Vision gli aveva fatto immaginare un certo ragnetto con una lingerie praticamente trasparente implorarlo di accettare, in modo che si sarebbero potuti incontrare, e la tela era stata tratta.
{2/10. Sai fare di meglio.}
[... Non è neanche una battuta, lo sai vero?]
«Giuro che se non la smettete mi pianto una delle mie katana in testa e vi zittisco io.»
{Sei noioso.}
[E permaloso.]
Il mercenario gemette tornando a guardare l'uomo attraverso il binocolo. A volte riuscire a sopportare le scatole era davvero, davvero impossibile.
{E se...}
[No. L'incarico diceva chiaramente "non mutilare o uccidere".]
{Sono solo io o sono diventati tutti più noiosi?}
[Stiamo cercando di fare colpo su Spiderman, non possiamo uccidere gente a caso.]
«Devitalizzare.» lo corresse Wade, guardando attentamente la struttura della valigetta, chiedendo poi se qualcun altro lo avesse sentito.
{Sentito cosa?]
«Il suono della lampadina che si accendeva sopra la mia testa.» spiegò, prima di illustrare il piano, che diversamente dal solito non comprendeva nessuno spargimento di sangue.
Deadpool sarebbe entrato nella stazione ad armi cariche, ordinando a tutti i presenti - una signora in sovrappeso, una ragazza dai capelli tinti fucsia, e l'uomo d'affari con la valigetta - di stendersi a terra, specificando che quella non era una rapina, per poi rompere la maniglia a cui era agganciata una estremità delle manette, e di fuggire.
Ovviamente, le voci nelle scatole dissero che era un piano stupido, e, ovviamente, il mercenario le ignorò, mettendolo in atto.

Un'ora più tardi, Wade stava ancora cercando di tossire i proiettili che gli erano stati sparati nei polmoni.
«Maledetto pezzo di merda...» boccheggiò, sputando l'undicesimo proiettile.
[Non c'era nessun avviso sulla possibilità che l'uomo fosse armato.]
{Qualcuno dovrà risarcirci i danni!}
[Abbiamo il fattore di rigenerazione più potente nell'universo Marvel ti ricordo.]
{Io parlavo della tuta. Sai quanto costa lo spandex di prima qualità? Tanto! E le armi? Anche! E il cibo che ingurgita questo qui pure, quindi devono risarcirci.}
In quel momento qualcosa volò dalla finestra di uno dei piani più alti dell'edificio, accompagnato dalle grida di un uomo sulla cinquantina e precipitando sfortunatamente non sulla testa del povero mercenario, ma tra le sue mani, salvando l'oggetto - una macchinetta fotografica piuttosto vecchia ma in buone condizioni - da una rovinosa caduta. Wade la osservò alcuni secondi, "Peter Parker" era inciso sul bordo inferiore.
[Ho già sentito questo nome da qualche parte prima...]
Alzò lo sguardo, notando una testa - forse del proprietario - sportasi fuori, probabilmente per controllare il danno, ma, una volta che si accorse del mercenario, rientrò, e Deadpool si chiese se non fosse il caso di lasciare l'oggetto tra le sue mani alla reception. L'idea venne immediatamente accantonata quando entrambe le voci gli ricordarono che era armato fino ai denti, oltre al fatto che il suo costume fosse insanguinato e ridotto a un colabrodo. Pensò anche di scappare lasciando l'oggetto sul cassonetto lì vicino, ma il suo fattore rigenerante non aveva ancora risanato del tutto i suoi polmoni, ridotti leggermente meglio della tuta, e scappare avrebbe solo fatto un male cane, per non parlare del fatto che, magari, solo per una volta, qualcuno lo avrebbe ringraziato. Così si appoggiò con la schiena al muro, controllando prima che non ci fosse il regalino di un qualche randagio, e aspettò.
Non dovette farlo per molto in realtà, dato che il rumore di passi che si avvicinavano gli fece alzare lo sguardo, incontrando quello sconvolto e spaurito di un ragazzino.
«D-Deadpool?!» la voce dello sconosciuto salì di qualche ottava, facendo sospirare il mercenario.
Grandioso, è terrorizzato, pensò, contemporaneamente ad entrambe le sue voci.
«In persona. Il vostro cavaliere dell'armatura super aderente vi porge i suoi ossequi, oltre che a codesto oggetto, sperando sia quello che avete perduto voi poco prima.» recitò l'uomo, ignorando le voci ridere a crepapelle.
Si inginocchiò a capo chino, per poi alzare le braccia e porgere al ragazzo la macchinetta fotografica, imitando la posa di un cavaliere del medioevo. Di certo si sarebbe aspettato qualsiasi reazione da risposte scontrose a insulti coloriti, tutti accompagnati da una fuga, ma sicuramente non si sarebbe mai aspettato la risata mal trattenuta nella gola del giovane, che istintivamente gli fece alzare il capo confuso.
«Che ne dice di alzarsi ora, messere?» chiese il castano una volta smesso di ridere, afferrando la macchinetta subito dopo.
Non appena il mercenario fece come gli era stato detto, una parola - anzi, la parola - gli arrivò alle orecchie, in modo talmente impercettibile da costringerlo a chiedere al più piccolo di ripeterla, provocandogli un altro sorriso all'angolo della bocca.
«Ho detto "grazie".» parlò tranquillamente Peter Parker, come se davanti a sé non avesse un mercenario noto a tutto il mondo tanto per la sua parlantina quanto per la sua lista di morti.
Non più però, si autocorresse, scatenando risa canzonatorie dalle sue scatole, che affermarono che sarebbero sempre stati visti in quel modo.
[Ora ricordo!]
«Cosa?»
«Ehm, non ho detto niente in realtà.»
«Uh, scusa Baby-boy, non stavo parlando con te.»
[È possibile che a nessuno abbia ricollegato nulla al nome "Peter Parker"? Fotografo freelance del Daily Bugle e grande amico del nostro Spiderman?]
«Quel Peter Parker?!» esclamò Wade, cogliendo anche il ragazzo in questione di sorpresa, che, senza volerlo, annuì.
«Oh mamma, sai che sono un tuo grande fan? Le tue foto sono davvero perfette, compro il giornale solo per poterle vedere. Per non parlare poi di come ti escono bene le inquadrature, sul serio, mi rendi il lavoro davvero facile...» attaccò l'uomo, senza più freni inibitori.
[Veloce, dobbiamo trovare una scusa per "lavoro".]
{Perché dovremmo?}
[Voi scandalizzare un ragazzino facendogli scoprire che ci masturbiamo con le foto che lui stesso scatta?]
{Touché.}
«Cooooomunque, le tue foto sono grandiose. Posso offrirti qualcosa come ringraziamento per le foto che fai sempre? Un pranzo a base di tacos? O di chimichanga?»
Peter si soffermò un attimo a riflettere: da un lato il ragazzo non era entusiasta dell'idea di passare più tempo del solito con il mercenario chiacchierone - gli bastava già doverlo sopportare durante i suoi appostamenti come Spiderman - ma dall'altra trovava stranamente sopportabile la sua presenza, in più J. Jonah Jameson quel giorno stava veramente superando ogni limite di sopportazione umana. Addirittura arrivare a gettargli fuori dalla finestra la sua macchina fotografica perché era convinto manipolasse i suoi scatti, facendo sembrare il Ragno un eroe. Doveva essersi svegliato convinto che il mondo stesse girando per il verso sbagliato quel giorno, pensò il castano.
Diede un'occhiata al suo orologio.
2:18 PM.
J.J.J o Deadpool? Per quanto entrambi riuscissero a fargli saltare i nervi, doveva ammettere di essere abbastanza curioso di conoscere un'altra facciata dell'uomo che si nascondeva sotto la maschera da mercenario, e certamente questo non avrebbe potuto andare in giro col costume ridotto come groviera. Deadpool iniziò ad aprire nuovamente il rubinetto, lasciando fluire un fiume di scuse per la sua richiesta del tutto fuori luogo - "colpa delle voci", si giustificò. Peter decise di non voler indagare sul motivo per il quale l'altro fosse ridotto così - gli sarebbe bastato indossare la maschera da Spiderman per scoprirlo - e interruppe il soliloquio del più grande, accettando la sua offerta, aggiungendo però che sarebbe stato meglio se si fosse cambiato. Wade imprecò quando si ricordò di come fossero ridotti i suoi indumenti, tirando fuori dalle tasche un congegno non più grande di un game boy.
«O-Ok, senti, dammi una decina di minuti, va bene? Di nuovo qui alle... Mh, due e mezza?»
Il ragazzo annuì, divertito dalla reazione del temibile mercenario, vedendolo scomparire un secondo dopo, liberando la tensione nascosta con un sospiro.
«Spero solo di non aver commesso un grandissimo sbaglio.» si disse, prima di rientrare nell'edificio per avvisare il suo capo che sarebbe tornato dopo la pausa pranzo, preparandosi già mentalmente per la sfuriata.

«Così...Questo è l'aspetto del famoso mercenario chiacchierone sotto la maschera.»
Peter Parker non pensava che quelle parole sarebbero mai uscite dalla sua bocca con un tono così... Deluso. L'uomo davanti a sé era normale, forse fin troppo. La pelle era abbronzata e gli occhi erano di un verde smeraldo, e i capelli neri li facevano risaltare ancora di più. Non che non fosse attraente, al contrario, diverse cameriere erano rimaste incantate dall'aspetto dell'uomo, ma non c'era nulla di speciale, non poté fare a meno di pensare il più giovane.
«Mh? Assolutamente no.» disse l'altro, ingoiando un morso della sua pizza.
«Eh?»
Wade frugò nelle sue tasche, prima di tirarne fuori una specie di pulsante nero, spiegando senza troppi giri di parole che serviva a creare degli ologrammi.
«Molto utile sia per il lavoro che per evitare di far urlare terrorizzato qualche newyorchese quando esco senza maschera.»
«Quindi non sei così sotto la maschera?»
«Nonostante mi piacerebbe, no»
{... Ho visto bene?}
[Tecnicamente non hai gli occhi.]
{Il sospiro di Petey-pie sembrava sollevato.}
[... Devi essertelo immaginato.]
{Tentar non nuoce. Avanti, chiediamolo.}
Wade decise di accontentare le voci ponendo la fatidica domanda, provocando al ragazzo seduto di fronte a lui un'alzata di spalle, seguita da un lungo silenzio.
{Vi prego ditemi che non lo sto immaginando.}
[No, lo sto vedendo anch'io.]
{È fottutamente arrossito.}
«Ehi, ragazzino...»
«Non sono un ragazzino, ho ventiquattro anni. - lo interruppe questo con espressione indispettita, facendo ridere nuovamente Wade, che gli chiese se doveva fidarsi o controllargli i documenti. - E allora come sei sotto la maschera?» finì di dire, ignorando il commento dell'altro.
«Sembro un incrocio tra Ryan Reynolds e uno shar pei, se vuoi farti un'idea carina.»
{Molto carina, la nostra pelle assomiglia più che altro ad una pizza con salame piccante.}
[Per non dire che siamo completamente calvi e senza la minima traccia di peluria.]
{Abbiamo realizzato il sogno di milioni di ragazze insomma.}
«Potete stare zitti per dieci minuti? Starei cercando di avere un pranzo tranquillo, qui. - gemette Wade alzando gli occhi al cielo, prima di realizzare di avere lo sguardo di Peter su di sé. - Le voci.» spiegò imbarazzato.

Se qualcuno il giorno prima avesse detto a Peter Parker che avrebbe passato la sua pausa pranzo con Deadpool, il mercenario chiacchierone più ricercato sull'intero globo terrestre, gli avrebbe riso in faccia. O, ancora meglio, gli avrebbe consigliato un buono strizzacervelli. Eppure era successo, e, a dirla tutta, aveva trovato la sua compagnia meno fastidiosa del solito, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Non che l'avesse mai trovata davvero fastidiosa, ma... Peter non sapeva spiegarselo, era stato tutto meno battutine a sfondo sessuale e più conoscersi.
Spiderman rientrò dalla finestra della propria stanza, desideroso solo di farsi una doccia calda dopo aver passato diverse ore di pattuglia da solo sui tetti di New York, per poi infilarsi sotto le coperte e godersi un po' di meritato riposo. I suoi piani vennero però sconvolti, quando, di ritorno dalla doccia calda, un ticchettio alla finestra catturò la sua attenzione, portandolo ad aprirla.
«Ma che cazzo...? Deadpool?!»
L'uomo, di nuovo vestito di una tuta di spandex nuova, lo salutò, poggiando gli avambracci sul davanzale della finestra del più piccolo, in piedi su una scala presa chissà dove, dicendogli che aveva bisogno di un favore.
«Ascoltami, non so che cosa ti stia passando per la testa ma non ho intenzione di andare in giro a fare chissà cosa solo perché hai salvato la mia macchinetta fotografica da una caduta rovinosa, Deadpool...»
«Chiamami Wade.»
«Ti sembra il momento?»
«Baby-boy, guarda, lo so che è da pazzi - cosa che sono - ma davvero mi serve il tuo aiuto.»
Peter si massaggiò l'attaccatura del naso, chiedendogli esasperato prima di tutto come fosse riuscito a trovare il suo indirizzo.
«Facebook è una miniera d'oro, a volte.»
Peter annotò mentalmente di disiscriversi da qualsiasi social non appena avesse ripreso in mano un computer.
«Cosa ti serve?»
«Ecco, è un po' imbarazzante ma... Mi aiuteresti a conoscere meglio Spiderman?»






Angolo deliri.

I: Woohoo, ce l'ho fatta.
Allora, qualche spiegazione sulla roba che avete appena letto:
1) Sì, si scrive "katana" anche al plurale, se non mi credete andate pure a cercare su internet.
2) La frase dell'incrocio tra Ryan e uno shar pei (è una razza di cane, per chi non lo sapesse) l'ho presa da uno dei suoi fumetti.
E basta.
Forse dovevo dirvi altro, ma a parte il fatto che spero vi sia piaciuta non ricordo più nulla.
[Adesso andremo a guardarci Mr. Robot fino alle due di mattina?]
{Spero proprio di sì, quel ragazzino rompe la quarta parete, anche se in un modo tutto suo.}
I: Stasera finiamo Jessica Jones, non si discute.
{Tu e le tue cotte per le ragazze problematiche.}
I: Tanto decido io ragazzi, preparate i pop corn piuttosto.
D: Io avrei un'altra idea.
I: Cioè?
D: Cerchiamo il mio film e lo guardiamo per la quinta volta?
{I: CI STO.]


P.S.

Grazie mille alla mia cara Lotty per le sue correzzioni.

Goner.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora