Terzo tema: Creepypasta

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Sistemo le ultime cose nella valigia della piccola Belle. Ha poco più di un anno e proprio ora sta cercando di mettersi in piedi e camminare. Riesco a prenderla al volo prima che cada. "Piccola, sono sicura che ci riuscirai."

Mio marito James sistema tutte le valigie in macchina. Siamo diretti verso la casa dei miei genitori perché da noi stanno ristrutturando il tetto.
Dopo due ore di viaggio siamo arrivati. È una vecchia casa su due piani che incute una certa paura ma dentro è molto più accogliente.
"Ciao mamma." Dico io abbracciando Clare. "Figlia mia." Risponde lei. "Starete tutti al secondo piano."
Insieme saliamo e portiamo le valigie. Sistemammo Simon e Mattew, entrambi di 12 anni, nella stanza alla nostra sinistra e c'e anche un pianoforte così Simon si sarebbe potuto allenare; mentre io, mio marito e Belle in quella più grande già provvista di culla.

Scendemmo tutti per cena e salutai mio padre Edward. Cenammo in grande stile e poi misi i bimbi a letto. Alle 9.30 rimboccai le coperte ai piccoli e poi uscì dalla stanza. Qualche minuto dopo sentì il pianoforte suonare. Appoggiai l'orecchio alla porta ed ascoltai mio figlio Simon. Entrai e vidi il piccolo muovere abilmente le dita sui tasti bianchi.
"Simon, dai è tardi vai a letto, continuerai domani."
"Va bene mamma, buona notte ti voglio bene."
"Anche io piccolo."
Chiusi la porta ed entrai nella mia stanza. Verso le 10.30 sentì di nuovo il pianoforte. Sbuffai e mi alzai. Entrai in camera dei bambini dicendo: "Simon smettila di s-."
Mi bloccai a metà frase non vedendo nessuno suonare e la luce spenta, pensai fosse tutto frutto della mia immaginazione, così chiusi la porta e tornai in camera.
Il mattino dopo scendemmo tutti insieme a fare colazione. Poco dopo James ed i bambini, compresa la piccola Belle, uscirono a giocare in giardino. Mentre io aiutavo mia mamma a mettere a posto sentì il rumore del girello che emetteva quella canzoncina che piaceva tanto a mia figlia. Andai in soggiorno ma non vidi nessuno. Stavo per andarmene quando vidi il girello muoversi e suonare. Mi spaventai e mi cadde il bicchiere di mano, frantumandosi in tanti pezzi. Quando mi girai vidi davanti a me una figura sporca e spaventosa, che mi spinse e mi fece cadere sui vetri rotti. Quando mi ripresi non c'era più, al suo posto vidi mia mamma corre tutta preoccupata verso di me.
Mi ripulì le ferite e le raccontai ciò che era successo. Lei mi disse di non preoccuparmi e di tranquillizzarmi.
Verso le 2.35 di notte scesi in cucina per prendere un bicchiere d'acqua. Sentì qualcosa muoversi alle mie spalle, mi girai ma non vidi nessuno. Tornai in camera e sentì dei passi sopra alla mia testa seguiti dalle stesse note che aveva suonato mio figlio al pianoforte... la stessa musichetta del girello di mia figlia. Sento qualcosa tirarmi per un piede e cado a terra. Vengo trascinata lungo il corridoio. Poco dopo mi raggiunge James dicendo di avermi sentito urlare. Mi riporta in camera e prendo delle pillole per dormire.

Il giorno seguente trovai mio figlio Simon nella sua stanza a parlare da solo. Entrai e gli chiesi con chi stesse parlando e lui mi rispose con la zia Theresa. Io gli dissi che non avevo nessuna sorella difatti ero figlia unica. Ma lui non mi ascoltò, si arrabbiò con me e continuò a parlarci. Andai da mia mamma a chiederle risposte.
"Chi è Theresa?"
"Come fai a sapere come si chiama?"
"Me lo ha detto Simon, ci sta parlando adesso. Spiegami cosa sta succedendo!"
"Ma nulla tesoro sarà soltanto una amica immaginaria."
Capì che andare avanti non sarebbe servito a nulla.

Il giorno dopo portai Mattew dal dottore per un dolore all'orecchio e chiami una babysitter.

Quando tornai chiamai Simon a gran voce e lui corse verso di me. "Ho vinto mamma!" "A cosa amore?" "A nascondino! Ho trovato la babysitter nella cabina armadio ma lei non si muoveva più." Capì e corsi verso la cabina armadio e trovai un'enorme pozza di sangue sulla moquette beige, spostai le camicie insanguinate di mio marito e trovai la babysitter piena di sangue e tagli su tutte le braccia. Urlai e chiamai immediatamente James. Decidemmo di non chiamare la polizia pensando che l'assassino fosse nostro figlio. Eravamo spaventati e non sapevamo cosa fare.

"Mamma penso sia arrivato il momento di raccontarmi come è andata."
Mia madre mi raccontò della sorella che non avevo mai avuto conosciuto, morta all'interno di queste pareti cadendo dalla scala. Nessuno disse niente perché studiava a casa e non l'avevano mai fatta uscire. Andai il giardino e trovai la lapide della mia sorellina. Avvicinai la mano alla lapide ma qualcosa prese la mia mano. Urlai disperata e quando arrivò James mi accorsi che nessuno stava tenendo la mi mano. Stavo diventando pazza, sentivo la sua presenza vicino a me.
"Verrai con me." Disse qualcuno alle mie spalle ma quando mi girai non vidi nessuno.

Le giornate passavano così, con fatti strani che accadevano ogni giorno. Mentre camminavo lungo il corridoio sentì un rumore sopra alla mia testa. Guardai in alto ed il rumore cessò. Cercai una botola per salire in soffitta. Trovata, salì e una musica proveniente dal pianoforte si espanse in tutta la soffitta. Qualcosa rotolò ai miei piedi, lo raccolsi. Quando rialzai lo sguardo la stessa figura che avevo incontrato il secondo giorno mi si parò davanti. In preda al panico urlai con il cuore che quasi usciva dal petto.
"Sorellina, sono io. Non mi riconosci?" Disse con voce roca e flebile.
"S-si ma cosa vuoi da me?." Dissi io con la voce rotta dal pianto.
"Soltanto la tua anima... È il momento di tornare nel mondo dei vivi." Aprì la bocca ed da questa uscì un rumore stridulo fortissimo che mi fece accasciare a terra svenuta.

Il giorno dopo

Sul giornale:
DONNA UCCIDE LA SUA FAMIGLIA ED INFINE SI TOGLIE LA VITA.
Una donna di nome Margaret Steel ha ucciso tutta la sua famiglia nella notte tra il 7 e l'8 giugno. Le sue impronte sono state trovate sugli oggetti usati per assassinare la sua famiglia ed infine è stata trovata stesa sul pavimento dopo essersi buttata dalle scale. Il movente non è ancora stato scoperto. Ma, una persona non ancora identificata, ha lasciato una scritta con il sangue delle vittime sul muro. La frase diceva: tu sei il prossimo.

Parecchi anni dopo...

Si dice che dal giorno della strage chiunque entri in quella casa senta sempre la stessa melodia suonata al pianoforte da 4 mani e lo stesso rumore di passi provenire dal soffitto. Nessuno ne è mai uscito vivo.

-Ludo
Spero tanto via sia piaciuta, io ce l'ho messa tutta!

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