la scuola

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La vita è inaspettata e difficile. Il bello è che ci sorprende continuamente. Secondo me pensare alle sorprese che la nostra vita ci riserva rappresenta la chiave per sorridere.
Dicono che il mio sorriso sia come la mia vita: misterioso e smagliante .
Oggi è una bellissima giornata: è il primo giorno di primavera. Il cielo è limpido e il paesaggio è favoloso.
Come al solito sono sdraiata sul prato ad osservare le cose. Mi sono sempre considerata fortunata ad abitare in mezzo alla natura. Stare sdraiata sul prato mi aiuta a pensare.
Ho sempre immaginato una vita più avventurosa.
L'odore dei fiori oggi si fa sentire di più. Peccato che io non me lo possa godere a lungo. Devo andare a scuola. Oddio la scuola!! Corro velocemente in camera per prendere lo zaino. Mentre lo afferro controllo l'orologio. 7:31. Non sono in ritardo, ma se non mi sbrigo arriverò in ritardo.
Dal piano di sotto mia madre mi grida-Laura!! Muoviti devi prendere l'autobus!!-
- sì ma, un attimo.-
Scendo le scale, bacio in fretta mia mamma e Lucky e esco di casa. Lucky è il mio cane. Ha solo un anno, ma lo amiamo tantissimo. Lo trovai mesi fa in un cassonetto vicino alla scuola. Ho insistito così tanto per tenerlo. Lo porto sempre nei boschi sino al confine.
L'autobus arriva puntuale e salgo subito.
Solitamente se non è in ritardo impiego un quarto d' ora per arrivare a scuola.
Frequento l' unica scuola che è in città. La nostra città è piccola, ma molto povera. Il nostro paese non si occupa di migliorare le condizioni del suo popolo, ma si impegna affinché tutti abbiano il minimo necessario per sopravvivere. Le città non hanno nomi, sono contrassegnate da numeri. La nostra è La 470 città della 3 Regione. Non ho mai capito come assegniamo i numeri alle città e alle regioni.
La mia scuola si può definire quasi un collegio. Siamo più di mille studenti che frequentano questo istituto.
Proprio per questo è un edificio enorme.
Oggi però c'è qualcosa che non va: nessuno dei miei amici è davanti alla scuola. Tutto è silenzioso. Un silenzio fin troppo assordante. È strano che neanche una persona sia qui davanti. Che cosa succede? Mentre me lo chiedo sono già nell'atrio e un uomo alto due metri mi conduce bruscamente nella mensa della scuola. La mensa è La sala più grande di tutti l' istituto. Perché mi stanno portando lì?
Entro nella sala e scopro che non sono l' unica perplessa. Appena l' uomo mi lascia nella mensa la porta si chiude immediatamente. L' aula era giá stata allestita per lasciar spazio ad una assemblea d' istituto speciale. Cerco disperatamente una faccia conosciuta ,ma non la trovo. Inizio ad avere paura. Un uomo serio e robusto con gli occhi color ghiaccio di avvicina al microfono per prendere parola. Appena lo vedo il mio sangue si gela: quello non è un semplice uomo, è il preside White. Girano così di corridoio che sostengono che il preside sia immortale.
Una donna sulla cinquantina lo presenta e tutti noi applaudono.
Con immensa freddezza il preside inizia a parlare :- Buongiorno a tutti voi, studenti e professori. Come sapete io sono il preside della scuola. Ci chiederete come mai ci troviamo qui, chiusi in questa mensa a fare una assemblea che non era prevista. Ebbene ci devo annunciare che il vostro paese ha bisogno di voi.-
Bisogno di noi?? Per che cosa? Chiedo a me stessa, ma la mia risposta arriva dalla sua bocca.
- solo ieri ho ricevuto la notizia dal governo. Ci sono state delle rivolte a Sud e il governo ha scoperto che c'è un gruppo di rivoluzionari che stanno tentando un colpo di stato. Per decisione dello stato ogni scuola superiore dovrà scegliere e inviare 17 studenti per combattere contro questi esseri spregevoli. Tra un' ora ci sarà l' estrazione. Questo è tutto. -
Una estrazione?? Sono persa. Sento la terra che mi cade sotto i piedi. Non sapevo di rivolte. Chissà perché nessun telegiornale ne ha parlato.E se tra tutti, tra i mille della mia scuola, il mio nome fosse tra i 17? Dovrò andare a combattere lontano da casa e dalle persone che amo, dai miei amici. E io non voglio questo. So solo che se venissi estratta mi batterò per non morire e per tornare a casa.

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