Capitolo Otto | Something wrong

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Ho le lacrime agli occhi per le risate, sono piegata in due. Chanyeol che imita uno scimpanzé è uno spettacolo inimitabile.

— Ti prego, basta! — esclamo, sospirando, cercando di riprendere fiato.

Siamo in linea su Omegle da almeno un'ora.
Oggi è di buon umore, a quanto pare.
E sembra che si diverta parecchio a vedermi soffocare dal ridere.

Prendo il mio cellulare, indirizzando la fotocamera verso lo schermo. Si blocca immediatamente.

— No, non provarci neanche! — afferma, coprendosi la faccia.
— Ti prego, ti prego, ti prego! — lo imploro, tentando di fare un'espressione tenera.
Con scarsi risultati, evidentemente, dato che scoppia a ridere. Cambio espressione, tentando di farne una arrabbiata. Ugualmente con scarsi risultati, perché sta volta scoppio a ridere io, e lui dopo di me.

Sento la porta di casa sbattere.
Sussulto dalla sorpresa, di solito sono io a sbattere la porta di casa. Mio fratello non si permetterebbe mai, e i miei genitori tengono troppo ai soldi che hanno speso per questa.

— Non hai capito niente, proprio niente! — sento urlare dal piano di sotto, dal vocione cupo e profondo di mio padre.
Divento subito seria, cercando di immaginare che cosa possa essere successo.
Chanyeol non osa parlare, forse ha sentito anche lui.

— Cosa c'è da capire?! Ti ho visto! Con i miei occhi! — strilla mia madre a sua volta.

Il mio battito inizia ad accelerare.
Spero non sia  quello che penso.

Sento dei piccoli passi salire velocemente le scale.
Mio fratello entra e si richiude la porta dietro le spalle. Sta piangendo. Si avvicina al mio letto, esita.
Apro le braccia, come per dargli il consenso di rifugiarsi nelle mie braccia.
Lui si avvicina al mio letto, quasi timidamente.
Non capisco da dove provenga, questa timidezza, dato che più di una volta non si è fatto scrupoli a buttarcisi sopra.
Magari questa volta è serio, però.
Magari ha paura.
Gli prendo la mano, trascinandolo sul letto e abbracciandolo.

Non piange mai, il mio fratellino. Mai.
Nonostante abbia appena dieci anni.
Mi strige forte.
Gli accarezzo i capelli.

Le urla al piano di sotto continuano.
Non riesco davvero a capire, cosa sia successo di così grave da creare tanto scompiglio.
Mio fratello mi abbraccia più forte, seppellendo il volto nella mia maglia.

Inizio a sentire un groppo in gola.
I miei genitori non hanno mai litigato in questo modo, non hanno mai urlato l'uno contro l'altro come stanno facendo adesso.

In tutto ciò, Chanyeol è ancora in linea.

Mi accorgo solo adesso della sua presenza virtuale.
È imbarazzato, non sa se guardare la scena, distogliere lo sguardo, far finta di non sentire le urla.

— Ti richiamo dopo, okay? — gli chiedo.

Annuisce, facendo un sorriso comprensivo, ma un po' preoccupato, anche.
Chiudo il portatile, abbracciando per bene mio fratello.

— Cos'è successo? — gli chiedo.
Singhiozza, non riuscendo a rispondermi.
— Okay, non fa nulla. — dico, accarezzandogli i capelli.
Aspetto che si addormenti, per poi spostarmi delicatamente e scendere dal letto.

Esco dalla mia camera, dopo un po', notando una strana ed inquietante quiete.
Come si suol dire, la quiete prima della tempesta.
Ad un tratto, sbuca mia madre dalla sua camera da letto.

— Prepara le valige, ce ne andiamo oggi stesso da questa casa. — afferma, con tono fermo.
Spalanco gli occhi.
— E dove dovremmo andare? — chiedo, cercando di trattenere il tremolio nella mia voce.
— Andiamo a Seoul, da tua nonna. Non voglio stare qui un minuto di più. — prosegue.
— Mamma, e la scuola? I miei amici? E Hyuri, come farà? — chiedo, anche magari con un atteggiamento un tantino infantile.
— Tuo fratello saprà ambientarsi benissimo, e tu riuscirai a trovare nuovi amici. — inizia a spostare i bagagli dalla sua stanza.
— E la scuola non sarà un problema. — aggiunge.
Non è possibile.
Non sono pronta a lasciar tutto, all'improvviso, sebbene la motivazione sarà più che valida.

— Ma, mamma... — cerco di obbiettare.
Mia madre si volta di scatto verso di me.
Si avvicina al mio volto, con gli occhi sgranati.
Mai avrei pensato di vederla in queste condizioni.
— Tuo padre mi ha tradita — sussurra con rabbia — con una puttana — le iniziano a tremare le mani — nella nostra camera d'albergo. — fa un sorriso amaro.
Si allontana dal mio volto.
— Sono irremovibile, oggi stesso ce ne andiamo da qui. — afferma, ora, ferma, sorridendo amaramente, ma la sua voce trema minimamente.

Non ho mai visto mia madre in queste condizioni.
È sempre stata una donna tranquilla, una donna che non ha mai ceduto alla rabbia.
Annuisco, salendo in camera mia.

Non riesco a crederci.
Non me lo sarei mai aspettato da mio padre.
L'uomo che ha sempre sottolineato in ogni occasione il valore della famiglia, adesso manda tutto a puttane.E mio fratello, dio mio.
Mio fratello magari avrà assistito a quella scena, perché forse era con nostra madre, mentre lei lo aveva scoperto.

Inizio a sentire le guance accaldate.
Le mie mani si chiudono a pugno, le unghie premono contro i palmi.
Inizio a sentire un groppo in gola.
Sono sul punto di buttare qualcosa in aria.

Da Chanyeol:
Hey, tutto okay?
5:06 PM

Mi ha mandato un messaggio.
Evidentemente, era preoccupato. O forse solo incuriosito. Preferisco pensare che fosse preoccupato, è questo pensiero a farmi calmare.

Ma non ho voglia di rispondergli.

***

Sto camminando.
Cammino, per le strade del mio quartiere, senza una meta ben precisa. Non penso a nulla, o almeno ci provo. Mi squilla il cellulare.

— Si, Jungkook, dimmi. — rispondo, con riluttanza.
— Vorrei vederti. Domattina parto per Seoul, l'ho saputo solo adesso. Devo iniziare a provare. — dice.

Per un attimo, provo un senso di sollievo, sentendo quelle parole. Almeno, non dovrò allontanarmi da Jungkook, di nuovo.
Unico lato positivo, in tutta questa storia.

— Già, vediamoci, anche io devo parlarti. — dico.
— Passo da te? —

In un attimo, il sollievo sparisce, sostituito dall'angoscia e dalla rabbia. Mi torna in mente il motivo per cui devo andare a Seoul.

— No, da me non è il caso. Sono già per strada, se vuoi posso venire io da te. — rispondo in fretta.
Lui sembra esitare.
— Okay, vieni tu, allora. — acconsente.
— SoYon, stai bene? — aggiunge di nuovo, ad un tratto.
— Ci vediamo tra poco. — rispondo, per poi attaccare.
















— Spazio autrice —
Beh, che dire.
So che fino ad ora il nostro Chanyeol si è visto poco, ma tra poco arriverà il momento in cui tutti gli altri personaggi avranno un ruolo del tutto marginale, e l'attenzione sarà concentrata unicamente su di lui.
Voglio anche accelerare la pubblicazione dei capitoli, dato che ne ho scritti davvero tanti.
Quindi, stasera (o oggi pomeriggio) avrete anche il nono capitolo.
Buona giornata!💞

OMEGLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora