Capitolo 1: Meredith

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"Devi riuscire ad usare la tua forza, solo allora riuscirai ad usare le tue forze magiche!" Mi dice il più grande mago di tutti i tempi, diciamo anche il mio idolo: Mark Hamilton.
Sono diventato un mago da poco, riesco si e no a fare magie da niente. Ad esempio far levitare le cose o aprire le porte. Proprio come ha detto Mark, devo riuscire ad usare la mia forza, e tutto ciò che devo fare è allenarmi.
"Grazie, Mark, non riesco ancora a credere al fatto che tu sia dinanzi a me." Dico con eccitazione.
"Ma io sono un normale mago!" Dice lui.
"Tu sei quel mago! Sei il più grande di tutti tempi!"
"Come vuoi tu caro ragazzo, io sento una grande aura in te, e sono sicuro che tu potrai prendere il mio posto, quando la mia anima si spegnerà!" Dice malinconico.
"Io? D-davvero?"
"Si! Sarai un grande mago, me lo sento!"
"Grazie Mark." Dico sperando che quel che ha detto si avveri.

Dopo averlo salutato esco dal negozio in cui si trova il suo nascondiglio segreto.
Le persone comuni non possono scoprire ciò che siamo, oppure chiederebbero troppe cose.
La gente è avara e sicuramente non è una cosa che va a nostro favore. Ci chiederebbeo di avere più soldi, di fare delle magie per stupirli, come se fossimo dei fenomeni da baraccone, ed inoltre noi maghi abbiamo anche delle leggi da rispettare, in quanto riusciamo a far notare il mistico delle cose, gli scienzati potrebbero prenderci come esperimenti per costruire delle armi indistuttribili e questo potrebbe portare a dei conflitti o addirittura guerre.

Sfilo le chiavi della macchina dalla tasca e le infilo nella serratura, le sicure scattano sugli attenti e mi danno il segnale che laa via è libera per entrare.
Metto la cintura di sicurezza e metto in moto, sentendo il motore della mia porsche accelero e sfreccio sull'asfalto andandomene da quel quartiere, a mio avviso, non il più bello di tutto la città.

Arrivo a casa nel giro di 10 minuti e entro subito nella mia villa venendo accolto dai maggiordomi permessi dai miei.
È un anno che non abito più con loro, e fortunatamente non perchè ho sviluppato i miei poteri dato che quando mi sono svegliato il primo giorno mi sono ritrovato nella mia stanza con creature fatate come unicorni, panda arcobaleno e cervi dalle corna che sembravano dei maestosi alberi.

Gli unici che sanno del mio segreto (in quanto persone normali) sono quelli che definisco "della famiglia" dato che mi subiscono tutti i giorni (e che comunque vivono praticamente in casa mia con vitto e alloggio) sono i maggiordomi.

Salgo nella mia stanza, ha un balcone enorme che affaccia su un ruscello, un letto matrimoniale con un materasso ad acqua, una televisione da 55 pollici e un bagno in camera.
Una casa un pó grande per una sola persona, ma come al solito mia madre ha voluto fare le cose in grande. Molte volte invito i miei amici che vivono ancora tutti a casa dei loro genitori per dare delle feste o per stare tutti insieme, però non sono mai voluti venire a dormire.

Mi butto sul letto, non saprei proprio dove andare a cercare qualcuno che mi aiuti ad allenarmi, è una cosa che non ho chiesto a Mark, e sono stato molto stupido in questo.
Peró essendo che comunque ho ereditato dei poteri magici (in altri modi non si possono avere) devo riuscire a trovare chi dei miei parenti li ha. Impresa non facile dato che non riesco a percepire le aure magiche.

Prendo il telefono e chiamo il mio migliore amico: Jonas.
Il telefono squilla ma nessuno risponde.
Richiamo una volta che gli squilli arrivano al proprio stop, ma nessuno risponde, di nuovo.
Starà dormendo oppure starà facendo una sveltina con la sua ragazza che tra 3 ore dovrà prendere un'aereo per andare a New York, l'hanno presa per broadway.

Decido di alzarmi ed andare a casa di Jonas, dato che da solo non riesco proprio a stare, anche perchè è sabato pomeriggio e non ho voglia di passarlo da solo.

Arrivo sul vialetto della casa di Jonas, scendo dalla macchina, la chiudo e vado verso la porta.
Busso, ma nessuno mi risponde, un'altra cosa strana, dato che comunque la madre di solito organizza sempre dei tornei di burraco il sabato.
Busso di nuovo ma dopo una manciata di minuti ancora nessuno viene ad aprirmi.
Jonas in caso di problemi mi ha lasciato le chiavi, allora apro la porta e noto che mezza casa è disastrata, ci sono segni di una evidente lotta, e non solo, sul pavimento e vicino al muro ci sono schizzi di sangue.

Corro in camera di Jonas ma non vi trovo nessuno, scendo di nuovo e vado in cucina, un'altra stanza devastata, tra sangue e coltelli pieni anch'essi di sangue.
Corro in cantina, scendo le scale lentamente.
Accendo la luce e noto che Jonas è disteso per terra sanguinante ma vivo, corro in suo soccorso.

"Jonas! Jonas! Mi senti?!" Gli dico.
"J-Jake, lui h-ha portato via M-Meredith" dice affaticato.
"Va bene, va bene, ora calmati. Prendi fiato, ora chiamo la polizia." Dico, e subito sfilo il telefono dalla tasca, nel momento in cui sto per chiamare il 911 sento Meredith urlare al piano di sopra. Lascio il telefono vicino a Jonas, e corro in soccorso di Meredith.

Appena salgo vedo il ladro trascinare Meredith fuori dalla porta sul retro, allora gli corro dietro. Esco dalla porta e corro verso gli alberi vicino casa di Jonas.
"Fermati!" Grido al ladro.
"Mai!" Dice lui.
All'udire della mia voce, Meredith si butta a terra, facendo finta di essere inciampata.
Il ladro cerca di alzarla ma lei irrigidisce tutto il corpo per dargli altra difficoltà.
Gli arrivo alle spalle dandogli calci e pugni, ma lui sembra che non senta niente.

Con quello che sembra una repulsione magica vengo sbattuto contro un albero assieme al ladro.
"Meredith, ma che cazzo fai?" Le dico.
"Oh dio, cosa ho fatto, ora sai il mio segreto, dovrò ucciderti!" Dice lei sconvolta.
"EHI! EHI! NONO" Dico, vedendo che sta per lanciare un attacco.
E così fa, lancia un attacco con l'elemento del fulmine, folgorando l'albero e il ladro dietro di me, essendo che sono riuscito a schivarlo.
"Meredith, Meredith, sono come te!" Le dico, prima che riesca ad attaccare di nuovo.
"Che cosa?" Dice lei.
"Guarda!" Dico girandomi verso il cadavere del ladro carbonizzato facendolo levitare per aria.
"Perdonami." Dice lei.
"Tranquilla, fortunatamente ho schivato il tuo attacco, senò non mi sarei saputo proteggere dato che non so fare ancora nulla di magia."
"Ohw, se vuoi posso allenarti!" Dice dolcemente.
"Non sai che favore mi faresti, ma non devi andare a broadway tra due ore?" Le chiedo.
"No, non vado più, Jonas mi ha fatto la proposta di matrimonio!" Dice con una luce abbagliante negli occhi.
"ODDIO, JONAS! ERA DISTESO PER TERRA SANGUINANTE!" Grido ed entrambi corriamo in casa.

Mentre corriamo in casa Meredith mi spiega ciò che era successo: erano da soli a casa, Jonas aveva fatto da poco la proposta a Meredith ed in un attimo è entrato un ladro.
Lottando con Jonas facendolo cadere dalle scale dello scantinato.
Ha quasi violentato Meredith, lei non ha usato i poteri per non lasciare tracce magiche all'interno della casa, fortunatamente poi sono arrivato io, senò li avrebbe dovuti usare.

Meredith addormenta Jonas e dopo lo cura usando i suoi poteri, in quel momento sento la madre di Jonas tornare sul vialetto di casa, allora corro subito al di fuori per temporeggiare.

"Buon pomeriggio signora Benson" dico alla madre del mio amico.
"Ciao caro!" Dice affannata per le buste.
"Avete bisogno di una mano?"
"Se puoi tesoro!" Dice lei
"Grazie caro, sei un amore!" Dice.
Io faccio cadere una busta per terra rovesciandone il contenuto.
Subito dopo la Madre di Jonas corre subito vero la busta alzandola, e dopo entriamo in casa.
La casa era come nuova, e Jonas e Meredith pranzano come se niente fosse successo.
Meredith prende il mio numero di telefono, e dopo io torno a casa.

Torno a casa, entro, e man mano che entro nel bagno dalla mia stanza mi spoglio, entro nella doccia e apro l'acqua al freddo per rilassarmi un pò e rinfrescarmi.

Esco dalla doccia, prendo dei vestiti a caso e scendo per mangiare qualcosa.
I miei maggiordomi avevano appena finito di cucinare, mi avevano preparato una lasagna, la mangio con ingordigia mentre con l'altra mano messaggio il gruppo della mia comitiva.

Voglio dare una festa.

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